Il secondo blocco di “Twitter files” rilasciati giovedì rivela come la piattaforma mantenesse delle “liste nere segrete” e applicasse lo “shadow banning” [pratica in cui si blocca un utente di social media a sua insaputa rendendo i suoi post o commenti invisibili, NdT] ad alcuni utenti nonostante le precedenti smentite.

L’ultima di una serie di rivelazioni sorprendenti e di cambiamenti su larga scala in Twitter dopo l’acquisizione da parte di Elon Musk si aggiunge alle precedenti rivelazioni sulle interferenze elettorali – tra cui la soppressione della storia del laptop di Hunter Biden prima delle elezioni presidenziali statunitensi del 2020 – e sulla diffusa censura scientifica.

L'”amnistia generalizzata” degli account precedentemente sospesi e la reintegrazione da parte di Musk, nel corso dell’ultimo mese, di molti di questi account – tra cui quello dell’ex presidente Donald Trump – ha suscitato l’ira di molti legislatori democratici e di entità di sinistra, ma ha goduto di un ampio sostegno da parte di repubblicani e libertari.

Le proteste dei Democratici e di enti come l’UE e attori privati di Big Tech e Big Media come Apple e CBS hanno ulteriormente complicato i piani di Musk per Twitter, tra indagini contro le società di Musk e minacce da parte dell’UE di vietarne l’uso nel blocco dei 27 Paesi.

Un “gruppo segreto” di Twitter prese decisioni “politicamente sensibili”

In una serie di tweet giovedì, Bari Weiss, fondatore ed editore di The Free Press, ha rivelato informazioni sulle “liste nere segrete” e su altre pratiche di censura messe in atto da Twitter.

Weiss ha twittato, tra le altre cose:

“Una nuova indagine di #TwitterFiles rivela che dei team di dipendenti di Twitter creano liste nere, impediscono ai tweet (o interventi) indesiderati di diventare di tendenza e limitano attivamente la visibilità di interi account o addirittura di argomenti di tendenza, il tutto in segreto, senza informarne gli utenti”.

“Una volta Twitter aveva la missione di ‘dare a tutti il potere di creare e condividere idee e informazioni all’istante, senza barriere’. Nondimeno, andando avanti, le barriere sono state erette comunque”.

The Epoch Times ha riferito che Weiss sta collaborando con Musk e con il giornalista indipendente Matt Taibbi per rendere pubblici i documenti interni di Twitter, rivelando le pratiche della piattaforma Big Tech prima dell’acquisizione dell’azienda da parte di Musk.

Weiss ha rivelato che tra gli account di utenti precedentemente presi di mira da Twitter c’era anche quello del dottor Jay Bhattacharaya, professore della Stanford University School of Medicine, che aveva criticato i vaccini e le contromisure COVID-19.

Secondo The Epoch Times, “Bhattacharya era stato inserito nella lista per aver dichiarato che i bambini sarebbero stati danneggiati dai lockdown da COVID-19. Questa azione ha impedito ai suoi tweet di fare tendenza”.

Tra gli altri account presi di mira per la censura ci sono quelli di Libs of TikTok, del conduttore di talk show conservatore Dan Bongino, inserito in una “lista nera di ricerca”, e dell’attivista conservatore Charlie Kirk, fondatore di Turning Point USA, inserito in una lista “Do Not Amplify” (non amplificare).

Tali pratiche, e in particolare lo “shadow banning”, sono state definite internamente dai dirigenti e dai dipendenti di Twitter come “filtraggio della visibilità” o “VF”.

Questo arsenale di pratiche ha permesso a Twitter di rendere difficile per altri utenti cercare tali account, per rendere i singoli tweet più difficili da trovare, per impedire che i tweet apparissero nella sezione “trending” (di tendenza) di Twitter e per bloccare la visualizzazione dei tweet nelle ricerche di hashtag, “il tutto all’insaputa degli utenti”, secondo Weiss.

Secondo Weiss, molte decisioni sono state prese da un “gruppo segreto“, lo Strategic Response Team-Global Escalation Team (SRT-GET, Squadra per la risposta strategica-Squadra per l’intensificazione globale), composto da ex dirigenti di Twitter, tra cui Vijaya Gadde, responsabile del settore legale, delle politiche pubbliche e della fiducia; Yoel Roth, responsabile della fiducia e della sicurezza; e gli amministratori delegati Jack Dorsey e Parag Agrawal.

Secondo Weiss, “è qui che sono state prese le decisioni più importanti e delicate dal punto di vista politico”.

Tuttavia, Twitter ha affermato in precedenza di non applicare lo “shadow banning” o altre pratiche simili.

Giovedì Musk ha ritwittato un paio di tweet del 2018 di Gadde e Kayvon Beykpour, ex responsabile dei prodotti di Twitter, in cui affermavano: “non facciamo shadow banning… e certamente non facciamo shadow banning basati su punti di vista politici o ideologici”.

Secondo The Epoch Times, Weiss ha detto che ci sono “altre cose in arrivo su questa storia” che saranno pubblicate da The Free Press e rese pubbliche anche attraverso la rivelazione di una “terza parte” dei “Twitter files”.

“Siamo solo all’inizio delle nostre divulgazioni”, ha detto Weiss. “I documenti non possono raccontare tutta la storia a questo punto”.

Musk ha annunciato giovedì, in un tweet separato:

Persino Dorsey – coinvolto in precedenti tentativi di censurare i contenuti su Twitter grazie alla sua partecipazione all’SRT-GET – ha chiesto maggiore trasparenza, twittando mercoledì:

Tuttavia, Musk ha dovuto affrontare l’opposizione, soprattutto da parte dei Democratici e della Sinistra, per l'”amnistia generale” che ha offerto agli utenti di Twitter sospesi e per il ripristino dell’account di Trump, a seguito di un sondaggio tra gli utenti di Twitter pubblicato da Musk su Twitter.

Twitter ha preso “misure straordinarie” per sopprimere le informazioni su Hunter Biden

The Gateway Pundit – parte di un gruppo di individui e organizzazioni che hanno citato in giudizio diversi funzionari dell’amministrazione Biden con l’accusa di aver fatto pressione sulle piattaforme di social media perché censurassero contenuti e singoli utenti – il 2 dicembre ha ripubblicato una serie di tweet di Taibbi che rivelavano la censura da parte di Twitter della storia del laptop di Hunter Biden, e le ragioni evidenti nel retroscena di questa pratica.

Secondo Taibbi, se “Twitter nella sua concezione è stato uno strumento brillante per consentire una comunicazione di massa istantanea, rendendo possibile per la prima volta una vera e propria conversazione globale in tempo reale”, presto sono seguite pressioni esterne per censurare o manipolare il discorso.

Con il passare del tempo“, ha twittato Taibbi, “l’azienda è stata lentamente costretta ad aggiungere quelle barriere. Alcuni dei primi strumenti di controllo del linguaggio sono stati progettati per combattere spam e frodi finanziarie.

Tra le richieste ce ne erano anche alcune provenienti direttamente dalla campagna elettorale per le presidenziali di Biden per il 2020, secondo Taibbi, che ha twittato:

“Entro il 2020, le richieste di cancellazione di tweet da parte di attori collegati erano di routine. Un dirigente scriveva a un altro: ‘Altre cose da rivedere segnalate dal team di Biden‘. La risposta che tornava indietro: ‘Gestito'”.

Ha continuato: “Sia VIP che sconosciuti potevano essere rimossi o soggetti a revisione per volere di un partito politico”, riferendosi al Partito Democratico e al Comitato Nazionale Democratico e agli sforzi compiuti per colpire persone famose che criticavano Biden, come James Woods.

Le richieste provenivano da entrambi i partiti e da entrambe le campagne, ha scritto Taibbi, anche se ha osservato che “poiché Twitter era ed è composto per la maggior parte da persone di un unico orientamento politico, c’erano più canali, più modi per lamentarsi, aperti alla sinistra (be’, ai democratici) che alla destra”.

Il 14 ottobre 2020, quando il New York Post ha pubblicato “Le e-mail segrete di Biden“, Twitter ha adottato misure straordinarie per sopprimere la storia, rimuovendo i link e pubblicando avvisi che la storia poteva essere “non sicura”. Ne hanno persino bloccato la trasmissione tramite “direct message” (messaggio diretto), uno strumento fino ad allora riservato a casi estremi, come la pedopornografia”, ha detto Taibbi..

Questa decisione ha fatto sì che il New York Post e l’allora portavoce della Casa Bianca Kayleigh McEnany venissero bloccati dai loro account Twitter – McEnany per una presunta violazione della politica di Twitter sul “materiale violato”.

“La decisione è stata presa ai più alti livelli dell’azienda, ma all’insaputa dell’amministratore delegato Jack Dorsey, con l’ex responsabile del settore legale, politico e fiduciario Vijaya Gadde che ha svolto un ruolo fondamentale”, ha dichiarato Taibbi.

Secondo Taibbi, questa decisione è stata presa – e poi mantenuta – nonostante l’azienda sapesse che le sospensioni e la censura non avevano alcun fondamento, in base alle politiche di Twitter.

Secondo Taibbi, un ruolo chiave nella soppressione della storia del laptop di Hunter Biden nel 2020 è stato svolto da James Baker, un ex avvocato dell’FBI che è diventato vice consigliere generale di Twitter e che ha consigliato all’azienda di continuare a censurare la storia perché [in questo caso] “la prudenza è giustificata”.

Il 6 dicembre Musk ha annunciato il licenziamento di Baker da parte di Twitter, dichiarando: “Alla luce delle preoccupazioni sul possibile ruolo di Baker nella soppressione di informazioni importanti per il dialogo pubblico, oggi è stato allontanato da Twitter”.

Taibbi ha fornito un ulteriore contesto per questa decisione, notando che Baker stava “vagliando il primo blocco di ‘Twitter files’ – senza essere a conoscenza della nuova gestione”.

In un tweet successivo, Musk ha affermato che la “spiegazione” di Baker riguardo ai suoi tentativi di rallentare il rilascio del primo blocco di questi documenti “non era… convincente”.

Musk ha fatto ulteriori allusioni al probabile ruolo di Twitter nelle interferenze elettorali in alcuni tweet recenti. Il 30 novembre, riferendosi alle elezioni americane, Musk ha twittato:

Il 3 dicembre, Musk ha commentato le recenti elezioni presidenziali brasiliane, in cui il candidato di sinistra Luiz Inácio Lula da Silva è stato dichiarato vincitore, provocando la contestazione legale da parte del presidente in carica, Jair Bolsonaro, che in precedenza si era opposto alle misure restrittive da COVID-19:

Dopo la diffusa censura del dibattito scientifico, nuovi appelli ad aggiungere altre voci

Le pratiche di censura di Twitter nei confronti di persone che hanno criticato apertamente le politiche ufficiali COVID-19 evidenziano pratiche più ampie che erano la norma in Twitter prima che Musk prendesse il controllo dell’azienda.

Nei commenti riportati il 5 dicembre da ZeroHedge, Roth ha affermato che la rimozione della censura sulla COVID-19 su Twitter in seguito all’acquisizione di Musk è stata “cattiva e dannosa” – anche se non ha chiarito queste osservazioni, fatte nonostante abbia definito la censura della storia del laptop di Hunter Biden come un “errore”.

Tuttavia, sono state avanzate richieste di allentamento delle politiche relative alle informazioni mediche e alla COVID-19 in particolare.

Ad esempio, in un tweet del 1° dicembre, l’imprenditore miliardario Mark Cuban ha chiesto apertamente a Musk di consentire una maggiore trasparenza nelle informazioni mediche pubblicate su Twitter, attraverso un processo di votazione. Cuban ha twittato:

Il 5 dicembre, la dottoressa Simone Gold, un’altra voce apertamente critica dei vaccini anti COVID-19 e delle restrizioni, ha twittato una lettera aperta a Musk a nome di America’s Frontline Doctors, chiedendo a Musk di riunire un team di “medici onesti, brillanti e coraggiosi per ‘verificare i fatti'” delle informazioni mediche sulla piattaforma.

Gold ha scritto, tra l’altro:

“Sono la fondatrice di America’s Frontline Doctors e mi sono fatta conoscere al mondo il 27 luglio 2020, quando ho portato medici e influencer dei social media sui gradini della Corte Suprema. Il mio intento era quello di aggirare i media e il governo che avevano mentito al mondo in modo molto organizzato e sistematico. Abbiamo avuto 20 milioni di visualizzazioni in 8 ore e poi sono stata subito rimossa da tutte le piattaforme ovunque. O canto come Beyonce o la verità si diffonde a macchia d’olio.

“La medicina non progredirà se gli scienziati imparziali non saranno in grado di resistere alle pressioni dei gruppi di interesse e dei media. Collaboro con medici che difendono la libertà [terapeutica] in tutto il Paese e nel mondo, e ora abbiamo superato un milione di abbonati.

“Sono un medico di emergenza e sono laureata in legge all’Università di Stanford. La mia organizzazione non profit è la ‘Free Speech Foundation’ (Fondazione per la libertà di parola) perché, come voi, so da tempo che il campo di battaglia è la parola”.

La Casa Bianca, il Congresso, l’Unione Europea e altri rispondono a Musk e Twitter

Le azioni di Musk nelle ultime settimane hanno provocato reazioni notevoli, tra cui quelle dell’amministrazione Biden e della Casa Bianca, dei membri del Congresso, delle autorità locali di San Francisco – dove ha sede Twitter – dell’Unione Europea e di diverse grandi aziende.

Il 5 dicembre, la Reuters ha riferito che Neuralink, un’azienda di proprietà di Musk, era sotto indagine federale negli Stati Uniti “per potenziali violazioni del benessere degli animali, in seguito a lamentele del personale interno secondo cui i test sugli animali dell’azienda sarebbero affrettati e causa di sofferenze e morti inutili”.

L’indagine, secondo la Reuters, “è stata aperta nei mesi scorsi dall’Ispettore generale del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti su richiesta di un procuratore federale”.

Sempre il 5 dicembre, la portavoce della Casa Bianca Karine Jean-Pierre, in risposta a una domanda posta dalla giornalista di Fox News Jacqui Heinrich, ha liquidato le rivelazioni secondo cui Twitter avrebbe soppresso la storia del portatile di Hunter Biden come “una distrazione” e “una notizia vecchia”.

Come già riportato da The Defender, nel 2021 l’amministrazione Biden ha minacciato le piattaforme Big Tech, tra cui Twitter, di avviare un procedimento antitrust per la loro enorme quota di mercato se non avessero fornito, come richiesto dalla Casa Bianca, contenuti relativi alla “disinformazione sanitaria” sulle loro piattaforme.

I tentativi dell’amministrazione Biden di censurare la presunta “disinformazione” sono alla base di una causa intentata dai procuratori generali della Louisiana e del Missouri.

L’8 dicembre, il rappresentante Adam Schiff (Democratico-California) ha twittato:

“Su Twitter di Elon Musk: gli insulti contro i neri sono triplicati, quelli contro le donne sono aumentati del 33%, quelli contro gli ebrei del 61% e quelli contro i gay del 58%.

“Questi numeri sono abissali e inaccettabili. Oggi, @RepMarkTakano e io chiediamo di agire”.

Schiff non ha fornito una fonte per i dati citati. Musk, in risposta, ha citato le proprie statistiche, twittando: “Falso, le impressioni sull’hate speech in realtà sono diminuite di 1/3 per Twitter ora rispetto a prima dell’acquisizione”.

Schiff è stato una figura chiave nel procedimento di impeachment contro Trump, così come il tenente colonnello dell’esercito americano in pensione Alexander Vindman, che il 27 novembre si è scagliato contro Musk, ha twittato: “È strano che @elonmusk possa decidere come comunicano mezzo miliardo di persone. Troppo potere per un solo individuo particolare, non credete?”

Anche le autorità locali di San Francisco, dove ha sede Twitter, stanno indagando su Musk, con l’accusa che avrebbe trasformato gli uffici in camere da letto nella sede della società.

La BBC ha riferito che un funzionario del Dipartimento di Ispezione Edilizia della città avrebbe dichiarato all’affiliata locale della NPR, KQED: “Dobbiamo assicurarci che l’edificio venga utilizzato come previsto”.

In risposta, Musk ha twittato il 6 dicembre: “La città di SF attacca le aziende che forniscono letti per i dipendenti stanchi invece di assicurarsi che i bambini siano protetti dal fentanyl. Dove sono le vostre priorità[?]”, taggando nel tweet il sindaco di San Francisco London Breed.

Anche l’UE tiene d’occhio Twitter e Musk. Secondo un rapporto del Financial Times del 30 novembre, l’UE, che rappresenta un blocco di 27 nazioni europee, ha minacciato di imporre un divieto su Twitter se non saranno soddisfatte le sue richieste di revisione contabile, di non riattivazione degli account vietati e di ripristino delle allentate politiche di moderazione dei contenuti.

Secondo il Financial Times:

“Thierry Breton, commissario dell’UE incaricato dell’attuazione delle norme digitali del blocco, ha fatto questa minaccia durante un incontro video con Musk mercoledì, secondo quanto riferito da persone a conoscenza della conversazione.

“Breton ha detto a Musk che deve attenersi a una lista di regole, tra cui l’abbandono di un approccio ‘arbitrario’ al reintegro degli utenti banditi, il perseguimento della disinformazione ‘in modo aggressivo’ e l’accettazione di un ‘ampia revisione indipendente’ della piattaforma entro il prossimo anno.

“Musk è stato avvertito che se non si atterrà a queste regole, Twitter rischia di violare la nuova Legge sui servizi digitali dell’UE, una legge storica che stabilisce lo standard globale per il modo in cui le aziende Big Tech debbano controllare i contenuti su Internet. Breton ha ribadito che la legge significa che, in caso di violazione, Twitter potrebbe incorrere in un divieto a livello europeo o in multe fino al 6% del fatturato globale”.

Come riportato in precedenza da The Defender, la Legge sui servizi digitali (DSA, da Digital Services Act), approvata in aprile, cerca di affrontare il problema della diffusione di “disinformazione e contenuti illegali” e si applicherà “a tutti gli intermediari online che forniscono servizi nell’UE,” in proporzione alla “natura dei servizi interessati” e al numero di utenti di ciascuna piattaforma.

Secondo il DSA, le “piattaforme online molto grandi” e i “motori di ricerca online molto grandi” – quelli con più di 45 milioni di utenti attivi mensili nell’UE – saranno soggetti ai requisiti più severi del DSA. Twitter soddisfa questi criteri.

Il DSA richiede inoltre alle piattaforme di “segnalare i discorsi d’odio, eliminare qualsiasi tipo di propaganda terroristica” e implementare “strutture per eliminare rapidamente i contenuti illeciti”.

Le compagnie che violassero le disposizioni del DSA rischierebbero multe fino al 6% del reddito annuo totale globale, mentre infrazioni ripetute potrebbero portare alla messa al bando delle piattaforme nell’UE— nonostante il principio “dell’open internet” professato dal principio stesso di ”neutralità della rete” sancito dalla legge UE.

Il 28 ottobre, in risposta a Musk, che dopo aver completato l’acquisto di Twitter, ha dichiarato “l’uccello è stato liberato”, Thierry ha twittato:

E in un’intervista alla NPR del 31 ottobre, Margrethe Vestager, vicepresidente esecutivo della Commissione europea, responsabile della politica digitale dell’UE, ha anche lei minacciato Musk, dichiarando: “Altrimenti, abbiamo le sanzioni. Abbiamo le multe. Abbiamo tutte le valutazioni e tutte le decisioni per perseguitarLa”.

In una mossa forse collegata alle minacce dell’UE, Musk ha chiuso gli uffici di Twitter a Bruxelles – dove hanno sede molte istituzioni dell’UE – alla fine di novembre, in un’azione che, secondo la definizione di Euronews, “sta sollevando il timore che Elon Musk possa non rispettare le regole dell’UE”.

Twitter e Musk sembrano anche essere incappati in un potenziale scontro con Apple, il cui App Store rende l’applicazione mobile di Twitter ampiamente disponibile per gli utenti dei dispositivi Apple in tutto il mondo.

Il 28 novembre Musk ha twittato che Apple “ha per lo più smesso di fare pubblicità su Twitter”, chiedendo “Odiano forse la libertà di parola in America? Che succede qui @tim_cook?” in riferimento all’amministratore delegato di Apple Tim Cook.

In un tweet successivo, lo stesso giorno, Musk ha scritto: “Apple ha anche minacciato di escludere Twitter dal suo App Store, ma non ci ha detto perché”.

Sempre il 28 novembre, in risposta a un tweet dell’utente @techAU che chiedeva a Musk deve riconsiderare l’ipotesi di una battaglia con Apple perché “moltissimi dei suoi clienti Tesla usano iOS per accedere alle loro auto… se quell’app viene eliminata, avrà un impatto significativo sulla sua capacità di vendere ai clienti Apple”, riferendosi alla proprietà di Musk della compagnia produttrice di veicoli elettrici Tesla, Musk ha risposto: “Sta insinuando che Apple userebbe i suoi poteri duopolistici per danneggiare Tesla?”

Tuttavia, due giorni dopo, a seguito di un incontro tra Musk e Cook presso la sede di Apple, Musk ha twittato:

Anche i Big Media sono entrati in azione. Il 18 novembre, la CBS ha cessato la pubblicità su Twitter “per pura prudenza”. Tuttavia, il boicottaggio è durato solo due giorni, poiché due giorni dopo la CBS ha ripreso a fare pubblicità su Twitter.

A ciò ha fatto seguito un laconico tweet di Musk del 4 dicembre, in cui ha scritto: “Solo una nota per ringraziare gli inserzionisti per essere tornati su Twitter”.

Repubblicani e libertari plaudono alle rivelazioni di Twitter

In un articolo del 6 dicembre, l’ex candidato alla presidenza e membro della Camera dei Rappresentanti Ron Paul ha dichiarato che la pubblicazione dei documenti interni di Twitter “ha fatto saltare il coperchio della manipolazione governativa dei social media”.

Descrivendola come “un’enorme vittoria per quelli di noi che tengono al Primo Emendamento”, Paul ha anche scritto:

“La pubblicazione, in coordinamento con il giornalista davvero indipendente Matt Taibbi, ha dimostrato in modo inconfutabile come i politici e i rappresentanti della ‘Washington ufficiale’ abbiano fatto pressione sui team che all’epoca erano responsabili della censura di Twitter per rimuovere i tweet e addirittura bandire gli account che non erano colpevoli di nulla, se non di aver postato qualcosa che i potenti non volevano fosse letto dal pubblico generale.

“Non dimentichiamo che molti di coloro che chiedevano la censura di Twitter erano funzionari del governo degli Stati Uniti che avevano prestato giuramento alla Costituzione degli Stati Uniti e al suo Primo Emendamento”.

In un articolo per The Hill, anche Jonathan Turley, avvocato, analista legale e commentatore, ha commentato il rilascio dei documenti di Twitter, scrivendo che “i documenti di Twitter rilasciati da Musk non solo confermano le peggiori aspettative di alcuni di noi, ma presentano molti dei soliti sospetti dei critici di Twitter”.

Turley ha aggiunto:

“Ovviamente, la parzialità dei media non è una novità per Washington; i giornali e i network da tempo fanno interferenze per i politici o i partiti favoriti. Tuttavia, non si è trattato di un caso di una società di media che ha diffuso la propria storia per proteggere un amico. Si tratta di una società di social media che fornisce una piattaforma su cui le persone comunicano tra loro su opinioni politiche, sociali e personali. I social media sono oggi una forma di comunicazione più diffusa del telefono.

“Censurare le comunicazioni su Twitter è più simile a una compagnia telefonica che accetta di interrompere la connessione di chi chiama usando termini sgraditi. E su apparente richiesta della campagna di Biden per il 2020 e della DNC, Twitter sembra aver regolarmente impedito ad altri di discutere o ascoltare opinioni opposte”.

Turley ha anche notato che un numero record di utenti si sta iscrivendo a Twitter, nonostante quella che ha descritto come la “guerra totale di Washington contro Musk”, sostenendo che il pubblico americano vuole “più, non meno, libertà di parola”.

L’8 dicembre, nel programma “The Ingraham Angle” di Fox News, l’ex presidente della Camera Newt Gingrich ha definito “notevole” il rilascio dei “file di Twitter” da parte di Musk e “fasciste” le pratiche di censura di Twitter e delle Big Tech.

I repubblicani della Camera, che si sono assicurati la maggioranza alle elezioni di novembre, hanno accennato a una potenziale indagine o ad altre azioni legali in relazione alle rivelazioni di Twitter.

Anche Mark Alford, deputato eletto nel Missouri, uno degli Stati che sta facendo causa all’amministrazione Biden per la presunta censura dei social media, ha reagito pubblicamente alla rivelazione dei “Twitter files”:

“Il popolo americano e i miei elettori del quarto distretto meritano risposte sul perché Big Tech abbia insabbiato la storia del laptop di Hunter Biden e abbia censurato la libertà di parola.

“Questo è un aspetto che mi impegno a combattere e a dare risposte nel prossimo Congresso”.

Il 5 dicembre, i risultati di un sondaggio del Trafalgar Group hanno mostrato che la maggioranza degli americani “sostiene i continui sforzi di Elon Musk per trasformare Twitter in una piattaforma più libera e trasparente”.

In particolare, il 52,3% degli intervistati ha dichiarato di appoggiare le azioni intraprese da Musk con Twitter fino a questo momento, il 31,3% di non condividerle e il 16,3% di non essere sicuro.

Tuttavia, i risultati variano significativamente in base all’appartenenza politica: il 59,3% dei democratici ha dichiarato di opporsi alle iniziative di Musk e solo il 17% ha affermato di sostenere le sue azioni. Al contrario, l’84,8% dei repubblicani intervistati si è dichiarato favorevole alle politiche di Musk su Twitter, mentre solo il 5% era contrario.

Tuttavia, anche importanti sostenitori della libertà di parola che in precedenza si erano opposti alle restrizioni COVID-19 e alla censura legata al COVID-19, hanno esortato Musk a fare di più.

In un post dell’8 dicembre sul suo blog, il giornalista Alex Berenson, ex giornalista del New York Times bandito da Twitter per aver pubblicato “Disinformazione sul COVID-19“, ha scritto che Musk “non ha portato avanti un’amnistia ampia”, dato che diversi scettici di spicco della COVID-19, tra cui il dottor Robert Malone e Naomi Wolf, rimangono banditi da Twitter.

Tuttavia, Berenson ha aggiunto:

“È ancora presto. Musk non possiede Twitter nemmeno da sei settimane. Può ancora mantenere la sua promessa di amnistia. Può ancora rendere Twitter la piazza aperta che deve essere.

“Speriamo che lo faccia”.