I Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie (CDC) hanno pubblicato oggi nuovi dati che mostrano che tra il 14 dicembre 2020 e il 20 maggio 2022 sono state inviate al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS) un totale di 1.277.980 segnalazioni di eventi avversi in seguito a vaccinazioni anti COVID-19. Si tratta di un aumento di 9.972 eventi avversi rispetto alla settimana precedente.

Il VAERS è il sistema principale, finanziato dal governo, per la segnalazione degli eventi avversi da vaccino negli Stati Uniti.

I dati comprendono un totale di 28.312 segnalazioni di decessi – con un aumento di 171 rispetto alla settimana precedente – e 232.694 lesioni gravi, compresi i decessi, nello stesso periodo di tempo – con un aumento di 2.330 rispetto alla settimana precedente.

Escludendo le “segnalazioni estere” al VAERS, tra il 14 dicembre 2020 e il 20 maggio 2022 sono stati segnalati negli Stati Uniti 820.788 eventi avversi, tra cui 13.045 decessi e 82.974 lesioni gravi.

Le segnalazioni provenienti da fonti estere sono segnalazioni che le filiali estere inviano ai produttori di vaccini statunitensi. Secondo le normative della Food and Drug Administration (FDA, Agenzia federale per il controllo degli Alimenti e dei Medicinali degli Stati Uniti) se un produttore viene informato di una segnalazione proveniente da una fonte estera che descrive una reazione avversa che non solo è grave ma non appare nel foglietto illustrativo del prodotto, il produttore è tenuto a inviare la segnalazione al VAERS.

Dei 13.045 decessi segnalati negli Stati Uniti al 20 maggio, il 16% si è verificato entro 24 ore dalla vaccinazione, il 20% entro 48 ore dalla vaccinazione e il 59% in persone che hanno manifestato i primi sintomi entro 48 ore dalla vaccinazione.

Negli Stati Uniti, al 20 maggio erano state somministrate 583 milioni di dosi di vaccino anti COVID-19, di cui 344 milioni di dosi Pfizer, 220 milioni di dosi Moderna e 19 milioni di dosi Johnson & Johnson (J&J).

dati vaers lesioni da vaccino 27 maggioOgni venerdì, il VAERS pubblica le segnalazioni degli eventi avversi da vaccino a partire da una data specifica. Le segnalazioni inviate al VAERS richiedono ulteriori indagini prima che si possa confermare una relazione causale.

Storicamente, è stato dimostrato che il VAERS riporta solo l’1% degli effettivi eventi avversi da vaccino.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 20 maggio 2022 per i bambini di età compresa tra i 5 e gli 11 anni mostrano:

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 20 maggio 2022 per i bambini di età compresa tra i 12 e i 17 anni mostrano:

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 20 maggio 2022, per tutti i gruppi di età combinati, mostrano:

Il CDC ammette che un ragazzo è morto di miocardite ma va avanti con il vaccino anti COVID per i bambini dai 5 agli 11 anni

Un bambino di età compresa tra i 5 e gli 11 anni è morto dopo aver ricevuto la prima dose del vaccino anti COVID-19 di Pfizer-BioNTech, secondo il CDC.

Eppure, il comitato consultivo sui vaccini del CDC e il suo direttore, la dott.ssa Rochelle Walensky, hanno approvato la terza dose per questa fascia d’età, nonostante fossero a conoscenza della morte del ragazzo.

Il dottor Tom Shimabukuro, membro del team per la sicurezza dei vaccini dell’agenzia, ha dichiarato che durante una riunione virtuale del Comitato consultivo per le pratiche di immunizzazione (ACIP) un ragazzo è morto 13 giorni dopo aver ricevuto la sua prima dose di vaccino anti COVID della Pfizer.

Al ragazzo è venuta la febbre 12 giorni dopo la prima dose. Il giorno dopo ha accusato dolori addominali e vomito. È poi morto il giorno stesso. Le prove dimostrano che il ragazzo aveva sviluppato un’infiammazione cardiaca nota come miocardite.

“Questo paziente ha avuto un decorso clinico rapido. Dal momento in cui si sono presentati i dolori addominali, il 13° giorno dopo la prima dose, fino al momento in cui è stato portato al [pronto soccorso] ed è poi morto, sono passate circa un paio d’ore”, ha detto Shimabukuro.

“All’autopsia erano presenti prove istopatologiche di miocardite, che si è rivelata essere la causa della morte”, ha aggiunto.

Il decesso è stato segnalato al VAERS e verificato dal CDC attraverso un colloquio con l’operatore sanitario.

Gli esami condotti sul ragazzo dalla sezione di patologia delle malattie infettive del CDC “non hanno trovato prove di infezione virale al momento della morte”, ha dichiarato Shimabukuro.

L’ACIP non ha posto domande o discusso il decesso, ma ha deciso comunque che i benefici del vaccino anti COVID della Pfizer sono superiori ai rischi.

La famiglia di un 26enne morto 13 giorni dopo l’iniezione AstraZeneca valuta l’ipotesi di un’azione legale

Il 23 maggio è iniziata l’udienza finale dell’indagine sulla morte di un uomo di 26 anni, deceduto lo scorso anno a causa di trombi “catastrofici” nel cervello 13 giorni dopo aver ricevuto il vaccino anti COVID-19 di AstraZeneca.

La famiglia di Jack Hurn spera che l’inchiesta risponda alle domande sulle circostanze della sua morte, compreso il motivo per cui gli operatori sanitari hanno rifiutato la richiesta di Hurn di un vaccino Pfizer invece del vaccino AstraZeneca, che è associato a trombosi in individui di età inferiore ai 30 anni.

Il personale del centro vaccinale in cui Hurn e la sua ragazza hanno ricevuto i vaccini avrebbe detto loro che il vaccino Pfizer non era disponibile, assicurandoli della sicurezza del vaccino AstraZeneca.

I medici legali in Inghilterra e Galles sono tenuti a condurre un’inchiesta in tutti i casi in cui si verificano decessi improvvisi, inspiegabili o che potrebbero essere il risultato o di un errore medico o di negligenza medica. L’udienza finale dovrebbe durare tre giorni.

Un portavoce dello studio legale Portman-Hann ha riferito al Daily Mail: “La famiglia sta valutando se chiedere un risarcimento per negligenza in atti clinici, ma aspetta i risultati dell’inchiesta per decidere i passi successivi”.

Aumento del rischio di sindrome di Guillain-Barré in seguito alla vaccinazione anti COVID J&J

Secondo Neurology Advisor, l’incidenza della sindrome di Guillain-Barré (GBS) era elevata in seguito alla somministrazione del vaccino anti COVID-19 della J&J – prodotto da Janssen.

Un nuovo studio pubblicato su JAMA Open Network ha analizzato i dati di Safety Datalink riguardanti 10.158.003 persone negli Stati Uniti a partire dal novembre 2021.

I ricercatori hanno cercato di valutare la percentuale di GBS dopo la vaccinazione anti COVID-19. I tassi di incidenza della GBS fino a 84 giorni dopo la vaccinazione sono stati valutati per ciascuno dei tre vaccini – Pfizer, Moderna e J&J. Sebbene entrambi i vaccini a mRNA abbiano mostrato tassi di incidenza elevati di GBS, in un confronto testa a testa, il vaccino J&J è stato associato a un’incidenza più elevata di GBS rispetto ai vaccini a mRNA.

Analisi rischio-beneficio dei vaccini anti COVID-19 di Pfizer e Moderna in bambini e adolescenti

Come riportato da The Defender il 26 maggio, un documento aggiornato fornisce un’analisi completa rischi-benefici dell’uso dei vaccini anti COVID-19 Pfizer e Moderna nei bambini e negli adolescenti.

Il documento sostiene che i vaccini:

  • non sono necessari, perché il rischio di malattia grave o di morte a causa della COVID nei bambini e negli adolescenti è molto basso;
  • non si sono dimostrati efficaci negli studi clinici, né negli studi pubblicati di recente sulla variante Omicron, ormai predominante;
  • non si sono dimostrati sicuri; al contrario, ci sono ampie prove di gravi danni dovuti alle vaccinazioni.

Il documento affronta anche il rischio di genotossicità dei vaccini a mRNA, che deve essere considerato urgente in base alle evidenze sperimentali recenti della loro integrazione nei genomi delle cellule ospiti.

Children’s Health Defense (CHD) chiede a chiunque abbia subito una reazione avversa a qualsiasi vaccino di presentare una segnalazione seguendo questi tre punti.