Giovedì una corte d’appello federale ha bloccato l’ordine esecutivo del presidente Biden che obbligava i lavoratori federali di tutta la nazione a vaccinarsi contro la COVID-19.

La decisione della Corte d’Appello del 5° Circuito degli Stati Uniti a New Orleans ribalta una sentenza dell’aprile 2022 di un comitato di tre giudici della stessa corte, che aveva confermato l’obbligo federale.

La decisione di giovedì mantiene in vigore un’ingiunzione preliminare – emessa nel gennaio 2022 da un giudice del Texas – mentre il caso è in corso.

La decisione è stata presa in un’udienza “en banc”, il che significa che l’intera corte di 16 giudici si è pronunciata sul caso, piuttosto che un gruppo ristretto di loro. Una maggioranza di 10 giudici ha deciso di confermare l’ingiunzione.

Feds for Medical Freedom (Lavoratori federali per la libertà terapeutica), i querelanti nella causa, hanno dichiarato in un comunicato stampa:

“I nostri membri hanno sempre sostenuto che la legge federale non permette al governo federale di costringere i lavoratori federali – o qualsiasi cittadino rispettoso della legge – a iniettarsi qualcosa contro la propria volontà. …

“È stato incredibilmente gratificante sentire la Corte fare eco a queste argomentazioni e tracciare chiari limiti all’autorità federale in materia di vaccinazioni forzate e libertà terapeutica”.

Marcus Thornton, presidente e cofondatore del gruppo, ha dichiarato a The Defender:

“È una vittoria colossale, ma siamo solo alla fase del riscaldamento. Chiediamo che siano riconosciute le responsabilità. Abbiamo bisogno di una burocrazia che rifletta la diversità politica della nostra nazione, che sia al servizio dell’intero Paese e non di un solo partito. Dobbiamo fare in modo che questo non accada mai più, né a noi né alle generazioni future.

“In gioco c’è molto di più di una questione di vaccini. Questa lotta riguarda la sopravvivenza del Paese e degli ideali stabiliti dai nostri padri fondatori”.

Thornton ha detto che dalla fondazione di Feds for Medical Freedom, il gruppo ha subito “censura, shadow-banning [limitazione della visibilità a insaputa dell’utente] e rimozione dalle piattaforme troppe volte per poterne tenere il conto”.

Thornton ha attribuito la vittoria di giovedì al “coraggio e alla tenacia di coloro che sono stati disposti a mettere in gioco la propria carriera per difendere le nostre libertà”.

La Casa Bianca, che continua a difendere l’obbligo, citando l’alto tasso di conformità tra i dipendenti federali, ha rilasciato una dichiarazione venerdì in cui afferma che “la vaccinazione rimane uno degli strumenti più importanti per proteggere le persone dalla malattia grave e dal ricovero in ospedale” nel contrasto alla COVID-19, secondo l’Associated Press.

L’ordine esecutivo era controverso fin dall’inizio

Biden ha introdotto l’ Ordine Esecutivo 14043 nel settembre 2021, obbligando così più di 3,5 milioni di lavoratori del ramo esecutivo federale a sottoporsi alla vaccinazione anti COVID-19, a meno che non avessero ottenuto l’approvazione di un’esenzione per motivi medici o religiosi.

Chi non si è adeguato ha subito la minaccia di azioni disciplinari, compreso il licenziamento.

Nel dicembre 2021, Feds for Medical Freedom, un’associazione no-profit che rappresenta più di 8.500 dipendenti federali che non vogliono il vaccino, ha citato in giudizio l’amministrazione Biden e diverse agenzie federali.

Tra le altre parti in causa figurano l’ AFGE Local 918, un sindacato che rappresenta i dipendenti del Servizio federale di protezione del Dipartimento di Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti, e diversi altri individui e appaltatori federali.

I gruppi hanno cercato di bloccare due obblighi vaccinali anti COVID-19: uno per i dipendenti federali e l’altro per gli appaltatori federali. Hanno anche chiesto ingiunzioni contro entrambi gli ordini.

Il tribunale ha rifiutato di bloccare l’obbligo per gli appaltatori perché era già oggetto di un’ingiunzione a livello nazionale.

Gli avvocati che rappresentano l’amministrazione Biden hanno sostenuto che la Costituzione conferisce al presidente, in quanto capo del personale federale, la stessa autorità dell’amministratore delegato di un’azienda privata, e che quindi emettere l’obbligo di vaccinazione rientrava nell’autorità del presidente.

I querelanti non erano d’accordo, sostenendo che un’azione del genere oltrepassa i poteri del presidente, come riportato da The Defender.

Il giudice distrettuale statunitense Jeffrey Brown, nel gennaio 2022, ha emesso un’ingiunzione per bloccare l’obbligo federale. Il giudice Brown ha stabilito che l’amministrazione Biden non aveva l’autorità per imporre l’obbligo.

All’epoca, l’amministrazione dichiarò che quasi il 98% dei dipendenti federali era stato vaccinato contro la COVID-19, secondo quanto riportato dall’AP.

Da lì, il caso passò al 5° Circuito.

Nel febbraio 2022, un comitato di giudici del 5° Circuito rifiutò di bloccare la sentenza di Brown, chiedendo invece a entrambe le parti di presentare le proprie argomentazioni alla corte nel mese di marzo.

La sentenza di maggioranza emessa da un comitato di tre giudici in aprile ripristinò l’obbligo, stabilendo che la corte non aveva la giurisdizione per decidere sul caso.

Il comitato ordinò alla corte distrettuale di archiviare il caso, sostenendo che, in base al Civil Service Reform Act (Legge sulla riforma del servizio civile) del 1978, i querelanti avrebbero dovuto presentare le loro denunce altrove, ad esempio in sedi amministrative come il Merit Systems Protection Board (Consiglio per la protezione sei sistemi di merito).

Nel giugno 2022, la corte d’appello federale ha accettato di riconsiderare la sua decisione di ripristinare l’obbligo e ha fissato le discussioni orali en banc, portando alla sentenza di giovedì.

L’amministrazione Biden ha oltrepassato i limiti della sua autorità, stabiliscono i giudici

Giovedì la Corte d’appello, composta da 16 giudici, ha stabilito che la Corte ha effettivamente la giurisdizione sul caso.24

I giudici hanno affermato che la Legge sulla riforma del servizio civile non si applica a questo caso perché i lavoratori contestavano gli obblighi sulla base del fatto che l’amministrazione aveva oltrepassato i limiti della sua autorità.

Il giudice Andrew Oldham, nominato alla corte dall’allora presidente Donald Trump, ha scritto il parere di maggioranza di 10 membri.

Oldham e la maggioranza hanno affermato che la legge federale non si applica a “decisioni mediche private e irreversibili prese in consultazione con professionisti medici privati al di fuori del luogo di lavoro federale”.

Hanno poi aggiunto:

Il fatto che il Presidente abbia ordinato ai dipendenti di prendere decisioni mediche al di fuori del luogo di lavoro – e di convivere con tali decisioni irrevocabili anche dopo aver lasciato la forza lavoro federale – rafforza la tesi dei querelanti secondo cui l’obbligo non è una ‘condizione lavorativa'”.

Il giudice Stephen Higginson, nominato dal Presidente Barack Obama, ha scritto la principale opinione dissenziente.

“Per le ragioni sbagliate, la nostra corte conclude correttamente che abbiamo la giurisdizione”, ha scritto Higginson.

“Ma contrariamente a una dozzina di tribunali federali – e avendo lasciato in sospeso per più di un anno una mozione del governo per sospendere l’ingiunzione della corte distrettuale – la nostra corte si rifiuta ancora di dire perché il Presidente non ha il potere di regolamentare la sicurezza sul posto di lavoro per i suoi dipendenti”.

Nelle successive argomentazioni della corte distrettuale, Oldham ha scritto:

“I querelanti dovranno dimostrare che l’ingiunzione richiesta è sufficientemente ampia da proteggere i loro danni comprovati e non più ampia.

“E il Governo avrà un’altra possibilità di dimostrare che un’eventuale ingiunzione permanente dovrebbe essere più restrittiva di quella preliminare.

“Ed entrambe le parti dovranno confrontarsi con l’annuncio della Casa Bianca che l’emergenza COVID terminerà l’11 maggio 2023”.

Il governo potrebbe anche dover affrontare altre cause legali. Feds for Medical Freedom ha dichiarato che intende intentare nuove cause a livello federale “per le violazioni dei diritti dei nostri membri, anche in base alla Legge per il ripristino della libertà di culto e alla Costituzione degli Stati Uniti. Ci batteremo per ottenere giustizia per chi è stato danneggiato dalla vaccinazione”.

Il gruppo ha aggiunto:

“Come chiarito oggi da questa decisione, molti membri del governo hanno oltrepassato i loro limiti legali e noi faremo riconoscere le loro responsabilità legali”.