Secondo un sondaggio condotto tra il 14 e il 25 maggio 2021, un medico di base su 10 non è d’accordo sul fatto che i vaccini anti COVID-19 siano sicuri e il 9,3% non crede che i vaccini siano efficaci.

I risultati dei dati sono stati pubblicati nella pubblicazione del aprile 2022 della rivista internazionale, peer-reviewed, Vaccine.

Un gruppo di ricercatori della Texas A&M School of Public Health hanno domandato a 625 medici di base di commentare con fortemente d’accordo; un po’ d’accordo; né d’accordo né in disaccordo; un po’ in disaccordo o fortemente in disaccordo, le tre seguenti affermazioni:

  • I vaccini anti COVID sono sicuri.
  • I vaccini anti COVID sono efficaci.
  • I vaccini anti COVID sono essenziali.

Ecco un riassunto dei loro risultati:

  • Il 10,1% non era d’accordo che i vaccini fossero sicuri.
  • Il 9,3% non era d’accordo che i vaccini fossero efficaci.
  • L’8,3% non era d’accordo che i vaccini fossero essenziali.
  • Il 5,2% non era vaccinato alla fine del sondaggio nel maggio 2021.

MedPage Today — fornitore di servizi di notizie mediche basato sul web — che la settimana scorsa ha riportato il sondaggio, ha citato l’autore principale, Timothy Callaghan, Ph.D. (dottorato di ricerca), il quale ha dichiarato:

“Al termine del sondaggio del maggio 2021, la fiducia nei vaccini tra i medici risultava essere superiore a quella della gente comune, così come i tassi di vaccinazione anti COVID-19, con solo il 5,2% di medici di base ancora non vaccinato.”

Callaghan ha detto che lui e i suoi colleghi sono stati sorpresi dall’apprendere che circa 1 su 10 medici intervistati non credevano che i vaccini fossero sicuri o efficaci.

Tuttavia, solo 1 su 20 medici del sondaggio non si è fatto somministrare il vaccino. Questo suggerisce che alcuni dottori, restii ai vaccini, si sono conformati a causa delle normative dei datori di lavoro e altri si sono, ad un certo punto, vaccinati volontariamente ma, successivamente, hanno cambiato idea a causa delle loro esperienze personali o di quelle dei loro pazienti.

Callaghan ha detto a MedPage che la fiducia nei vaccini anti COVID tra i medici era più alta che tra la gente comune, citando il fatto che l’89,8% di loro concorda, o fortemente o in qualche modo, che i vaccini sono sicuri e l’89,9% concorda, o fortemente o in qualche modo, che sono efficaci.

Tuttavia questi numeri risultavano solo leggermente superiori a quelli della gente comune. In un altro sondaggio condotto su 983 individui non facente parte della professione medica, l’84,4% era fortemente o abbastanza d’accordo che i vaccini fossero sicuri e l’86,9% era fortemente o abbastanza d’accordo che fossero efficaci.

Callaghan non ha menzionato che c’era una percentuale quasi uguale o maggiore di medici che non era d’accordo che i vaccini fossero sicuri (4,8%) ed efficaci (6,7%) rispetto alla gente comune (4,9% e 2,1%).

Inoltre, quando si è trattato di rispondere alla domanda: “I vaccini sono essenziali?” i medici erano fortemente in disaccordo di più del doppio rispetto alla gente comune (5,8% contro 2,3%).

Analizzando ulteriormente i dati, il gruppo di ricercatori ha rilevato che solo il 67,4% era fortemente d’accordo che i vaccini fossero sicuri, il 75% era fortemente d’accordo che fossero efficaci e il 76% era fortemente d’accordo che fossero essenziali.

Perché i medici sono titubanti?

Gli autori hanno dichiarato nel loro articolo scientifico:

“Mentre è utile, sebbene sconcertante, rendersi conto che una proporzione non irrilevante di medici di base — e di gente comune — ha poca fiducia nei vaccini, indagare quali fattori contribuiscono a definire le opinioni sulla sicurezza, l’efficacia e l’indispensabilità dei vaccini può aiutarci meglio a comprendere la mancanza di fiducia nei vaccini da parte di molti medici.”

Se gli autori del sondaggio trovano la mancanza di fiducia dei medici in questi prodotti sperimentali “problematica”, è chiaro che loro (gli autori) ritengono che i vaccini sono sicuri ed efficaci.

Secondo Callaghan:

“La maggior parte dei medici sono ben posizionati per fungere come i nostri principali promotori di vaccini. Detto ciò, il 10% di medici titubanti è una percentuale piuttosto alta. Suggerisce che per quel 10% abbiamo bisogno di fare un po’ di lavoro in termini di istruzione e, potenzialmente, d’intervento al fine di aumentare il livello di fiducia in quella fascia di medici in modo di non trovarci al 90% in favore della promozione della vaccinazione ma bensì più vicino al 100%”.

Perché il 10% dei medici non aveva capito “correttamente”? Si chiedeva Callaghan.

Ai medici sono state chieste ulteriori informazioni sulla loro età, reddito, etnia, opinioni politiche (da estrema destra a estrema sinistra), posizione geografica, opinioni religiose e se avessero precedentemente avuto il COVID.

C’erano solo due fattori predittivi negativi che erano statisticamente significativi riguardo alla fiducia del medico sulla sicurezza e l’efficacia dei vaccini: l’appartenenza al partito politico conservatore e un precedente episodio di COVID.

Callaghan e i suoi colleghi hanno sottolineato il pericolo rappresentato dai medici di orientamento politico conservativo per la popolazione:

“I conservatori (all’interno della popolazione) con riluttanza nei confronti dei vaccini, serviti da medici che condividono le loro opinioni politiche, possono quindi perdere l’opportunità di ricevere informazioni sui benefici della vaccinazione; soprattutto nelle aree rurali dove sia l’esitazione sia l’auto-identificazione con opinioni politiche di destra sono particolarmente elevate.”

Perché l’affiliazione politica dovrebbe avere qualcosa a che fare con la scienza dietro la sicurezza e l’efficacia dei vaccini?

Non ha niente a che fare con essa — ma indica il vero e proprio fattore chiave delle opinioni intorno alla “scienza”: la selezione delle fonti informative.

Callaghan ha detto a Medpage:

“E dato l’ambiente d’informazione offuscato che circondava il COVID-19 in particolare, e sempre più i vaccini in generale, rimane possibile che i [medici] stiano basandosi solamente su ciò che sentendo nei notiziari e sulla disinformazione che è là fuori, invece che sulle migliori evidenze scientifiche”.

Questa dichiarazione dovrebbe allarmare la popolazione.

I medici stanno abdicando il loro ruolo di autorità medica permettendo ai media di essere gli arbitri della verità per quanto riguarda la vaccinologia?

I risultati del sondaggio di Callaghan suggeriscono che sia così.

Si tratta davvero di sola politica?

Mentre l’affiliazione politica sembra giocare un ruolo sulla fiducia, Callaghan ha notato un problema più ampio che potrebbe essere in gioco.

“Viene fatta molta poca formazione sui vaccini e la vaccinologia… alla facoltà di medicina”, ha detto. “La maggior parte degli studenti di medicina non sono esposti a discussioni approfondite sulla virologia in modo da formare opinioni molto salde in proposito”.

Il sondaggio effettuato da Callaghan e la sua interpretazione su di esso raccontano una storia interessante.

Fa giustamente notare che i medici ricevono poca formazione in vaccinologia. Ma se questo è vero, perché allora si aspetta che la maggior parte dei medici abbia l’idea giusta su tutta la faccenda, tanto per cominciare?

Non è più logico che sia la minoranza dei medici, quelli che sono restii ai vaccini, ad avere una migliore comprensione della questione?

Questa possibilità non è mai venuta in mente a Callaghan e ai suoi colleghi?

Callaghan, che è un assistente professore alla Texas A&M School of Public Health, non è laureato in virologia, in epidemiologia, in biologia e neppure in sanità pubblica.

Il suo dottorato è in scienze politiche.

Forse questo spiega la sua comprensione superficiale dell’educazione medica. I giovani medici non lasciano la facoltà di medicina credendo fortemente che i vaccini non siano sicuri o efficaci.

Il fatto che il 4,8% dei medici del sondaggio creda fortemente che i vaccini anti COVID non siano sicuri e il 6,7% creda fortemente che non siano efficaci suggerisce che hanno cambiato idea in base all’esperienza personale o alla propria esplorazione dell’argomento.

Arrivare a una comprensione accurata della sicurezza e dell’efficacia del vaccino anti COVID richiede, come minimo, una dissezione meticolosa dei dati e della metodologia degli studi sul vaccino, dei dati di osservazione emergenti da questo paese e da tutto il mondo e l’analisi degli eventi avversi riportati causati dal vaccino.

La maggior parte dei medici ha fatto un’adeguata valutazione? Questa è la domanda centrale — ed è quella che il gruppo di ricercatori non ha valutato nel loro sondaggio.

Inoltre gli autori del sondaggio non hanno fatto presente che i prodotti mRNA, distribuiti diverse centinaia di milioni di volte alla nostra popolazione, non soddisfano la precedente definizione di “vaccino” — la definizione che la stragrande maggioranza dei medici ha imparato durante la loro scarsa formazione in materia.

Nel settembre 2021, i Centers for Disease Control and Prevention (CDC, Centri per il Controllo e la Prevenzione delle Malattie degli Stati Uniti) ha ufficialmente cambiato la definizione di “vaccino”.

Fino ad allora, i CDC definivano un vaccino come un “prodotto che stimola il sistema immunitario di una persona a produrre immunità a una malattia specifica, proteggendo la persona da quella malattia”.

I CDC ora dicono che un vaccino è una “preparazione che viene utilizzata per stimolare la risposta immunitaria del corpo contro le malattie”.

In particolare, “immunità”, o protezione, sono ora assenti dalla definizione.

Dato che la protezione non è più un requisito, questo non dovrebbe mitigare l’opinione di un medico informato sull’efficacia di questi vaccini?

In una riunione del 6 aprile della U.S. Food and Drug Administration (FDA, Agenzia federale per il controllo degli Alimenti e dei medicinali degli Stati Uniti) intitolata, Vaccines and Related Biological Products Advisory Committee (Comitato Consultivo per i Vaccini e Relativi Prodotti Batteriologici) i consulenti hanno raggiunto un consenso chiave: la capacità dei vaccini di stimolare la risposta immunitaria dell’organismo (sotto forma di livelli di anticorpi) non rappresenta un correlato sierologico di protezione.

Stando così le cose, questi prodotti soddisfano a malapena, o per nulla, la definizione originale di “vaccino”.

I medici scettici sono male informati? O sono tra la minoranza che riconosce le implicazioni di questo cruciale rebranding del termine?

Riassunto

Ci sono circa 1 milione di medici negli Stati Uniti. Insieme essi costituiscono solo una frazione della nostra popolazione, ma la loro opinione ha un peso enorme.

La nostra risposta alla pandemia, sotto forma di consultivi pubblici, raccomandazioni e obblighi vaccinali, può essere attuata solo se supportata dai medici.

Gli editti emanati dai CDC e le autorizzazioni automatiche della FDA sarebbero insignificanti se non avessero il sostegno dei medici.

Così, le loro opinioni sono forse l’indicatore più importante della profondità del controllo dell’industria farmaceutica sulla nostra salute e sulle nostre vite.

I risultati del sondaggio di Callaghan sono potenzialmente devastanti per la campagna di vaccinazione dei CDC e per la loro stessa credibilità.

Se dovessimo estrapolare dai risultati del sondaggio che circa il 10% dei medici crede che questi prodotti non siano né sicuri né efficaci, nei soli Stati Uniti, ci sarebbero 100.000 medici che non sono d’accordo con il messaggio “sicuro ed efficace”.

Inoltre, questo sondaggio è stato condotto quasi 11 mesi fa.

Da allora, abbiamo visto:

Sulla base di questi sviluppi, possiamo prevedere che un sondaggio simile, se condotto oggi, dimostrerebbe un livello di scetticismo ancora maggiore.

Forse questo è il motivo per cui i CDC non hanno mai condotto una propria indagine per monitorare l’efficacia della loro campagna vaccinale. Se hai paura della risposta, non fare la domanda.

C’è un’altra ragione per cui l’attuale livello di scetticismo dei medici è probabilmente sottovalutato: I medici attenti ai vaccini sono sotto un attacco spietato da parte dei loro stessi comitati medici e dei loro colleghi.

In questo articolo pubblicato su The Defender offro una prospettiva dall’interno della mentalità, in continua evoluzione, dei medici sondando le osservazioni di un ampio gruppo privato di medici postate su vari social media nel corso di 18 mesi.

Quella che era iniziata come una piattaforma per scambiare informazioni è diventata rapidamente una camera d’eco del mantra “sicuro ed efficace”. Gli scettici venivano ridicolizzati. I medici hanno subito minacce di revoca delle licenze mediche semplicemente per aver espresso opinioni dissenzienti su un forum privato.

In questo ambito, perché un medico dovrebbe diffidare delle nostre autorità mediche — perfino in un sondaggio “anonimo”?

Per queste ragioni, credo che ci sia una grande ma silenziosa minoranza di medici che crede che i vaccini anti COVID non siano né sicuri né efficaci.

C’è anche la possibilità che questa minoranza silenziosa sia in realtà una maggioranza silenziosa.

Se questo si rivela essere il caso, dobbiamo considerare attentamente le implicazioni di ciò che questo significa e quanto sarà importante scegliere la migliore strategia per annullare il danno già fatto.

Una reazione imprudente potrebbe ben presto condurre a una maggior censura e a una vendetta contro i medici che esprimono apertamente i loro dubbi.

Prima di attaccare tutti i medici che scelgono di rimanere in silenzio, vale la pena notare che questi medici hanno in gioco molto più del loro sostentamento.

Una volta privato della licenza medica, un medico ha un’influenza limitata nella comunità medica. La revoca di una licenza medica è uno stigma enorme che porta con sé una perdita di credibilità tra i propri pari.

Quei medici che sono stati in grado di mantenere le loro credenziali, pur mantenendo una prospettiva vaccino-cautelativa, potrebbero avere più influenza di quelli che sono stati relegati ai margini.

Soprattutto, perdere una licenza medica significa sacrificare la capacità di curare le persone.

Come possono i medici consigliare ai loro pazienti di stare alla larga dalle dosi di richiamo o consigliare ai genitori di rifiutare il ciclo di vaccinazione primaria per i loro, recentemente resi idonei, neonati senza una licenza per esercitare la professione?

Ci troviamo a un punto cruciale di questo incubo della durata di oltre due anni di deterioramento scientifico e di condotta illecita sanitaria.

Reclamare la nostra libertà sanitaria e la nostra privacy da un sistema di autorità sanitario imbaldanzito, motivato dalla paura e da un’associazione criminale farmaceutica immensamente potente, richiederà più che reazioni impulsive.

Otterremo maggior benefici unendoci di fronte a una sofisticata campagna di una propaganda specificamente studiata per dividerci.