Secondo l’autorevole commentatore del settore medico John Campbell, in un video pubblicato oggi, in Inghilterra dal febbraio 2020 si sono verificati più di 100.000 decessi in eccesso per patologie cardiovascolari.

Il dato emerge da un nuovo rapporto della British Heart Foundation, che mostra anche come più di 39.000 persone sotto i 75 anni siano morte prematuramente per malattie cardiache e ictus nel solo anno scorso – il valore massimo in 14 anni.

Citando la mancanza di proteste da parte dell’opinione pubblica e di interventi da parte del governo in merito a questi dati, Campbell, ex infermiere ed educatore sanitario, ha affermato che le autorità devono determinare con urgenza perché decenni di progressi nella riduzione della mortalità per malattie cardiovascolari si stiano improvvisamente invertendo in tutta l’Inghilterra.

“Siamo di fronte a un’epidemia di malattie cardiache”, ha detto Campbell.

Secondo la dott.ssa Sonya Babu-Narayan, cardiologa e direttore medico associato della British Heart Foundation, questo aumento è la “peggiore crisi di assistenza cardiaca a memoria d’uomo”. “Un intervento urgente è atteso da troppo tempo”, ha dichiarato.

Le ragioni dell’inversione di tendenza sono “molteplici e complesse”, secondo il comunicato stampa della British Heart Foundation, che cita le crescenti pressioni del Servizio Sanitario Nazionale, le disuguaglianze sanitarie e la pandemia di COVID-19 come potenziali responsabili.

La notizia fa eco a una recente analisi dell’ andamento dei decessi per cause cardiovascolari negli Stati Uniti, di cui è coautore un epidemiologo dei Centers for Disease Control and Prevention, che ha mostrato un netto aumento a partire dal 2020, con il tasso di mortalità del 2022 che è il più alto osservato dal 2011.

Campbell ha affermato che, nonostante la disponibilità di esperti come patologi e ricercatori medici, “tanto vale non averli” perché “non vengono incaricati adeguatamente di svolgere questo lavoro”.

“Perché alle università non vengono concesse sovvenzioni d’emergenza per indagare su questo?”, ha detto.

Campbell ha anche sottolineato la grave carenza di capacità del Servizio Sanitario Nazionale [britannico], citando dati che mostrano come più di 400.000 persone in Inghilterra fossero in attesa di cure cardiache alla fine di novembre.

Questo sta costando agli Stati una fortuna”

Oltre al tragico tributo umano di oltre 139.000 decessi attribuiti alle malattie cardiovascolari ogni anno nel Regno Unito, la British Heart Foundation ha riferito che anche l’impatto economico è grave, con i problemi cardiaci e circolatori in generale che costano 8,3 miliardi di sterline (11,3 miliardi di dollari) all’anno solo per l’assistenza sanitaria.

Secondo Campbell, l’impennata dei tassi di morbilità e mortalità non riguarda solo le famiglie che piangono la perdita dei propri cari, ma anche molti altri sopravvissuti. Ha citato le statistiche che mostrano un aumento significativo dei pagamenti per invalidità da parte del governo negli ultimi anni, da lui collegati direttamente a disturbi come gli ictus debilitanti.

“La vita delle persone cambia con una paralisi, in modo continuo”, ha spiegato Campbell, riferendosi agli angoscianti casi di ictus a cui ha assistito, in cui la mobilità e la respirazione dei pazienti rimangono gravemente compromesse per il resto della vita.

Campbell ha sottolineato non solo i costi sanitari diretti citati nel comunicato della British Heart Foundation, ma anche gli impatti, come la perdita di produttività e di salario, che mettono a dura prova l’intero sistema.

“Questo sta costando agli Stati una fortuna, perché persone che sarebbero produttive stanno morendo – a parte l’incalcolabile tragedia per l’individuo e la famiglia”.

Campbell ha affermato che le conseguenze “concrete” dell’impennata dei problemi cardiovascolari, in termini di costi di assistenza a lungo termine e di impatto economico dovuto a disabilità e decessi, dovrebbero essere un incentivo sufficiente per spingere le autorità sanitarie pubbliche ad indagare con urgenza sulle cause e sulle soluzioni, se il benessere umano non fosse già una motivazione sufficiente.

“Eppure non vediamo sostanzialmente nulla da parte dei governi”, ha affermato.

Confronto tra Inghilterra e tendenze globali

Mentre i dati appena pubblicati dalla British Heart Foundation si concentrano specificamente sull’inversione di tendenza della mortalità per malattie cardiovascolari in Inghilterra, Campbell si è chiesto se questa tendenza sia un fenomeno specifico del Regno Unito o se faccia parte di una recrudescenza globale più diffusa.

Ha fatto riferimento alle tendenze di eccesso di mortalità in Paesi che vanno dagli Stati Uniti al Giappone all’Irlanda.

“Negli ultimi anni ci sono stati sicuramente dei decessi in eccesso in tutto il mondo”, ha affermato. Ha detto di non sapere quanti di questi decessi in eccesso siano direttamente attribuibili alle malattie cardiache. Ma ha ipotizzato che le condizioni cardiovascolari costituiscano la categoria più alta nella maggior parte dei luoghi, come in Gran Bretagna.

Nel discutere i potenziali fattori alla base dei picchi globali, Campbell ha analizzato i cambiamenti nel tempo dei classici fattori di rischio come il fumo, l’ipertensione, il diabete e i tassi di obesità.

Tuttavia, ha concluso che, sebbene la gestione di questi aspetti possa sempre essere migliorata, dubita che negli ultimi anni si sia verificato un deterioramento sufficiente a spiegare le drammatiche inversioni di tendenza che si stanno verificando contemporaneamente in molti Paesi.

“Quali altri fattori sono in gioco?” ha chiesto Campbell. “Praticamente non c’è alcun interesse ufficiale per scoprire la causa di questo fenomeno. Perché i governi non dovrebbero voler andare a fondo della questione?”

Analogamente all’indagine incompleta sulle cause potenziali nello studio sulla mortalità cardiovascolare degli Stati Uniti, né il comunicato stampa della British Heart Foundation, né Campbell hanno menzionato il possibile ruolo dei vaccini. Tuttavia, i numerosi podcast di Campbell suggeriscono che Campbell sospetti che essi giochino un ruolo nel peggioramento delle statistiche britanniche.

Ma nel video di oggi, Campbell ha indicato l’elefante nella stanza solo attraverso le sue ripetute domande su “altri fattori… negli ultimi anni” che potrebbero aver giocato un ruolo, e sul perché i governi non abbiano “alcun interesse ufficiale [a trovare] la causa”.

Campbell ha rivolto un appello all’azione ai telespettatori dei diversi Paesi, che vedono tendenze altrettanto preoccupanti a livello globale. “Forse, come me, vi sentite delusi, abbandonati”, ha detto. “Non siete isolati, siamo in tanti”.

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