Twitter ha applicato un’ampia censura nei confronti di importanti scienziati ed esperti di medicina rei di aver pubblicato contenuti che contraddicevano la narrazione ufficiale sulla COVID-19, secondo l’ultimo blocco di documenti “Twitter files”, pubblicati il 26 dicembre 2022 dal reporter investigativo e scrittore David Zweig.

Gran parte di questa censura è avvenuta per volere dell’amministrazione Biden, secondo Zweig, che ha affermato che dei documenti interni rivelano che l’amministrazione Biden era “molto arrabbiata” per il fatto che Twitter non si impegnasse in una censura maggiore.

Le precedenti tranche di “Twitter files” si concentravano sulla censura politica e sull’uso diffuso di liste nere segrete e shadow banning (un modo per oscurare o rendere introvabili i contenuti a insaputa degli utenti, NdT) sul coinvolgimento diretto di agenzie come l’FBI in tali applicazioni di censura su Twitter e sulla collusione di Twitter con il Pentagono e le forze armate americane per proteggere gli account che perpetuavano la propaganda.

Solo una quantità limitata di contenuti relativi alla COVID-19 è stata rivelata in precedenza nell’ambito del rilascio dei “Twitter files”, principalmente l’informazione che il professore dell’Università di Stanford Jay Bhattacharya, un critico dichiarato dei vaccini anti COVID-19 e dei lockdown, era stato inserito da Twitter in una lista nera.

Nel frattempo, il 1° gennaio, l’amministratore delegato di Twitter Elon Musk ha twittato che il 2023 “non sarà noioso” e ha risposto al commento della scrittrice Juanita Broaddrick “in attesa… dei #FauciFiles” con: “Più tardi questa settimana”.

Zweig: “Twitter ha truccato il dibattito sulla COVID”

In una serie di 39 tweet pubblicati il 26 dicembre, Zweig, a nome di The Free Press, ha rivelato informazioni e documenti che dimostrano come, nelle sue parole, “Twitter abbia truccato il dibattito sulla COVID“.

Questo è stato realizzato, secondo Zweig, “censurando le informazioni vere ma scomode per la politica [del governo]” degli Stati Uniti, “screditando i medici e gli altri esperti che non erano d’accordo” e “sopprimendo dei semplici utenti, compresi alcuni che condividevano gli stessi [enfasi nell’originale] dati del CDC [Centers for Disease Control and Prevention] “.

Questa censura, secondo Zweig, è avvenuta spesso con il coinvolgimento diretto del governo statunitense, in particolare da parte dell’amministrazione Biden.

Zweig, i cui scritti sono stati pubblicati in precedenza dal New York Times, dall’Atlantic e dal New York Magazine, ha scritto: “Il governo degli Stati Uniti ha esercitato pressioni su Twitter e su altre piattaforme di social media affinché elevassero alcuni contenuti e ne sopprimessero altri sulla COVID-19″.

Sia l’amministrazione Biden che l’amministrazione Trump avevano, in varia misura, esercitato pressioni su Twitter affinché “moderasse i contenuti sulla pandemia della piattaforma secondo i loro desideri”, secondo Zweig, che cita “file interni a Twitter che [egli] ha visionato”.

Ciò ha portato allo sviluppo di una narrazione ufficiale relativa alla COVID-19 da parte di Twitter. “Twitter ha deciso, tramite le inclinazioni politiche dei suoi dirigenti e alle pressioni [del governo], che l’approccio delle autorità sanitarie pubbliche alla pandemia, che privilegiava la mitigazione rispetto ad altre preoccupazioni, era ‘La scienza'”, ha detto Zweig.

Zweig ha twittato:

Mentre, secondo Zweig, l’amministrazione Trump era in gran parte “preoccupata per gli assalti ai supermercati” nei primi giorni della pandemia da COVID-19, nelle riunioni con i dirigenti di Twitter, Facebook, Google, Microsoft e altri, l’amministrazione Biden era molto più preoccupata per gli “account degli anti-vaccinisti”.

Secondo Zweig, uno di questi “account anti-vaccinisti” presi di mira dai funzionari dell’amministrazione Biden era quello dell’ex giornalista del New York Times Alex Berenson. Nell’estate del 2021, scrive Zweig, Biden ha detto che le società di social media “stavano uccidendo le persone” nel permettere la diffusione di informazioni sui vaccini.

Twitter ha sospeso Berenson poche ore dopo i commenti di Biden e successivamente lo ha bannato in modo permanente. Berenson ha fatto causa a Twitter e, come parte di un accordo finale, Twitter “è stato costretto a rendere pubbliche alcune comunicazioni interne, che mostravano pressioni dirette della Casa Bianca sull’azienda affinché prendesse provvedimenti nei confronti di Berenson”.

I documenti che accompagnano i tweet pubblicati da Zweig relativi a Berenson hanno rivelato delle discussioni interne tra il personale di Twitter sul loro canale di comunicazione privato Slack, rivelando pressioni esterne per bandire Berenson dalla piattaforma. Questo è stato accompagnato da prove di incontri tra la Casa Bianca e Lauren Culbertson, l’allora responsabile delle politiche pubbliche statunitensi di Twitter.

Le comunicazioni di Culbertson mostrano che l’amministrazione Biden era “molto arrabbiata” perché, secondo le parole di Zweig, “Twitter non era stato più aggressivo nel rimuovere numerosi account… volevano che Twitter facesse di più”.

“I dirigenti di Twitter non hanno ceduto completamente ai desideri del team di Biden”, ha detto Zweig, ma hanno comunque “soppresso le opinioni – molte delle quali di medici ed esperti scientifici – che erano in conflitto con le posizioni ufficiali della Casa Bianca“.

“Di conseguenza, sono venuti meno i risultati e le domande legittime che avrebbero ampliato il dibattito pubblico”, ha detto Zweig.

Zweig ha notato che gran parte della moderazione dei contenuti è stata “condotta da bot” che erano “troppo approssimativi per un lavoro così ricco di sfumature” o da “appaltatori, in luoghi come le Filippine” che erano “non esperti” incaricati di “giudicare i tweet su argomenti complessi come la miocardite e i dati sull’efficacia delle mascherine“.

In definitiva, secondo Zweig, “la responsabilità è ricaduta sui dipendenti di livello superiore di Twitter che sceglievano gli input per i bot e gli alberi decisionali, e giudicavano soggettivamente i casi e le sospensioni” sulla base di “tendenze pregiudiziali individuali e collettive“.

Con la COVID-19, scrive Zweig, “la tendenza pregiudiziale si è fortemente orientata verso i dogmi dell’establishment“.

“Inevitabilmente, i contenuti dissidenti ma legittimi sono stati etichettati come disinformazione“, ha detto Zweig e di conseguenza “gli account di medici e altri sono stati sospesi sia per aver twittato opinioni che informazioni dimostrabilmente vere”.

Uno di questi medici è il dottor Martin Kulldorff, epidemiologo della Harvard Medical School. Dalle e-mail interne è emerso un “intento di azione” nei confronti di Kulldorff per aver violato la “politica di disinformazione sulla COVID-19” di Twitter e aver condiviso “informazioni false sull’efficacia dei vaccini anti COVID-19, che vanno contro le linee guida del CDC”.

Il tweet in questione di Kulldorff del 15 marzo 2021 affermava: “No. Pensare che tutti debbano vaccinarsi è scientificamente errato quanto pensare che nessuno debba farlo. Il vaccino anti COVID è importante per le persone anziane ad alto rischio e per chi se ne prende cura. Le persone con una precedente infezione naturale non ne hanno bisogno. E nemmeno i bambini”.

Secondo Zweig, nonostante fosse “l’opinione di un esperto” e “fosse anche in linea con le politiche vaccinali di numerosi altri Paesi”, il tweet di Kulldorff “è stato considerato da Twitter ‘informazione falsa‘ solo perché differiva dalle linee guida del CDC”.

Di conseguenza, al tweet di Kulldorff è stata aggiunta l’etichetta “ingannevole”, “le risposte e i like sono stati disattivati” e la visibilità del tweet è stata limitata.

Tali azioni non si sono limitate ai tweet di un solo medico. “Nella mia revisione di file interni, ho trovato innumerevoli casi di tweet etichettati come “fuorvianti” o eliminati del tutto, a volte provocando la sospensione dell’account, semplicemente perché si discostavano dalle linee guida del CDC o differivano dalle opinioni dell’establishment”, ha dichiarato Zweig.

Il tweet di un utente è stato etichettato come “fuorviante” anche se riportava i dati del CDC, dopo essere stato segnalato da un bot e dopo aver ricevuto molti “tattle” (segnalazioni inviate manualmente dagli utenti, nel gergo interno di Twitter). È seguita una revisione manuale del tweet, che ha portato all’applicazione dell’etichetta “ingannevole”.

“È interessante notare”, scrive Zweig, che il tweet in questione è stato scritto in risposta “a un tweet che conteneva una vera e propria disinformazione“, ma che tuttavia “rimane sulla piattaforma, e senza l’etichetta ‘fuorviante'”.

Dei dati di studi sottoposti a revisione paritaria sono stati “segnalati o soppressi”.

Zweig ha fatto riferimento anche a diversi altri casi in cui dei tweet che facevano riferimento a dati di studi pubblicati su riviste scientifiche sono stati “segnalati o soppressi”.

Un utente, il dottor Andrew Bostom, medico del Rhode Island, ha contattato Twitter tramite il suo avvocato in seguito alla sua sospensione permanente dalla piattaforma per aver postato dati pubblicati sulla rivista Andrology, secondo cui “l’mRNA primario COVID-19 BNT162b del vaccino compromette temporaneamente la concentrazione dello sperma e la conta motile totale tra i donatori di sperma”.

È seguita una revisione interna che ha rilevato che solo una delle cinque “violazioni” di Bostom era valida. Secondo Zweig, però, questa violazione “valida” riguardava un tweet che “citava dati legittimi ma scomodi per la narrativa dell’establishment della sanità pubblica“, ovvero che l’influenza “è più letale della COVID-19 nei bambini”.

C’è stata persino una lobby interna – descritta da Zweig come “pregiudizio umano fuori controllo” – per moderare questo tweet del Presidente Donald Trump del 5 ottobre 2020:

Secondo Zweig, lo stesso giorno è seguito uno “scambio surreale” che ha coinvolto Jim Baker, ex avvocato dell’FBI e allora vice consigliere generale di Twitter, il quale si è chiesto “perché dire alla gente di non avere paura non fosse una violazione della politica di disinformazione COVID-19 di Twitter”.

Yoel Roth, l’allora responsabile di Twitter per la fiducia e la sicurezza, ha risposto che “l’ottimismo non era disinformazione”.

Nel riassumere questa tranche di “Twitter files”, Zweig ha scritto:

“Come avrebbero potuto apparire questa pandemia e le sue conseguenze se ci fosse stato un dibattito più aperto su Twitter e su altre piattaforme di social media – per non parlare della stampa mainstream – sulle origini del virus, i lockdown, i veri rischi della COVID per i bambini e molto altro?”

I pregiudizi interni rivelati da Zweig sono stati ulteriormente confermati da un’ulteriore serie di tweet di Musk il 28 dicembre, che ha rivelato l’esistenza di un “Fauci Fan Club“, riferito al dottor Anthony Fauci, su uno dei canali di comunicazione Slack interni di Twitter.

Prima di ciò, Musk ha twittato una storia di Yahoo! News che rivela che nel 2012 Fauci è stato autore di un articolo di giornale in cui si schierava a favore delle ricerche sul guadagno di funzione che, all’epoca, erano state sospese.

Medici e scienziati in difficoltà reagiscono

Diversi esperti di medicina e scienziati soggetti alla censura di Twitter hanno reagito pubblicamente all’ultimo rilascio di “Twitter files”.

In una recente intervista a The Epoch Times, Kulldorff ha dichiarato:

“Dovrebbe esserci una discussione aperta. Non ci si può aspettare che la gente si fidi della sanità pubblica e della comunità scientifica se non c’è una comunicazione aperta e un dibattito aperto”.

“Penso che molte persone abbiano sentito una sola voce”, ha detto Kullldorff. “E quando sentivano voci alternative, [quelle voci] venivano liquidate più o meno come dementi. Ma non è così che funziona la medicina o la scienza”.

Il governo “non dovrebbe assolutamente essere coinvolto” nell’influenzare i contenuti delle piattaforme di social media, secondo Kulldorff, che si è chiesto se altri scienziati siano stati “coinvolti nell’esortare Twitter a censurare i colleghi scienziati che avevano un’opinione diversa”.

Come precedentemente riportato da The Defender, uno studio a revisione paritaria pubblicato nel novembre 2022 ha rilevato che numerosi medici e scienziati che hanno espresso pubblicamente opinioni o dati contrari alla politica ufficiale per la COVID-19 sono stati sottoposti a censura o rimossi dalle loro posizioni, spesso dalle istituzioni per cui lavoravano.

Secondo il dottor Joseph Mercola, i “Twitter files” rivelano l’esistenza di uno “Stato profondo” e anche che “l’illegalità delle nostre agenzie di intelligence e la guerra psicologica contro il pubblico americano è molto peggiore di quanto si aspettasse la maggior parte delle persone”.

Altri esperti medici hanno colto l’occasione per discutere apertamente e dibattere le questioni relative alle misure e ai vaccini anti COVID-19.

In una discussione in diretta su Twitter Spaces del 28 dicembre, durata più di quattro ore e condotta dal blogger Matt Wallace, un gruppo di esperti, tra cui i dott. Ryan Cole, Simone Gold, Scott Jensen e Aaron Kheriaty, oltre a giornalisti e attivisti, tra cui Tara Bull di Fox Business e Tom Fitton di Judicial Watch, hanno discusso di queste questioni.

Nell’introdurre la discussione, Wallace ha affermato che “per troppo tempo molte verità sulla COVID sono state bandite, soppresse e sminuite”. Ha riconosciuto a Musk il merito di aver permesso al gruppo di “parlare liberamente di alcune questioni di cui non potevamo parlare prima”.

Il Parlamento chiede un’indagine

In mezzo al turbinio di attività recenti, Ella Irwin, il nuovo responsabile di Twitter per la fiducia e la sicurezza, il 28 dicembre ha twittato che la revisione di “migliaia di account sospesi” è in corso e richiederà circa 30 giorni per essere completata.

La revisione fa parte dell’amnistia generale degli account sospesi annunciata da Musk in un tweet del 24 novembre. Secondo Irwin, questa amnistia è applicabile agli “utenti che non si sono impegnati in minacce di danni/violenza, frodi o altre attività illegali”.

E in risposta ai “Twitter files” rilasciati fino a quel momento, i repubblicani della Commissione giudiziaria della Camera, guidati dal presidente entrante Jim Jordan (Rep.-Ohio), hanno consegnato una lettera in cui si chiede al direttore dell’FBI Christopher Wray di consegnare i registri di tutte le comunicazioni e i pagamenti riguardanti Twitter.

Secondo la lettera, di cui sono coautori Jordan e il deputato Mike Johnson (Rep.-Louisiana), “stiamo indagando sulla politicizzazione e sugli abusi dell’FBI, nonché sulla censura online dei conservatori da parte di Big Tech“.

Nella lettera si legge inoltre:

“Questi documenti dimostrano che l’FBI ha mantenuto questo rapporto con Twitter a prescindere da qualsiasi necessità particolare di un’indagine specifica, ma come operazione di sorveglianza permanente e continua”.

“Queste rivelazioni rafforzano tristemente le nostre profonde preoccupazioni sulla cattiva condotta dell’FBI e sulla sua ostilità nei confronti del Primo Emendamento”.

Just the News ha riferito che Jordan ha in programma “un’ampia indagine sulle pratiche dell’FBI e del Dipartimento di Giustizia, tra cui la censura, lo spionaggio degli investigatori del Congresso, l’uso di informatori confidenziali e l’individuazione di madri e padri di famiglia come terroristi interni”.