In un recente episodio di “Good Morning CHD” su CHD.TV, tre medici canadesi, i dottori Charles Hoffe e Stephen Malthouse e Chris Shaw, – hanno discusso l’inquietante normalizzazione in Canada, a partire dal 2016, dell'”assistenza medica in fin di vita” (“MAID”, acronimo di medical assistance in dying) e la possibile imminente approvazione della pratica da parte del governo per i “minori maturi” che richiedono la morte senza che i genitori ne siano a conoscenza o abbiano dato il loro consenso.

“Suicidio medicalmente assistito”, “suicidio assistito”, “morte assistita” ed eutanasia – ciascuno con connotazioni legali leggermente diverse – si riferiscono tutti a interventi medici per accelerare la morte, con la principale distinzione di “chi compie l’atto finale e fatale”.

L’anno scorso, il 3,3% dei decessi in Canada è avvenuto nell’ambito della MAID, il che rappresenta “un tasso di crescita del 32,4% rispetto al 2020” e “una crescita costante su base annua” in tutte le province, anche nella fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni.

Tra i primi 100 pazienti che si sono avvalsi del MAID nella provincia dell’Ontario, oltre il 5% era costituito da giovani adulti di età compresa tra i 35 e i 54 anni.

Nei Paesi Bassi e in Belgio, altri Paesi che consentono l’eutanasia, i minori di 60 anni rappresentano rispettivamente il 12,5% e il 15% delle persone sottoposte a eutanasia.

Ciò di cui i medici canadesi hanno discusso a “Good Morning CHD” è stata una conseguente modifica del 2021 alla legge MAID originale del Canada, eliminando il criterio che in precedenza richiedeva che la morte di un candidato fosse “ragionevolmente prevedibile” e rendendo le decisioni sull’idoneità molto più soggettive.

Anche per i casi di morte “ragionevolmente prevedibile”, il disegno di legge ha eliminato il “periodo di riflessione” di 10 giorni precedentemente richiesto e ha ridotto il requisito dei testimoni indipendenti da due a uno.

I tre medici e altri critici dell’estensione della politica avvertono che essa “alimenterà la crescente cultura della morte” e aprirà la porta a un’implementazione ancora più diffusa di una pratica già eticamente controversa, in particolare perché il governo canadese si è impegnato a prendere in considerazione l’ammissibilità per i minori di 12 anni, se ritenuti “capaci di prendere decisioni in merito alla propria salute”.

L’estensione ai giovani dell’idoneità al MAID – che potrebbe essere all’orizzonte già nel 2023 – significherebbe che “prima di essere autorizzati a guidare dei veicoli, i bambini in Canada potrebbero essere autorizzati ad acconsentire che dei medici tolgano loro la vita”.

Come ha commentato ironicamente Hoffe ai suoi due colleghi, “È incredibile quanto si stia sforzando il governo per ridurre la popolazione”.

Una tendenza in crescita, anche tra i più giovani

La legalizzazione dell’eutanasia e/o del suicidio medicalmente assistito è una tendenza in crescita in tutto il mondo, con un'”accelerazione” che “sembra inarrestabile“.

Non solo sempre più nazioni approvano una pratica che è stata “proibita e moralmente condannata” per gran parte della storia dell’umanità, ma tutti i Paesi o le giurisdizioni che la consentono registrano una crescita annuale pari a quella del Canada.

E quando si tratta di affrettare la morte dei giovani, in particolare, il Canada non è un’eccezione.

Il Belgio, nel 2014, è diventato il primo Paese a legalizzare l’iniezione letale per bambini di tutte le età, dopo aver gettato le basi 12 anni prima con l’eutanasia legale – esplicitamente definita come “trattamento medico” – per adulti e minori emancipati.

Secondo il Daily Mail, nel 2016 e nel 2017 le “leggi radicali” del Belgio hanno permesso di mettere a morte tre bambini e 19 giovani adulti sotto i 30 anni. Il Belgio ha riportato un’altra morte per eutanasia infantile nel 2019, un anno in cui il Paese ha sottoposto ad eutanasia un “numero record” di persone in generale.

All’avanguardia nell’eutanasia infantile sono anche i Paesi Bassi, dove una legge del 2002 non solo ha stabilito la pratica per gli adulti – con un ampliamento della gamma di condizioni ammissibili nel 2007 – ma ha permesso l’eutanasia per i bambini dai 12 anni in su. Il consenso dei genitori non è necessario per chi ha 16 o 17 anni.

Nel primo decennio, ci sono stati cinque morti assistite in adolescenti olandesi, tra cui uno di 12 anni.

In base a un “patto col diavolo tra medici professionisti e sistema giudiziario”, anche i medici olandesi possono uccidere alcuni bambini nel primo anno di vita senza temere di essere perseguiti, purché seguano un protocollo stabilito.

Alla fine del 2022, un membro del Collegio dei medici del Quebec ha proposto qualcosa di simile al Parlamento canadese, suggerendo che i neonati con “gravi deformazioni o sindromi molto gravi e severe” siano candidati al suicidio assistito.

Un bioeticista e medico, inorridito, ha obiettato che questo lascerebbe “troppo spazio a pregiudizi parentali, medici, personali, sociali ed economici”.

Data l’ingiustificata paura per la COVID-19 pediatrica – utilizzata per giustificare fuorvianti obblighi vaccinali in ultima analisi genocidi per i bambini – è notevole che, durante gli anni della pandemia, i Paesi Bassi si siano uniti al Canada nell’espandere notevolmente la propria legislazione sull’eutanasia per i bambini.

Alla fine del 2020, il Ministero olandese della Salute, del Welfare e dello Sport ha iniziato a prendere provvedimenti per estendere la “cessazione attiva della vita” ai bambini di età compresa tra 1 e 12 anni, prima di tutto con un rapporto favorevole commissionato dalla Società olandese di pediatria.

Il Ministro della Salute olandese Ernst Kuipers ha rinnovato la richiesta di eutanasia per i minori di 12 anni in un briefing ai membri del Parlamento del 2022.

Nel frattempo, nel maggio 2022, la Colombia è diventata il primo Paese latinoamericano ad approvare il suicidio medicalmente assistito, avendo reso legale l’eutanasia nel 1997. Le leggi si applicano ai bambini a partire dai 6 anni.

La Svizzera, dove il suicidio assistito (ma non l’eutanasia) è legale da sette decenni, ha svolto un ruolo influente nella normalizzazione di questa pratica per tutte le età, attirando persino un lucroso “turismo del suicidio” in lussuose cliniche arredate da designer, grazie alla sua disponibilità a fornire la morte agli stranieri.

Finché “i pazienti commettono l’atto da soli e gli aiutanti non hanno alcun interesse nella loro morte”, non c’è un limite d’età specifico, il che ha indotto The Guardian ad osservare nel 2014 che “tecnicamente anche un giovane in buona salute potrebbe utilizzare questi servizi”.

Secondo gli studi di quel periodo, in Svizzera 1 su 5 suicidi assistiti ha coinvolto adulti di età inferiore ai 65 anni, compresi dei giovani di 18 anni.

Un anno fa, la Svizzera ha legalizzato un nuovo modo di uccidersi che probabilmente piacerà ai giovani: una “capsula simile a una bara con finestre” progettata in modo che il futuro defunto possa premere un pulsante, inondare l’interno di azoto e morire entro 10 minuti.

Perché morire? Lasciatemi contare i modi

Nel 2017, Kees van der Staaij, leader del partito cristiano olandese SGP, ha comunicato le sue preoccupazioni – nientemeno che al Wall Street Journal, sulla “cultura dell’eutanasia” del suo Paese, e altre figure di spicco hanno convenuto che la situazione potrebbe “sfuggire di mano“.

In quell’anno, i politici olandesi hanno discusso l’opzione di legalizzare l’eutanasia per le persone “perfettamente sane“, consentendo “a qualsiasi persona di età pari o superiore a 75 anni che decida che la sua vita è ‘compiuta’ di ricevere l’eutanasia”.

Nel 2015, i medici belgi hanno acconsentito all’eutanasia di una donna sana di 24 anni che si era convinta di avere un “desiderio di morte” per tutta la vita, nonostante fosse cresciuta “in una famiglia tranquilla e stabile”.

L’allentamento dei criteri di accelerazione della morte da parte del Canada nel 2021 suggerisce che le preoccupazioni per un processo fuori controllo sono legittime: quell’anno 219 persone “la cui morte naturale non era ragionevolmente prevedibile” hanno optato immediatamente per la morte assistita, e quasi la metà di quel gruppo (46%) ha citato problemi “neurologici” come motivo per morire.

Tra il 2011 e il 2014, nei Paesi Bassi, i medici hanno praticato l’eutanasia a 110 persone solo per disturbi mentali, tra cui un uomo di 30 anni “la cui unica diagnosi era l’autismo“.

In uno studio pubblicato nel 2020, dei ricercatori europei hanno messo in guardia sul fatto che concedere l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito (EAS, acronimo di physician-assisted suicide) “sulla base di una percezione della malattia del paziente come incurabile e senza prospettive di miglioramento, potrebbe… in molti casi non soddisfare i criteri di cura previsti dalle leggi EAS”.

E aggiungono: “Questa pratica trascura il potenziale dell’individuo di avere una vita degna di essere vissuta”.

In Canada, nei Paesi Bassi e altrove, alcuni suggeriscono che la schiera dei candidati al suicidio assistito comprenderà sempre più spesso non solo i giovani e i malati di mente, ma anche altri gruppi emarginati, come i senzatetto, i poveri, i disabili, le persone affette da dolore cronico – e “persino i dissidenti che il governo ritiene non adatti alla società”.

I critici sostengono che invece di preservare la dignità umana, la morte medicalmente assistita “sembra essere un modo per uccidere i vulnerabili“, con la disponibilità del suicidio assistito che “induce alla disperazione… e rimuove la pressione per un miglioramento dei servizi psichiatrici e sociali”.

In realtà, le analisi costi-benefici si sono insinuate nel calcolo della morte assistita già da tempo, con ricerche e rapporti pubblicati prima degli emendamenti canadesi del 2021 che descrivono come la morte medicalmente assistita potrebbe “salvare milioni di persone”.

Gli osservatori notano anche “la pressione sulle società che invecchiano e che hanno un basso tasso di natalità per ridurre i costi sanitari” e descrivono i medici che “presumibilmente suggeriscono [il suicidio assistito] a… persone malate che cercano il riposo finale per motivi legati allo stress finanziario”.

Anche i più accaniti sostenitori dell’eutanasia temono che lo “sventramento finanziario del settore sanitario” incoraggi le persone disperate a ricorrere alla morte assistita.

In modo aperto … e nascosto

Negli Stati Uniti, il suicidio medicalmente assistito da un medico è legale per gli adulti in 10 Stati più la capitale, e la metà di essi lo ha legalizzato solo negli ultimi cinque anni: Oregon (legge approvata nel 1994 e attuata nel 1997), Washington (2009), Montana (2009), Vermont (2013), California (2015), Colorado (2016), il Distretto di Columbia (2017), Hawaii (2018), Maine (2019), New Jersey (2019) e New Mexico (2021).

Riflettendo la tendenza verso l’assistenza sanitaria a distanza, il governatore del Vermont ha firmato quest’anno una legge che consente la telemedicina come via per il “soccorso nella morte”. Il disegno di legge consente ai pazienti di rinunciare ai “due consulti di persona e… al periodo di attesa di 48 ore” normalmente richiesti per ottenere una prescrizione, oltre a garantire ai fornitori di servizi sanitari e ai farmacisti la piena immunità legale.

L’entusiasmo che queste giurisdizioni mostrano per la “libertà” di morire – impiegando la retorica della “dignità” e delle politiche “umane” – contrasta nettamente con le loro abissali e malevole prestazioni durante la pandemia, quando tutti (con l’eccezione del Montana) si sono distinti per la loro volontà di distruggere i mezzi di sussistenza delle persone e di utilizzare misure autoritarie per sopprimere le libertà costituzionalmente garantite.

Il contrasto era evidente anche in Spagna, che ha scelto – per coincidenza o meno – di legalizzare l’eutanasia per gli adulti nel 2021. Lo stesso primo ministro che ha applicato vigorosamente lockdown e restrizioni per la pandemia ha dichiarato senza ironia che la decisione sull’eutanasia ha reso il suo Paese “più umano, più giusto e più libero”.

Come la pandemia ha rivelato in modo inquietante, tuttavia, non è solo l’eutanasia palese ad essere in aumento: i governi sembrano anche sempre più disposti a mettere a morte i propri cittadini senza ammetterlo.

Nel Regno Unito, che nominalmente promette una pena detentiva fino a 14 anni per coloro che aiutano gli altri a morire, rapporti credibili sul campo hanno descritto l’ uso dell’eutanasia occulta come “protocollo medico”, con prove schiaccianti, tra cui l’acquisto senza precedenti da parte del Segretario alla Sanità di una fornitura di due anni del farmaco per l’esecuzione capitale Midazolam nel marzo 2020.

I cittadini si riferiscono alla morte di più di 136.000 anziani residenti nelle case di cura del Regno Unito dall’aprile 2020 come agli “Omicidi del Midazolam“, ma sottolineano anche che “il governo britannico e le sue istituzioni si comportano come se l’eutanasia fosse perfettamente legale” da molto più tempo, almeno dal 2008.

I protocolli COVID-19, che prevedono esclusivamente l’uso del ventilatore e del remdesivir e che vengono rispettati in modo inflessibile dagli ospedali statunitensi, immuni da responsabilità e allettati da forti incentivi finanziari, sono stati un’altra forma di omicidio occulto, così come l’omissione in tutto il mondo di trattamenti sicuri e poco costosi come l’idrossiclorochina e l’ivermectina.

E naturalmente, l’imposizione aggressiva della vaccinazione obbligatoria con le iniezioni anti COVID-19, notoriamente pericolose, ha portato la morte e l’invalidità istigate dal governo a livelli ancora più scioccanti.

Descrivendo come il suicidio medicalmente assistito sia diventato un valore caro ai “progressisti” e alla “sinistra”, uno scrittore si chiede: “Cosa succede se una società rimane progressista ma cessa di essere civile?”

Con l’aumento del condizionamento culturale a favore dell’eutanasia, i cittadini di tutto il mondo devono urgentemente interrogarsi sui motivi incivili che spingono i loro governi a celebrare silenziosamente e apertamente la morte, anziché la vita.