Uno studio pubblicato la scorsa settimana su Environment International ha evidenziato quantità “allarmanti” di 29 interferenti endocrini nei campioni di urina di 98 uomini danesi, riporta EuroNews.

Gli interferenti endocrini sono sostanze chimiche che influiscono sulla fertilità umana alterando il normale funzionamento del sistema endocrino.

Il team di ricercatori, guidato da Andreas Kortenkamp, Ph.D., professore di tossicità molecolare presso la Brunel University di Londra, ha condotto un’analisi chimica sui campioni di urina di 98 uomini danesi di età compresa tra i 18 e i 30 anni.

Ricerche precedenti hanno dimostrato che alcune sostanze chimiche sono problematiche per la salute riproduttiva maschile, ma il nuovo studio è stato il primo del suo genere a misurare il rischio per la salute prodotto da un totale di 29 interferenti endocrini.

Sintesi dello studio e dei suoi risultati

I ricercatori hanno completato l’analisi in tre fasi.

In primo luogo, hanno misurato la quantità di nove interferenti endocrini nei campioni di urina dei 98 uomini.

In secondo luogo, i ricercatori hanno utilizzato dati esistenti, per lo più provenienti dall’Agenzia europea per gli standard alimentari (EFSA), per stimare la probabile esposizione degli uomini ad altri 20 interferenti endocrini.

Infine, il team ha confrontato queste misurazioni con i livelli di esposizione ritenuti accettabili dalla letteratura scientifica.

In questo modo, il team è stato in grado di generare una misura del rischio complessivo – o “indice di pericolosità” – per il cocktail di composti.

Gli autori hanno dichiarato di essere rimasti “sconcertati” da quanto hanno trovato: l’entità dell’indice di rischio risultante mostrava livelli di esposizione più di 100 volte superiori ai tassi di esposizione accettabili.

“La nostra valutazione del rischio della miscela di sostanze chimiche che influiscono sulla salute riproduttiva maschile rivela allarmanti superamenti dei livelli accettabili delle esposizioni combinate “, scrivono gli autori.

Gli autori hanno previsto “sostanziali effetti dannosi sulla qualità dello sperma a causa delle attuali esposizioni combinate”.

Dichiarano inoltre di considerare i loro risultati come una stima conservativa.

“A causa delle lacune nei dati che abbiamo dovuto affrontare, questa deve essere considerata una stima minima del rischio”, hanno dichiarato. “La nostra analisi non rivela pienamente l’entità del problema”.

BPA: un importante interferente endocrino collegato alla scarsa qualità dello sperma

Secondo i ricercatori, il bisfenolo-A (BPA) si è dimostrato l’inquinante chimico chiave.

Il BPA è una sostanza chimica industriale utilizzata nella produzione di materie plastiche e aggiunta a molti prodotti commerciali, come contenitori per alimenti, biberon, bottiglie di plastica per l’acqua e prodotti per l’igiene.

I ricercatori hanno sottolineato che “non dovrebbe essere ritardata” l’azione normativa, come il divieto di utilizzare il BPA nei materiali a contatto con gli alimenti.

Tuttavia, i ricercatori non ritengono che la riduzione dell’esposizione al BPA possa porre rimedio all’urgenza della situazione, osservando che “anche l’esposizione al resto delle sostanze chimiche qui analizzate presenta seri problemi” per la qualità dello sperma maschile.

Sebbene gli autori abbiano notato che le 29 sostanze chimiche oggetto dello studio non sono le uniche a contribuire negativamente – per esempio, ricerche precedenti hanno collegato la scarsa qualità dello sperma all’inquinamento atmosferico – hanno scritto: “Per mitigare i rischi sono necessari sforzi mirati a ridurre l’esposizione a queste sostanze”.

Gli autori hanno anche rivisto sistematicamente gli ultimi 10 anni di studi correlati. Sulla base del loro studio e di ricerche precedenti, ritengono che il rischio posto da queste sostanze chimiche sia in gran parte additivo piuttosto che sinergico – il che significa che i rischi per la salute aumentano in proporzione all’esposizione alle sostanze chimiche, piuttosto che alla combinazione di alcune di esse.

I ricercatori hanno ammesso alcuni limiti della loro ricerca.

Ad esempio, i dati utilizzati risalgono al periodo 2009-2010 e l’esposizione al BPA potrebbe essere diminuita – almeno in Europa, dove l’EFSA ha ridotto drasticamente l’assunzione giornaliera di BPA raccomandata nel 2021, fino a vietarla del tutto – mentre l’esposizione ad altre sostanze chimiche potrebbe essere aumentata.

Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration (FDA, l’agenzia federale per gli alimenti e i farmaci) non ha vietato l ‘uso del BPA per la maggior parte dei contenitori di prodotti alimentari.

Nel 2013 la FDA ha vietato l’uso del BPA come materiale per il confezionamento del latte artificiale. Tuttavia, ha attribuito il divieto al fatto che il BPA non è più utilizzato nei contenitori per il latte artificiale, piuttosto che a problemi di sicurezza.

Lo studio inoltre non ha considerato se le donne in età riproduttiva abbiano gli stessi livelli di esposizione degli uomini.

Tuttavia, gli autori hanno affermato che le previsioni basate sulla loro ricerca potrebbero e dovrebbero essere verificate in futuri studi epidemiologici sulla qualità dello sperma.

Il team dello studio ha incluso i seguenti gruppi e composti chimici per la loro rilevanza per la salute riproduttiva maschile, con particolare attenzione al deterioramento della qualità dello sperma:

  • Antagonisti del recettore degli androgeni (AR): Bisfenoli A, F, S; n-butil parabene; eteri di difenile polibromurati BDE 99, 100, 183, 209; PCB 118, 126; clorpirifos; vinclozolin; procimidone e fenitrotione
  • Interruzione della segnalazione delle prostaglandine e della produzione del fattore 3 insulino-simile (InsL3): Paracetamolo (cioè acetaminofene o Tylenol – NdT: Tachipirina)
  • Soppressione della sintesi di testosterone: Ftalati DEHP, DnBP, BBzP, DiNP; acrilammide
  • Inibizione degli enzimi steroidogenici: linuron
  • Attivazione degli arilidrocarburi (AhR): policlorodibenzodiossine efurani (PCDD/F, 17 congeneri), PCB 118, 126, 169

Sebbene possa sembrare un’accozzaglia di lettere e numeri, l’elenco contiene molti inquinanti ambientali noti per la loro tossicità per gli organismi viventi in quanto alterano il sistema endocrino.

Quali interferenti endocrini sono comuni e come sono esposti gli esseri umani?

I National Institutes of Health (NIH) etichettano molte sostanze chimiche, sia artificiali che naturali, come “interferenti endocrini” per il modo in cui sembrano imitare o interferire con il sistema endocrino umano.

“Queste sostanze chimiche sono collegate a problemi dello sviluppo, riproduttivi, cerebrali, immunitari e di altro tipo”, si legge sul sito web del NIH.

Molti interferenti endocrini sono composti presenti nei materiali con cui si entra in contatto nella vita quotidiana. Non esiste un elenco unico e completo dei comuni interferenti endocrini e dei prodotti che li contengono.

Tuttavia, l’NIH ne elenca nove sul suo sito web, l’Environmental Working Group ha una guida per i consumatori che descrive in dettaglio una “sporca dozzina” di interferenti endocrini e a febbraio The Defender ha pubblicato cinque modi per evitare gli interferenti endocrini.

Oltre al BPA, Kortenkamp e il suo team hanno evidenziato altri interferenti endocrini presenti nelle loro analisi, ritenuti in gran parte responsabili del deterioramento della qualità dello sperma.

Ad esempio, il bisfenolo F (BPF) è presente in molte parti in plastica dura degli elettrodomestici e dei veicoli, secondo Biomonitoring California. Viene utilizzato anche nei rivestimenti protettivi di alcune lattine di bevande e nei sigillanti dentali.

La sostanza è collegata a disfunzioni della tiroide e il suo uso è in aumento, in quanto i produttori cercano alternative al BPA.

I ricercatori hanno anche discusso del bisfenolo S(BPS). Un altro cugino del BPA, il BPS, è utilizzato nella carta termica per ricevute ed è stato collegato ad alterazioni ormonali e ad un aumento del rischio di malattie cardiovascolari, come riportato da The Defender.

Nel 2014 la Endocrine Society ha annunciato che il BPS può causare effetti cardiaci tossici nelle donne.

Gli autori dello studio hanno anche previsto effetti dannosi sulla qualità dello sperma a causa del gruppo di sostanze chimiche chiamate ftalati.

Gli ftalati – o plastificanti – sono sostanze chimiche utilizzate per rendere la plastica più resistente.

Secondo i Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC), gli ftalati sono presenti in “centinaia di prodotti, come pavimenti in vinile, oli lubrificanti e prodotti per la cura personale (saponi, shampoo, spray per capelli)”.

Sebbene il CDC ritenga che i rischi per la salute umana derivanti da un’esposizione minima agli ftalati non siano chiari, l’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti è preoccupata “a causa della loro tossicità e dell’evidenza di una pervasiva esposizione umana e ambientale”.

Uno studio pubblicato il mese scorso su Environmental Science and Technology ha dimostrato che le donne in gravidanza sono esposte a quantità crescenti di sostanze chimiche industriali pericolose, tra cui gli ftalati e i bisfenoli, come già riportato da The Defender.

Infertilità dovuta agli inquinanti chimici: “È una crisi esistenziale globale”

Scienziati come Shanna Swan, Ph.D., da anni avvertono che gli inquinanti chimici influiscono negativamente sulla fertilità umana.

Swan, epidemiologa della riproduzione e docente di medicina ambientale e salute pubblica presso la Icahn School of Medicine del Mount Sinai di New York, ritiene che gli esseri umani soddisfino diversi criteri per poter essere considerati una specie a rischio, in parte a causa dell’esposizione agli ftalati e ad altre sostanze chimiche, come ha riportato The Defender.

Nel suo libro “Countdown” (Conto alla rovescia), Swan ha previsto che il numero di spermatozoi potrebbe arrivare a zero entro il 2045, a causa del mare di interferenti endocrini e di altri inquinanti chimici in cui si naviga nella vita moderna.

“In alcune parti del mondo, la donna media ventenne di oggi è meno fertile di quanto lo fosse sua nonna a 35 anni”, ha scritto Swan.

In media, secondo Swan, un uomo di oggi ha probabilmente la metà dello sperma che aveva suo nonno.

“L’attuale stato degli affari riproduttivi non può continuare ancora a lungo senza minacciare la sopravvivenza umana”, ha scritto Swan, aggiungendo: “Si tratta diuna crisi esistenziale globale“.

Sebbene gli scienziati abbiano avvertito per decenni che gli inquinanti chimici hanno un impatto sulla fertilità umana, l’azione normativa per limitare gli inquinanti è stata relativamente lenta.

Al momento in cui scriviamo, le norme della FDA autorizzano ancora l’uso del BPA per i materiali a contatto con gli alimenti, ad eccezione di biberon, tazze e confezioni di latte artificiale.

La FDA dichiara sul suo sito web:

“L’interesse per l’uso sicuro del BPA negli imballaggi alimentari ha portato a una maggiore consapevolezza da parte del pubblico e a un maggiore interesse scientifico. Di conseguenza, nella letteratura pubblica sono apparsi molti studi scientifici esplorativi.

“Alcuni di questi studi sollevano dubbi sulla sicurezza dell’ingerire i bassi livelli di BPA che possono migrare negli alimenti dai materiali con cui sono a contatto. Per rispondere a questi interrogativi, il National Toxicology Program, in collaborazione con il National Center for Toxicological Research della FDA, sta conducendo studi approfonditi per rispondere a domande chiave e chiarire le incertezze sul BPA”.

L’FDA non indica una tempistica per il completamento degli “studi approfonditi” né quali azioni saranno intraprese nel frattempo.

I vaccini anti COVID-19 alterano il sistema endocrino e hanno un impatto sulla fertilità?

Sebbene i vaccini anti COVID-19, come il vaccino BioNTtech Pfizer, per quanto viene riportato, non contengano inquinanti chimici tradizionalmente considerati interferenti endocrini, alcuni scienziati temono che i vaccini possano influenzare il sistema endocrino umano.

Alla fine del 2021, dei ricercatori specializzati in endocrinologia hanno pubblicato uno studio che documenta sette casi di tireotossicosi – un’eccessiva attività ormonale della tiroide – in seguito alla somministrazione di un vaccino anti COVID-19.

Gli autori scrivono: “Dopo la vaccinazione, i sintomi tiroidei [thyroid], tra cui dolore al collo o debolezza agli arti inferiori, sono stati giudicati causati dal vaccino”.

Un mese dopo, un altro gruppo di scienziati ha pubblicato uno studio che riportava un caso di ingrossamento doloroso della tiroide – chiamato “tiroidite subacuta” – dopo la vaccinazione anti COVID-19.

Il 10 giugno il CDC ha pubblicato dei dati che mostrano un totale di 1.301.356 segnalazioni di eventi avversi a seguito di vaccinazioni anti COVID-19, inviate tra il 14 dicembre 2020 e il 10 giugno 2022 al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), come riporta The Defender.

Più di 5.000 degli eventi avversi segnalati erano legati a problemi di fertilità.

Il VAERS è il sistema principale, finanziato dal governo, per la segnalazione degli eventi avversi alle vaccinazioni negli Stati Uniti.

“Quello che ho visto negli ultimi due anni non ha precedenti”

Il dottor James Thorp, medico con molte pubblicazioni al suo attivo, abilitato in ostetricia, ginecologia e medicina materno-fetale, che pratica l’ostetricia da più di 42 anni, ha dichiarato a The Epoch Times il 27 aprile:

“Ho visto molte, molte, molte complicazioni nelle donne in gravidanza, nelle mamme e nei feti, nei bambini, nella prole… morte fetale, aborto spontaneo, morte del feto nel ventre della madre.

“Quello che ho visto negli ultimi due anni è senza precedenti”.

Thorp è stato ospite dell’episodio di CHD.TV del 16 giugno di “Doctors & Scientists”, dove ha condiviso i dati che indicano che 1.283 anomalie mestruali associate alla vaccinazione anti COVID-19 sono state segnalate al VAERS ogni mese, a partire dal 27 febbraio.

Tuttavia, l’American College of Obstetricians and Gynecologists “raccomanda vivamente che le persone in gravidanza siano vaccinate contro la COVID-19” e aggiunge che la vaccinazione completa delle donne in gravidanza dovrebbe essere una “priorità”.

L’ex vicepresidente della Pfizer, Michael Yeadon, ha dichiarato che le preoccupazioni sul possibile impatto del vaccino sulla fertilità erano note fin dall’inizio, ma sono state trascurate.

Yeadon ha dichiarato a The Epoch Times:

“Il 1° dicembre 2020, abbiamo descritto in dettaglio una serie di preoccupazioni di tossicologia meccanicistica che consideravamo si dovessero tenere in considerazione fino a prova contraria. Tra questi, vi era la previsione di impatti negativi sul concepimento e sulla capacità di portare avanti una gravidanza.

“È importante notare che nessuno di questi agenti basati sui geni aveva completato la cosiddetta ‘tossicologia riproduttiva’. A distanza di oltre un anno, questa serie di test sugli animali non è ancora stata effettuata. Quindi non c’era e non c’è tuttora alcun pacchetto di dati a sostegno della sicurezza in gravidanza o prima del concepimento.

“Nel corso del 2021, mi sono imbattuto in altre due prove che rendevano molto più probabile l’esistenza di effetti negativi sulla gravidanza da parte dei ‘vaccini’ anti COVID-19”.

“Sembrava che qualcuno avesse tentato di eliminare le nostre preoccupazioni, cercando prove del particolare problema di cui avevamo avvertito nel dicembre 2020. Purtroppo, non hanno fatto altro che rafforzare le nostre preoccupazioni. Avevamo previsto il rischio che, rispondendo alla parte sintetica della proteina spike del virus, il sistema immunitario delle donne avrebbe risposto anche alla propria proteina placentare.

“Questo è esattamente ciò che è stato riportato nell’ articolo in pre-stampa“.

Questa evidenza ha segnalato il vaccino come pericoloso per le donne in età riproduttiva.

“Sulla base di questa sola preoccupazione”, ha dichiarato Yeadon, “tutti questi prodotti sperimentali, come classe, avrebbero dovuto essere completamente controindicati nelle donne prima della menopausa”.

Un altro problema di fertilità trascurato era che “i prodotti a base di mRNA (Pfizer e Moderna) si sarebbero accumulati nelle ovaie”, ha detto Yeadon.

“Nessuno nel settore o nei principali media può affermare di non essere a conoscenza di questi rischi per il successo della gravidanza”, ha dichiarato Yeadon a The Epoch Times.

I cicli mestruali delle donne sono influenzati dai vaccini, ha dichiarato la dottoressa Christiane Northrup a The Epoch Times.

“Le donne hanno perdite di sangue”, ha dichiarato la Northrup, ostetrica e ginecologa con più di 30 anni di esperienza.

“I medici della nostra zona fanno isterectomie a donne giovani, intorno ai trenta anni di età, e dicono: ‘Oh, non è insolito'”, ha detto.

“Lasciatemi dire, come ginecologa certificata, che questo è molto insolito. Le donne hanno problemi di mestruazioni un po’ dappertutto… Avevo un enorme gruppo Facebook di migliaia di donne che parlavano di questa situazione, che è stato rimosso”, ha aggiunto Northrup.

Gli esperti discutono di infertilità e vaccini su CHD.TV

La settimana scorsa la Northrup è stata ospite di CHD.TV al “Friday Roundtable’ Episode 11: Infertility: A Diabolical Agenda Expert Q+A” (Tavola rotonda del venerdì, episodio 11: Infertilità: Un piano diabolico – domande e risposte con esperti).

Tra gli altri ospiti, il dottor Andrew Wakefield, il dottor Brain Hooker, la dottoressa Liz Mumper e Mary Holland, presidente e consulente legale della Children’s Health Defense.

Il gruppo di esperti ha discusso il nuovo film documentario di CHD, “Infertility: A Diabolical Agenda“, diretto da Wakefield e prodotto da Robert F. Kennedy Jr. – che rivela come la fertilità di alcune donne africane sia stata eliminata grazie a un programma sperimentale di vaccinazione antitetanica.

Gli ospiti della tavola rotonda hanno discusso il film in relazione all’attuale programma di vaccinazione anti COVID-19, evidenziando gli impatti del vaccino sulla fertilità umana.

Guarda l’episodio di CHD.TV qui: