I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno pubblicato oggi nuovi dati che dimostrano che tra il 14 dicembre 2020 e il 15 luglio 2022 sono state inviate al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) un totale di 1.350.950 segnalazioni di eventi avversi in seguito al vaccino anti COVID-19. Si tratta di un aumento di 9.342 eventi avversi rispetto alla settimana precedente.

Il VAERS è il sistema principale, finanziato dal governo, per la segnalazione degli eventi avversi da vaccino negli Stati Uniti.

I dati comprendono un totale di 29.635 segnalazioni di decessi – con un aumento di 175 rispetto alla settimana precedente – e 246.676 lesioni gravi, compresi i decessi, nello stesso periodo di tempo – con un aumento di 3.210 rispetto alla settimana precedente.

Dei 29.635 decessi segnalati, 19.150 casi sono attribuiti al vaccino anti COVID-19 di Pfizer, 7.850 casi a Moderna e 2.577 casi a Johnson & Johnson (J&J).

Escludendo le “segnalazioni estere” al VAERS, negli Stati Uniti tra il 14 dicembre 2020 e il 15 luglio 2022 sono stati segnalati 845.611 eventi avversi, compresi13.705 decessi e 86.131 lesioni gravi.

Le segnalazioni provenienti da fonti estere sono segnalazioni che le filiali estere inviano ai produttori di vaccini statunitensi. Secondo le normative della Food and Drug Administration (FDA, Agenzia federale per il Controllo degli Alimenti e dei Medicinali degli Stati Uniti) se un produttore viene informato di una segnalazione proveniente da una fonte estera che descrive una reazione avversa che non solo è grave ma non appare sull’etichettatura del prodotto, il produttore è tenuto a inviare la segnalazione al VAERS.

Dei 13.705 decessi segnalati negli Stati Uniti al 15 luglio, il 7% si è verificato entro 24 ore dalla vaccinazione, il 15% entro 48 ore dalla vaccinazione e il 54% si è verificato in persone che hanno manifestato i primi sintomi entro 48 ore dalla vaccinazione.

Negli Stati Uniti, al 13 luglio erano state somministrate 599 milioni di dosi di vaccino anti COVID-19, di cui 354 milioni di dosi di Pfizer, 226 milioni di dosi di Moderna e 19 milioni di dosi di Johnson & Johnson (J&J).

dati vaers lesioni da vaccino 22 luglio

Ogni venerdì, il VAERS pubblica le segnalazioni degli eventi avversi attribuiti ai vaccini a partire da una data specifica. Le segnalazioni inviate al VAERS richiedono ulteriori indagini prima che si possa confermare una relazione causale.

Storicamente, è stato dimostrato che il VAERS riporta solo l’1% degli effettivi eventi avversi da vaccino.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 15 luglio 2022, per i bambini da 6 mesi a 5 anni, mostrano:

Il CDC usa una definizione di casistica ristretta riguardo la “miocardite”, che esclude i casi di arresto cardiaco, di ictus ischemico e di decesso dovuti a problemi cardiaci che si verificano prima che il paziente abbia la possibilità di recarsi al pronto soccorso.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 15 luglio 2022 per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni mostrano:

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 15 luglio 2022 per i bambini tra i 12 e i 17 anni:

  • 62 segnalazioni di anafilassi tra ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni, in cui la reazione è stata pericolosa per la vita, ha richiesto un trattamento o ha portato al decesso, con il 97% dei casi attribuito al vaccino Pfizer.
  • 656 segnalazioni di miocardite e pericardite, con 644 casi attribuiti al vaccino Pfizer.
  • 164 segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue con tutti i casi attribuiti a Pfizer.
  • 20 casi di sindrome da tachicardia posturale ortostatica (POTS), tutti casi attribuiti al vaccino Pfizer.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 15 luglio 2022, per tutte le fasce d’età, mostrano:

Children’s Health Defense (CHD) incoraggia chiunque abbia subito una reazione avversa a qualsiasi vaccino di effettuare una segnalazione seguendo questi tre punti.

Biden: “Non prenderete la COVID se avete fatto queste vaccinazioni”.

Giovedì la Casa Bianca ha annunciato che il presidente Joe Biden è risultato positivo alla COVID-19 nonostante abbia ricevuto due dosi di vaccino della serie primaria e due di richiamo.

L’addetto stampa della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, ha dichiarato che i sintomi di Biden sono “lievi” e che ha iniziato a prendere il Paxlovid della Pfizer, autorizzato per il trattamento della “COVID-19 da lieve a moderata” e associato a una COVID-19 di rimbalzo.

Gli studi clinici per il farmaco non includevano persone che, come Biden, avevano ricevuto il vaccino anti COVID-19.

Quando durante l’incontro con la stampa gli è stato chiesto dove Biden avesse contratto la COVID-19, Jean-Pierre ha risposto che non ha importanza: la cosa più importante è che fosse completamente vaccinato e con due dosi di richiamo.

Dopo l’annuncio, è rapidamente riapparso un video con le precedenti osservazioni fatte da Biden durante una conferenza della CNN esattamente un anno prima della data in cui gli è stata diagnosticata la COVID-19.

“Non prenderete la COVID se avete fatto queste vaccinazioni”, aveva detto Biden durante l’evento.

1 persona su 5.000 colpita da una grave reazione avversa alle iniezioni anti COVID in Germania

Il Ministero della Salute tedesco ha ammesso mercoledì che 1 vaccinazione anti COVID-19 su 5.000 causa “gravi effetti collaterali”.

Anche se probabilmente si tratta di una “sottostima” dovuta alla segnalazione volontaria, l’ammissione implica che quasi 300.000 americani ed europei hanno avuto un evento avverso grave dopo la somministrazione di un vaccino Pfizer-BioNTech o Moderna.

La cifra proviene da un rapporto sulla sicurezza delPaul Ehrlich Institut (PEI) che riassume i casi sospetti di effetti collaterali e complicazioni da vaccinazione tra il 27 dicembre 2020, quando la Germania ha lanciato la campagna di vaccinazione, e il 31 marzo 2022.

In quel periodo, in Germania sono state somministrate 172.062.925 vaccinazioni: di queste, il 17,1% erano di Spikevax, il 7,4% di AstraZeneca, il 2,1% di Janssen (Johnson & Johnson) e lo 0,1% di Novavax.

Nello stesso periodo, il PEI ha ricevuto 296.233 segnalazioni di sospetti effetti collaterali. Il tasso di segnalazione è stato di 1,7 per 1.000 dosi di vaccino per tutti i vaccini combinati e 0,2 segnalazioni di reazioni gravi per 1.000 dosi.

Secondo il PEI, il tasso di reazioni avverse frequenti riportato include miocardite (1,3 casi per 100.000 persone), tachicardia (8,19 casi) e linfoadenopatia (11,52 casi).

Circa l’1% (2.810) dei casi è risultato in un decesso e il 4% dei casi riguardava danni permanenti. In totale sono state segnalate 5.862 sospette reazioni avverse in bambini e adolescenti.

Cardiologo sostiene la posizione di Djokovic contro il vaccino anti COVID

Il cardiologo Peter McCullough ha difeso la posizione del tennista Novak Djokovic contro il vaccino anti COVID-19, in seguito alle affermazioni che i vaccini a mRNA possono causare danni al cuore, secondo quanto riportato da Tennis World USA.

In base alle leggi statunitensi sui vaccini, gli stranieri devono esibire una prova di vaccinazione al momento dell’ingresso nel Paese. Djokovic, 35 anni, non è stato vaccinato contro la COVID-19 e potrebbe non partecipare agli US Open a causa del suo stato di vaccinazione.

“I vaccini anti COVID-19, tutti, nella letteratura medica ci sono più di 200 articoli, causano tutti danni al cuore e questa è l’ultima cosa che un atleta può rischiare”, ha detto McCullough.

“I danni al cuore possono portare a insufficienza cardiaca o, tragicamente, a morte improvvisa. È chiaro che ha fatto la scelta giusta e che i danni da vaccino vanno oltre il cuore. Ci possono essere danni al muscolo scheletrico, ai nervi, al cervello, quindi gran parte di ciò che fa di un tennista un tennista d’élite è a rischio quando assume il vaccino anti COVID-19”.

Djokovic, che ha recentemente vinto Wimbledon, ha confermato che non intende sottoporsi al vaccino anti COVID-19 prima degli US Open, né forzerà il suo ingresso negli Stati Uniti.

Il CDC autorizza Novavax nonostante preoccupanti effetti collaterali

Martedì scorso, i consulenti del CDC hanno raccomandato all’unanimità il vaccino anti COVID-19 Novavax, nonostante la presenza di un tensioattivo problematico, il polisorbato 80, e di un coadiuvante nanoparticolato mai approvato prima, chiamato Matrix-M, contenuto nel vaccino.

I media ritraggono l’iniezione Novavax come una “svolta” rispetto alle iniezioni di terapia genica veicolate da mRNA e adenovirus, sostenendo che dovrebbe essere “rassicurante per coloro che sono esitanti”.

Per invogliare ulteriormente i non vaccinati a ricevere il vaccino anti COVID-19, i titoli dei giornali riportano l’affermazione fuorviante che il vaccino Novavax è “privo di effetti collaterali”.

Tuttavia, un giorno dopo che la FDA ha rilasciato l’autorizzazione all’uso d’emergenza per Novavax, l’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) ha fatto un proprio annuncio, dichiarando che stava aggiornando le informazioni sul prodotto per l’iniezione anti COVID-19 Novavax per rendere noti i “nuovi” effetti collaterali.

L’elenco degli effetti collaterali stilato dall’EMA comprendeva “gravi reazioni allergiche (anafilassi [anaphylaxis] ) e una sensazione insolita o ridotta della pelle” (chiamate rispettivamente parestesia e ipoestesia).

L’EMA ha inoltre dichiarato che sta valutando la miocardite e la pericardite come effetti collaterali di Novavax, segnali di sicurezza che erano presenti anche nel documento informativo della FDA.

Il 42% delle donne riporta mestruazioni più intense dopo l’iniezione anti COVID

Nel più ampio studio di questo tipo finora condotto, il 42% delle donne con mestruazioni regolari ha riportato perdite tra un ciclo e l’altro dopo aver ricevuto il vaccino anti COVID-19.

Il campione dell’indagine comprendeva 39.129 partecipanti di età compresa tra i 18 e gli 80 anni, attualmente o precedentemente mestruate, che erano state completamente vaccinate con i vaccini di Pfizer-BioNTech, Moderna, J&J, Novavax o AstraZeneca e che non avevano avuto in precedenza la COVID-19.

Tra le partecipanti che in genere non hanno mestruazioni, il 71% delle persone che assumono contraccettivi a lunga durata d’azione, il 39% delle persone che assumono ormoni di conferma del genere e il 66% delle donne in postmenopausa hanno riportato perdite.

Tra le donne non mestruate, in premenopausa e in trattamento ormonale, il 65,7% ha avuto delle perdite dopo aver ricevuto il vaccino anti COVID-19 e il 66,0% delle intervistate in postmenopausa ha riportato delle perdite.

I ricercatori hanno affermato che la combinazione di una storia riproduttiva che include una gravidanza ma non un parto in passato è associata al rischio più elevato di avere un flusso più pesante, sebbene anche l’aver avuto una gravidanza e un parto sia associato a un flusso più pesante.