I legislatori statunitensi stanno valutando un disegno di legge che concederebbe al governo degli Stati Uniti vasti nuovi poteri per sorvegliare e censurare i cittadini statunitensi.

La legge RESTRICT – Restricting the Emergence of Security Threats that Risk Information and Communications Technology Act (Legge per limitare l’emergere di minacce alla sicurezza che mettono a repentaglio la tecnologia dell’informazione e delle comunicazioni), o Proposta di legge del Senato 686 – conferirebbe al governo federale nuovi poteri, apparentemente per mitigare le minacce alla sicurezza nazionale poste da prodotti tecnologici provenienti da Paesi che gli Stati Uniti considerano avversari.

Il disegno di legge concederebbe al Segretario al Commercio degli Stati Uniti l’autorità di “identificare, scoraggiare, interrompere, prevenire, proibire, indagare o mitigare in altro modo” i rischi per la sicurezza nazionale associati alla tecnologia collegata a un avversario straniero.

Ci sono solo sei Paesi nella lista degli avversari stranieri – Cina, Iran, Corea del Nord, Venezuela, Russia e Cuba – ma il disegno di legge consente al Segretario e al Congresso di aggiungere qualsiasi altro Paese “se necessario”.

Il disegno di legge non stabilisce i criteri per l’aggiunta di un Paese.

Inoltre, il disegno di legge conferirebbe al Segretario al Commercio il potere di negoziare, stipulare, imporre e applicare “qualsiasi misura di mitigazione” in risposta ai rischi per la sicurezza nazionale.

Il linguaggio “ampio” e “vago” del disegno di legge mette moltissimo potere nelle mani del ramo esecutivo, secondo i critici, tra cui la Electronic Frontier Foundation (EFF), una “importante organizzazione no-profit che difende le libertà civili nel mondo digitale”.

L’EFF ha definito il disegno di legge un “pericoloso sostituto di una legislazione completa sulla privacy dei dati”.

Nel frattempo, la Casa Bianca ha “applaudito” il disegno di legge, affermando che esso “conferisce al governo degli Stati Uniti il potere di impedire a certi governi stranieri di sfruttare i servizi tecnologici che operano negli Stati Uniti in modo da mettere a rischio i dati sensibili degli americani e la nostra sicurezza nazionale”.

La proposta di legge – che non è ancora stata calendarizzata per la votazione – creerebbe un quadro giuridico attraverso il quale il governo degli Stati Uniti potrebbe vietare TikTok.

TikTok è considerato un rischio per la sicurezza nazionale da alcuni legislatori statunitensi che temono che la sua società madre cinese, ByteDance, possa condividere le informazioni sensibili degli oltre 150 milioni di utenti statunitensi di TikTok con il Partito Comunista Cinese.

Le grandi aziende tecnologiche statunitensi, tra cui la società madre di Facebook, Meta, e la società madre di Google, Alphabet, dovrebbero beneficiare di una maggiore quota di mercato se il governo degli Stati Uniti vieterà TikTok, di proprietà cinese .

“Meccanismo per una revisione massiccia e radicale della sorveglianza e della censura”

Tuttavia, secondo il reporter investigativo Jordan Schachtel, “questo disegno di legge non è un semplice “divieto di TikTok”, ma un meccanismo per una massiccia e ampia revisione della sorveglianza e della censura”.

Michael Rectenwald, autore di “Google Archipelago: The Digital Gulag and the Simulation of Freedom”, (Arcipelago Google: il gulag digitale e la simulazione della libertà) si è detto d’accordo. Ha dichiarato a The Defender:

“Il RESTRICT Act non mira solo alle attività e all’espressione di aziende e individui di nazioni ritenute contrarie gli interessi degli Stati Uniti, ma è anche un modo per consentire al governo federale di controllare le opinioni e le attività di tutti i cittadini statunitensi, aumentando i poteri di sorveglianza dello Stato e abrogando i diritti garantiti ai cittadini dal primo emendamento”.

Anche il senatore Rand Paul (Rep.-Kentucky) ha avuto parole dure per il disegno di legge:

Molti, sia a sinistra che a destra, hanno criticato il disegno di legge, definendolo il “Patriot Act on steroids” o il “Patriot Act 2.0”.

Poche settimane dopo gli attacchi dell’11 settembre, il governo degli Stati Uniti approvò lo USA PATRIOT Act (Legge patriottica statunitense), che secondo l’American Civil Liberties Union costituiva “una revisione improvvisa delle leggi nazionali sulla sorveglianza, la quale revisione ha ampliato enormemente l’autorità del governo di spiare i propri cittadini, riducendo contemporaneamente i controlli e gli equilibri su tali poteri, come la supervisione giudiziaria, la responsabilità pubblica e la possibilità di contestare le perquisizioni del governo in tribunale”.

I critici temono che la legge RESTRICT espanda ulteriormente questi poteri.

L’EFF ha condannato le potenziali minacce alla libertà di parola rappresentate dal disegno di legge, osservando che esso non richiede al ramo esecutivo di giustificare le sue restrizioni a tecnologie espressive come TikTok e che limita le possibilità di sfidare legalmente le restrizioni che istituisce.

“A causa di misure di mitigazione non definite e di una disposizione di applicazione vaga, il disegno di legge potrebbe anche criminalizzare pratiche comuni come l’utilizzo di una VPN o il side-loading per installare un’applicazione vietata”, ha dichiarato l’EFF. “Ci sono legittime preoccupazioni per la privacy dei dati sulle piattaforme di social media, ma questo disegno di legge è una distrazione dal reale progresso sulla privacy“.

Il senatore John Thune (Rep.-South Dakota), che ha co-sponsorizzato la legge, ha dichiarato nelle sue osservazioni al Senato che la legge non permetterà al governo di “sorvegliare i contenuti online degli americani” o di “accedere ai dispositivi di comunicazione personale di nessun americano”.

Tuttavia, l’ampia terminologia della legge RESTRICT potrebbe essere interpretata in modo tale da riguardare le reti satellitari e mobili, i servizi cloud e di archiviazione, i fornitori di infrastrutture Internet, le apparecchiature Internet domestiche, i droni commerciali e personali, i videogiochi e le applicazioni di pagamento, ha dichiarato la CNN.

“Invece di approvare questo disegno di legge ampio e di portata eccessiva, il Congresso dovrebbe limitare le possibilità di qualsiasi azienda di raccogliere quantità massicce di dati personali dettagliati, che vengono poi messi a disposizione di broker di dati, agenzie governative statunitensi e persino di avversari stranieri, Cina inclusa”, ha concluso la EFF.