I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno rilasciato oggi nuovi dati che mostrano che tra il 14 dicembre 2020 e il 1 aprile 2022 sono state presentate un totale di 1.217.333 segnalazioni di eventi avversi in seguito a vaccinazioni anti COVID al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS). Il VAERS è il sistema principale, finanziato dal governo, per la segnalazione degli eventi avversi da vaccino negli Stati Uniti.

I dati includevano un totale di 26.699 segnalazioni di decessi – un aumento di 303 rispetto alla settimana precedente – e 217.301 di lesioni gravi, inclusi i decessi, durante lo stesso periodo di tempo – in aumento di 2.780 rispetto alla settimana precedente.

Escludendo le “segnalazioni estere” al VAERS, negli Stati Uniti tra il 14 dicembre 2020 e il 1° aprile 2022 sono stati segnalati 803.613 eventi avversi, compresi 12.304 decessi e 79.094 lesioni gravi.

Le segnalazioni provenienti da fonti estere sono segnalazioni che le filiali estere inviano ai produttori di vaccini statunitensi. Secondo le normative della Food and Drug Administration (FDA, Agenzia federale per il Controllo degli Alimenti e dei Medicinali degli Stati Uniti) se un produttore viene informato di una segnalazione proveniente da una fonte estera che descrive una reazione avversa che non solo è grave ma non appare sull’etichettatura del prodotto, il produttore è tenuto a inviare la segnalazione al VAERS.

Dei 12.304 decessi statunitensi segnalati a partire dal 1° aprile, il 17% si è verificato entro 24 ore dalla vaccinazione, il 21% entro 48 ore dalla vaccinazione e il 59% si è verificato in persone che hanno avuto un inizio dei sintomi entro 48 ore dalla vaccinazione.

Negli Stati Uniti, al 1° aprile erano state somministrate 561 milioni di dosi di vaccino anti COVID, di cui 331 milioni di dosi Pfizer, 211 milioni di dosi Moderna e 19 milioni di dosi Johnson & Johnson (J&J).

Ogni venerdì, il VAERS pubblica le segnalazioni degli eventi avversi causati dai vaccini a partire da una data specifica. Le segnalazioni inviate al VAERS richiedono ulteriori indagini prima che si possa confermare una relazione causale.

Storicamente, è stato dimostrato che il VAERS riporta solo l’1% degli effettivi eventi avversi da vaccino.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 1° aprile 2022 per i bambini dai 5 agli 11 anni mostrano:

  • 10.157 eventi avversi, di cui 239 classificati come gravi e 5 decessi segnalati.
    La morte più recente riguarda un bambino di 7 anni (VAERS I.D. 2152560) di Washington D.C., (distretto della Columbia) che è deceduto 13 giorni dopo la somministrazione della prima dose del vaccino anti COVID-19 della Pfizer quando è andato in shock anafilattico e ha subito un arresto cardiaco. Ogni tentativo di rianimazione è fallito ed è deceduto al Pronto Soccorso.
  • 17 segnalazioni di miocardite e pericardite (infiammazione cardiaca).
    I CDC usano una definizione di casistica ristretta riguardo la “miocardite”, che esclude i casi di arresto cardiaco, di ictus ischemico e di decesso dovuti a problemi cardiaci che si verificano prima che il paziente abbia la possibilità di recarsi al pronto soccorso.
  • 38 segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 1° aprile 2022, per i ragazzi dai 12 ai 17 anni mostrano:

  • 30.954 eventi avversi, di cui 1.778 classificati come gravi e 44 decessi segnalati.
    La morte più recente riportata al VAERS riguarda una ragazza di 15 anni (VAERS I.D. 2201554) del Sud Dakota che ha sviluppato la COVID nonostante avesse ricevuto due dosi di Pfizer/BioNTech. Ha ricevuto la prima dose di Pfizer il 30 luglio 2021 e la seconda il 20 agosto 2021. Si è presentata al pronto soccorso il 15 gennaio 2022, con dolori addominali, è risultata positiva al COVID, è stata messa su un ventilatore e successivamente è deceduta.
  • 68 segnalazioni di shock anafilattico in ragazzi dai 12 ai 17 anni d’età, in cui la reazione è risultata pericolosa per la vita, ha richiesto un trattamento ospedaliero o ha provocato il decesso — con il 96% dei casi attribuiti al vaccino della Pfizer.
  • 650 segnalazioni di miocardite e pericardite, tra cui 638 casi attribuiti al vaccino della Pfizer.
  • 165 segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue, con tutti i casi attribuiti al vaccino della Pfizer.

I dati VAERS statunitensi dal 14 dicembre 2020 al 1° aprile 2022, per tutti i gruppi di età combinati, mostrano:

34enne muore due settimane dopo il vaccino Pfizer, il CDC non indaga

Un uomo di 34 anni è morto improvvisamente solo due settimane dopo aver ricevuto la sua prima dose di vaccino anti COVID Pfizer per una dissezione aortica acuta – un’emergenza medica rara in cui si strappa lo strato interno del grande vaso sanguigno che si dirama dall’aorta del cuore. La condizione colpisce soprattutto gli uomini tra i 60 e i 70 anni.

In un’intervista esclusiva con The Defender, la madre di Victor Castillo Simoes, Henrietta, ha detto che l’unico sintomo di suo figlio è stato il dolore al petto che provava poco prima di morire.

Dopo la sua morte, Henrietta ha detto che i test hanno escluso fattori genetici che avrebbero potuto causare la condizione cardiaca, e un prestigioso ricercatore che segue la famiglia ha condiviso il suo sospetto che il vaccino abbia innescato l’evento.

Henrietta il 9 settembre ha segnalato la morte di suo figlio al VAERS. Il CDC ha offerto le sue condoglianze ma non ha indagato sulla morte di Simoes.

Secondo il sito del VAERS, il CDC segue solo le segnalazioni classificate come gravi “cercando di ottenere le cartelle cliniche per capire meglio l’evento”.

Nel caso di molte storie di lesioni da vaccino riportate da The Defender – compresa quella di Simoes – le cartelle cliniche non sono disponibili per coloro che muoiono improvvisamente dopo aver ricevuto un vaccino anti COVID e non hanno raggiunto in tempo un ospedale per essere curati.

Secondo il sito VAERS, questo significa che il CDC non indaga queste morti segnalate.

I consulenti della FDA per i vaccini discutono del declino dell’efficacia dei vaccini e ignorano i feriti da vaccino

Il comitato consultivo sui vaccini della FDA si è riunito mercoledì per discutere le seconde dosi di richiamo dei vaccini anti COVID per gli americani.

Dopo nove ore e mezza, il Comitato consultivo per i vaccini e i prodotti biofarmacologici correlati (VRBPAC) non è riuscito a raggiungere un consenso, anche se la settimana scorsa sia il CDC che la FDA hanno autorizzato, senza grande clamore, un richiamo aggiuntivo per le persone oltre i 50 anni e gli immunocompromessi.

Durante la riunione, i membri del comitato hanno determinato che una seconda dose di richiamo potrebbe essere efficace, ma non erano sicuri per quanto tempo. Il comitato non sapeva come definire l’efficacia o quando una nuova formulazione del vaccino sarebbe stata necessaria per affrontare nuove varianti.

È stato anche rivelato che una seconda dose è stata autorizzata sulla base di dati provenienti da Israele che non erano stati sottoposti a peer-reviewing. Il governo di Israele ha offerto il secondo richiamo agli israeliani oltre i 60 anni (non 50) almeno quattro mesi dopo la loro terza dose e ha seguito i partecipanti solo per 8 settimane.

I risultati hanno mostrato che l’efficacia del vaccino ha cominciato a diminuire presto dopo il secondo richiamo (quattro settimane per quanto riguarda l’infezione e sette settimane per la malattia grave).

La malattia grave definita nello studio non corrisponde alla posizione del comitato, che aveva sempre definito la malattia grave come una malattia che richiede l’ospedalizzazione.

Il dottor Peter Marks, direttore della divisione vaccini della FDA, Centro per la valutazione e la ricerca dei biofarmaci, ha ammesso durante la riunione che la quarta dose di vaccino approvata la scorsa settimana era una “misura tappabuchi” – in altre parole, una misura temporanea da attuare fino a quando non si trova una soluzione adeguata in futuro.

Pfizer ha assunto segretamente più di 600 persone per elaborare le segnalazioni di lesioni da vaccino

I documenti rilasciati da poco, ottenuti tramite una richieste in base al Freedom of Information Act (Legge sulla libertà di informazione), hanno rivelato che la Pfizer ha assunto circa 600 dipendenti a tempo pieno in più per elaborare le segnalazioni di eventi avversi durante i tre mesi successivi all’autorizzazione all’uso di emergenza del suo vaccino anti COVID-19.

L’azienda diceva di prevedere che avrebbe assunto un totale di 1.800 risorse aggiuntive entro la fine di giugno 2021, secondo i documenti.

Il blocco di 10.000 pagine rilasciate il 1 aprile dalla FDA mostra che fino al 28 febbraio 2021, c’erano state un totale di 42.086 segnalazioni di casi (25.379 medicalmente confermati e 16.707 non confermati medicalmente) contenenti 158.893 eventi avversi ricevuti da 63 paesi.

La maggior parte degli eventi avversi riportati erano in “Classi di organi del sistema” con eventi di reattogenicità che includevano disturbi generali e problemi nel sito di somministrazione (51.335), disturbi del sistema nervoso (25.957), muscoloscheletrico, disturbi del tessuto connettivo (17.283) e disturbi gastrointestinali (14.096).

Nonostante i risultati, Pfizer ha detto alla FDA che il suo vaccino era “sicuro e ben tollerato in adulti sani da 18 a 55 anni di età, senza risultati di sicurezza imprevisti”.

Pfizer sapeva che l’immunità naturale era efficace quanto il vaccino anti COVID

Come riportato da The Defender il 6 aprile, i documenti della Pfizer rilasciati il 1 aprile hanno anche confermato che alla Pfizer sapevano che l’immunità naturale era efficace quanto il loro vaccino anti COVID nel prevenire la malattia grave.

In una discussione con i co-conduttori di “Rising” Robby Soave e Ryan Grim, Kim Iversen ha identificato quella che ha detto essere la “prima rivelazione esplosiva” dei documenti: il fatto che “l’immunità naturale funziona, e Pfizer lo sa”.

Iversen ha detto che i dati degli studi clinici hanno mostrato che le persone con una precedente infezione da COVID non hanno avuto alcuna differenza nell’esito rispetto alle persone vaccinate.

Nello studio limitato, nessuno dei vaccinati o delle persone con infezione precedente ha avuto la malattia grave, come definita dal CDC o dalla FDA.

I dati hanno anche mostrato che i tassi di infezione erano “statisticamente identici” tra i vaccinati e le persone con immunità naturale.

Children’s Health Defense incoraggia chiunque abbia avuto una reazione avversa, a qualsiasi vaccino, a fare una segnalazione seguendo questi tre punti.