Degli scienziati cinesi hanno creato un coronavirus mutato del pangolino che è letale al 100% nei topi “umanizzati”, sollevando problemi di biosicurezza per la rischiosa ricerca gain-of-function (o guadagno di funzione).

Lo studio preprint ha dimostrato la capacità del virus di replicarsi nei tessuti polmonari e cerebrali, concludendo che una grave infezione neurologica ha probabilmente causato la morte dei topi.

Secondo gli scienziati dell’Università di Tecnologia Chimica di Pechino, la variante del SARS-CoV-2 legata al pangolino “GX_P2V C7” è derivata da un virus precedentemente clonato che è mutato in colture cellulari coltivate in laboratorio.

Quando è stato inoculato per via intranasale in topi bioingegnerizzati per esprimere i recettori ACE2 umani, il virus ha ucciso tutti i topi entro otto giorni.

I ricercatori hanno avvertito che la loro scoperta “sottolinea un rischio di spillover del GX_P2V nell’uomo” e hanno concluso che questa ricerca potrebbe fornire un modello alternativo per studiare i meccanismi patogeni dei coronavirus emergenti.

Il dottor Marty Makary, professore di chirurgia alla Johns Hopkins e autore di “The Price We Pay: What Broke American Health Care – and How to Fix It” (Il prezzo che paghiamo: cosa ha distrutto il sistema sanitario americano e come ripararlo), è intervenuto su X (precedentemente noto come Twitter) per commentare lo studio:

Il Dr. James Thorp, la cui esperienza medica comprende 44 anni di ostetricia e medicina materno fetale, autore di oltre 245 articoli scientifici, ha scritto su X: “A me sembra proprio un’arma biologica creata in laboratorio. O c’è qualcosa che mi sfugge? Credete che questa ricerca sia fatta per il bene dell’umanità? Siamo diventati pazzi collettivamente?”

Molti su X si sono chiesti se questo tipo di ricerca avrebbe portato all’insorgenza della teorica “Malattia X” prevista dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, dal World Economic Forum (Forum economico mondiale), dalla Bill & Melinda Gates Foundation, dalla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Coalizione per le innovazioni in preparazione alle epidemie) e da altre organizzazioni globaliste.

Studio cinese “scientificamente del tutto insensato”

Il Dr. Francois Balloux, titolare della cattedra di Biologia dei sistemi computazionali presso lo University College di Londra, ha risposto allo studio con il seguente tweet:

Richard Ebright, professore di chimica e biologia chimica alla Rutgers University, ha dichiarato a The Defender di essere d’accordo con la valutazione del professor Balloux:

“Noto che il preprint non specifica il livello di biosicurezza e le precauzioni di biosicurezza utilizzate per la ricerca. … L’assenza di queste informazioni solleva la preoccupante possibilità che in parte o tutta questa ricerca, come quella condotta a Wuhan nel 2016-2019 che ha probabilmente causato la pandemia di COVID-19, sia stata condotta incautamente senza le minime protezioni di biosicurezza essenziali per la ricerca con un potenziale patogeno pandemico”.

L’articolo cinese arriva sulla scia di un recente studio che documenta la fuoriuscita di 16 agenti patogeni dai laboratori di biosicurezza tra il 2000 e il 2021, provocando almeno 316 infezioni e otto morti – senza contare l’impatto globale della probabile fuoriuscita del SARS-CoV-2.

Ebright ha osservato che mentre la Cina ha preso provvedimenti per rafforzare le norme di biosicurezza dopo il disastro della COVID-19, gli Stati Uniti non l’hanno fatto, “a causa dell’opposizione e dell’ostruzione di [Anthony] Fauci e [Francis] Collins“. Collins è l’ex direttore dei National Institutes of Health (NIH).

“Sono sorpreso che una ricerca ad alto rischio e di scarsa utilità, come quella descritta in questo preprint, continui oggi in Cina, probabilmente con protezioni di biosicurezza inadeguate, anche dopo il rafforzamento delle norme di biosicurezza”, ha dichiarato Ebright.

Il Dr. Brian Hooker, direttore senior della scienza e della ricerca presso Children’s Health Defense, ha dichiarato a The Defender di essere d’accordo con le preoccupazioni di Ebright riguardo alla mancanza di dati sulla biosicurezza nella documentazione che accompagna lo studio, e ha affermato che questo tipo di ricerca è “estremamente pericoloso, dato il potenziale di perdite in laboratorio o altre catastrofi”.

“Gli sperimentatori affermano che non si tratta di ricerca gain-of-function: questo non è vero”, ha detto Hooker. “Dato l’alto livello di mutazione di questi virus a RNA, la semplice sperimentazione che coinvolge gli otto topi umanizzati infettati potrebbe selezionare mutazioni che interagiscono in modo più robusto con il recettore umano ACE2.”

Christina Parks, educatrice scientifica con una laurea in biologia cellulare e molecolare, ha pubblicato un video sullo studio, dicendo: “Questa è ricerca gain-of-function. Non ci sono dubbi”.

“Questa particolare variante non causa un’infezione polmonare nei topi [in the mice], ma distrugge il loro cervello in poche ore e giorni, causando una letalità del 100%. … e non si tratta di topi qualsiasi, ma topi che sono stati modificati [engineered] in modo che siano più simili agli esseri umani”, ha detto.

Il Dr. Justin Kinney, cofondatore di Biosafety Now, un’organizzazione che chiede leggi più severe per la ricerca “gain-of-function”, ha dichiarato a The Epoch Times che la ricerca descritta nell’articolo non è tecnicamente “gain-of-function”, “perché gli scienziati cinesi non hanno intenzionalmente potenziato il virus per renderlo più patogenico o trasmissibile”.

“La ricerca è molto pericolosa lo stesso”, ha detto Kinney. Ha inoltre espresso preoccupazione per il fatto che l’articolo non identificava il livello di biosicurezza con cui è stato eseguito il lavoro.

Kinney, che è anche professore associato di biologia quantitativa presso il Cold Spring Harbor Laboratory di New York, il 10 gennaio ha testimoniato all’Assemblea dello Stato del Wisconsin a favore di un disegno di legge che proibirebbe la ricerca “gain-of-function” volta a potenziare possibili patogeni pandemici e che richiederebbe ai ricercatori di presentare relazioni ai funzionari statali e locali.

Hooker si è detto preoccupato che la ricerca possa avere applicazioni militari. “Ci sono anche collegamenti con gli sforzi dell’esercito cinese, dove possono essere sviluppate armi biologiche offensive”, ha detto.

Uno degli autori dello studio, Yigang Tong, è stato addestrato dalle forze armate cinesi, ha lavorato in laboratori gestiti dai militari ed è stato coautore, insieme a Shi Zhengli, scienziata senior dell’ Istituto di virologia di Wuhan (WIV), di un articolo del 2023 su un virus del pangolino che infettava topi transgenici.

Il professore di diritto internazionale dell’Università dell’Illinois Francis Boyle, esperto di armi biologiche e autore della Legge antiterrorismo sulle armi biologiche del 1989, ha dichiarato a The Defender che lo studio cinese gli sembra “una corsa agli armamenti per la guerra biologica tra la Repubblica popolare cinese [People’s Republic of China] e gli Stati Uniti”.

I topi umanizzati e il recettore ACE2

Nello studio cinese, i topi sono stati geneticamente modificati per produrre recettori ACE2 umani.

L’ACE2 – abbreviazione di angiotensin-converting enzyme 2 [enzima di conversione dell’angiotensina 2] – è una proteina presente sulla superficie di molte cellule umane, in particolare quelle dei polmoni, dei vasi sanguigni, del cuore, dei reni e del tratto gastrointestinale.

Il recettore ACE2 funge da punto di ingresso per il SARS-CoV-2, il virus che causa la COVID-19, appunto per entrare nelle cellule e iniziare l’infezione. La proteina spike sulla superficie del coronavirus si lega direttamente ai recettori ACE2, permettendo al virus di accedere alla cellula ospite dove può replicarsi.

Nello studio cinese, i test hanno verificato la presenza di antigeni virali che si diffondono nel tempo sia nelle regioni polmonari che in quelle cerebrali. Tuttavia, i risultati hanno mostrato una sostanziale assenza di risposte infiammatorie importanti o di danni ai tessuti.

Mentre i titoli virali polmonari sono diminuiti entro il sesto giorno successivo all’infezione nei topi umanizzati, lo studio ha riportato copie “eccezionalmente elevate” del genoma nel tessuto neurale, segnalando un’invasione neurologica letale.

I test quantitativi hanno identificato cariche virali significative in tutti gli organi, ma soprattutto nel cervello.

I topi infetti hanno inoltre manifestato sintomi come lentezza, occhi bianchi, perdita di peso del 10% e pelo arruffato poco prima della morte.

Nei documenti ottenuti da Judicial Watch attraverso una richiesta in base al Freedom of Information Act (Legge sulla libertà di informazione) nel 2021, una proposta da parte di EcoHealth Alliance ha descritto un piano per sequenziare la proteina spike dei coronavirus dei pipistrelli al WIV allo scopo di “creare mutanti per identificare quanto significativamente ciascuno di essi dovrebbe evolvere per utilizzare l’ACE2“.

EcoHealth Alliance ha ricevuto una sovvenzione di 3,3 milioni di dollari dall’NIH per un progetto chiamato “Understanding the Risk of Coronavirus Emergence” (Comprensione del rischio di emergenza del coronavirus) che si è svolto presso il WIV dal 2013 al 2018.

La ricerca prevedeva di infettare topi “umanizzati” con coronavirus simili alla SARS.

In una recente intervista rilasciata a The Defender, Boyle ha dichiarato di ritenere che il virus SARS-CoV-2 sia stato sviluppato attraverso una ricerca di tipo gain-of-function come arma di guerra biologica offensiva prima di fuoriuscire dal laboratorio del WIV.

Boyle ha affermato che i laboratori che svolgono questo tipo di lavoro in qualsiasi parte del mondo “devono essere chiusi immediatamente prima che si verifichi un’altra pandemia come la COVID-19”.