Cinquanta organizzazioni che si occupano di sovranità alimentare e di giustizia alimentare chiamano in causa Bill Gates per la sua ultima affermazione secondo cui la tecnologia sarebbe la soluzione alla fame nel mondo e alla sovranità alimentare.

In una “lettera aperta” pubblicata questo mese, i gruppi hanno affrontato i commenti fatti da Gates in interviste rilasciate al New York Times e all’ Associated Press sul Rapporto 2022 della Bill & Melinda Gates Foundation.

Gli autori principali della lettera, Community Alliance for Global Justice/AGRA Watch e Alliance for Food Sovereignty in Africa, hanno scritto:

“In entrambi gli articoli, Lei fa una serie di affermazioni imprecise, che devono essere contestate. Entrambi gli articoli ammettono che attualmente il mondo produce abbastanza cibo per sfamare adeguatamente tutti gli abitanti della Terra, eppure Lei continua a diagnosticare in modo fondamentalmente errato il problema, giudicandolo legato alla bassa produttività; non abbiamo bisogno di aumentare la produzione, quanto di assicurare un accesso più equo al cibo”.

Gli autori hanno anche criticato le affermazioni di Gates secondo cui avremmo “sottoinvestito nell’innovazione agricola” e che la Rivoluzione Verde sarebbe “una delle cose migliori che siano mai accadute”.

Gates ha dichiarato al New York Times:

“Aiutare gli agricoltori deve essere al primo posto nell’agenda dell’adattamento al clima. E in questo ambito, ci sono molte cose come il credito per i fertilizzanti, fertilizzanti a basso costo, sementi migliori, su cui ci dovremmo impegnare, finanziando queste cose e fissando obiettivi ambiziosi per esse”.

Ma gli autori della lettera aperta non sono d’accordo:

“Ci sono già in corso molte proposte e molti progetti tangibili per aumentare la produttività e la sicurezza alimentare: dagli impianti di produzione di biofertilizzanti e biopesticidi, ai programmi di formazione agroecologica per gli agricoltori, alla sperimentazione di nuove tecniche di gestione dell’acqua e del terreno, a sistemi di coltivazione a basso input , e a specie di piante resistenti ai parassiti.”

Si sono espressi in disaccordo anche con l’affermazione di Gates secondo cui la Rivoluzione Verde sarebbe stato un “successo clamoroso”:

“Sebbene [la Rivoluzione Verde] abbia avuto un certo ruolo nell’aumentare le rese delle colture cerealicole in Messico, India e altrove dagli anni ’40 agli anni ’60, essa ha fatto ben poco per ridurre il numero di persone che soffrono la fame nel mondo o per garantire un accesso al cibo equo e sufficiente”.

Gli autori hanno ricordato a Gates che insieme alla Rivoluzione Verde sono arrivati “una serie di altri problemi, da quelli ecologici, come il degrado del terreno a lungo termine, a quelli socio-economici, come l’aumento della disuguaglianza e dell’indebitamento (che ha contribuito in modo determinante all’epidemia di suicidi di agricoltori in India)”.

Gli autori hanno anche criticato il sostegno di Gates per i semi geneticamente modificati, affermando che “le sementi resistenti al clima esistono già e vengono sviluppate dagli agricoltori e commercializzate attraverso i mercati informali dei semi”.

“Sei tra i respondabili del problema che nomini”, hanno scritto i gruppi. “L’ iniziativa AGRA (Alliance for a Green Revolution in Africa, o Alleanza per una rivoluzione verde in Africa), che la Sua fondazione continua a finanziare, ha anche spinto una legislazione restrittiva in materia di sementi, che limita e circoscrive l’innovazione delle colture a laboratori e aziende dotati di buone risorse”.

Queste iniziative non incrementano l’innovazione diffusa, ma contribuiscono piuttosto alla privatizzazione e al consolidamento dei monopoli aziendali sullo sviluppo e sui mercati dei semi.

I gruppi hanno sfidato Gates a “fare un passo indietro e a imparare da chi è sul campo, “e hanno invitato i media a considerare il modo in cui presentano Gates e la sua visione del futuro del cibo.

Hanno scritto: “Invitiamo gli organi di informazione di alto profilo ad essere più cauti nel dare credibilità alle ipotesi errate, all’arroganza e all’ignoranza di un ricco uomo bianco, a scapito delle persone e delle comunità che vivono e si adattano a queste realtà proprio mentre parliamo”.

Russell Brand: E’ una “bellissima lettera”

Russell Brand si è schierato con gli autori della lettera contro Gates, dicendo agli spettatori:

“È una lettera bellissima. È articolata in modo brillante e il motivo per cui vogliamo presentarvela oggi è che dimostra che criticare Bill Gates non fa di voi dei complottisti e dimostra anche che le azioni e l’influenza di Bill Gates sono nefaste e dannose”.

Brand ha fatto il verso a Gates, inserendo nel suo podcast su YouTube dei frammenti dell’intervento del miliardario alla recente conferenza della sua fondazione. Goalkeepers 2030:

“Ah, Bill Gates, lui è la risposta a tutti i problemi del mondo e chiunque lo critichi è un complottista o un accademico benpensante preoccupato che Gates colonizzi e monopolizzi le risorse del mondo”.

Ma questa “non è una teoria del complotto”, ha detto Brand. “Si tratta di politiche dannose, progettate per accentrare il potere e controllare il cibo, a cui alcune persone stanno rispondendo da una posizione di autorevolezza, integrità e competenza”.

Ha poi aggiunto:

“Quello che stai facendo è manipolazione psicologica: presentare le soluzioni pratiche, continuative e guidate dagli agricoltori come qualcosa di fantasioso o ridicolo, mentre presenti i tuoi approcci preferiti come pragmatici”.

Brand ha ripreso l’argomentazione del gruppo di sovranità alimentare secondo cui “esistono già misure che possono essere controllate e attuate dalle comunità stesse e non richiedono la centralizzazione del potere, la brevettazione dei semi e delle colture, la tecnologizzazione del processo agricolo – il tutto, tra l’altro, da parte di un tizio che sembra stia acquistando terreni agricoli in questo momento… per pura coincidenza!”

Brand ha aggiunto:

“A Gates piace guardare il mondo come si trattasse di semplici dati. Quello che vi propongo è questa domanda: Bill Gates sta cercando di aiutare? O sta semplicemente suggerendo che la soluzione a tutti questi problemi è dare più potere a Bill Gates?”

Guardate il video di Brand qui: