Una causa legale risalente al 2017 secondo la quale cinque aziende farmaceutiche contribuirono a finanziare attacchi terroristici contro membri dell’esercito americano e altro personale americano presente in Iraq durante la “War on Terror” è stata unanimente ripristinata e rinviata a giudizio da un collegio di tre giudici della Corte d’Appello di Washington.

La causa contro le cinque aziende in questione — Pfizer, AstraZeneca, Johnson & Johnson, Roche e GE Healthcare — era stata respinta nel luglio 2020 da una corte distrettuale federale di Washington, D.C. prima di venire ripristinata la scorsa settimana.

La causa sostiene che le cinque case farmaceutiche avevano regolarmente pagato tangenti, tra cui farmaci gratuiti e dispositivi medici, ai funzionari del Ministero della Sanità iracheno tra il 2005 e il 2011, nei loro tentativi di assicurarsi l’esclusiva dei contratti sui farmaci.

A sua volta, la causa afferma, tali contratti instaurati tra le case farmaceutiche e il ministero della sanità iracheno contribuirono a “finanziare il terrorismo” perpetrato da una milizia sciita responsabile dell’uccisione di americani durante quel periodo.

Allora, la milizia in questione, Jaysh al-Mahdi, o “Esercito del Mahdi”, manteneva il controllo del ministero della sanità.

La causa emendata è stata depositata per conto di trecentonovantacinque americani che sono stati uccisi o feriti in Iraq durante tale periodo di sei anni.

L’accusa richiede il risarcimento per danni secondo l’Anti-Terrorism Act (ATA, Legge Anti-Terrorismo) federale, la quale stabilisce che l’accusa deve dimostrare che gli attacchi terroristici sono stati condotti da un’organizzazione formalmente designata come gruppo terroristico da parte del governo degli Stati Uniti.

Mentre l’Esercito del Mahdi non è formalmente classificato come gruppo terroristico, la causa legale sostiene che gli attacchi effettuati contro l’esercito americano in Iraq furono “pianificati e organizzati” da Hezbollah, gruppo terroristico etichettato come tale dagli Stati Uniti nel 1997.

Nel 2008, La causa legale iniziale aveva anche sollecitato un’indagine sulle case farmaceutiche da parte del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti (DOJ).

Una presunta rete di corruzione e tangenti

Le accuse formulate nel processo si basano su informazioni fornite da 12 testimoni confidenziali, segnalazioni pubbliche e private, contratti, comunicazioni e-mail e documenti pubblicati da WikiLeaks.

Alla causa sono allegate ventisette pagine di elenchi di decessi e gravi infortuni subiti dai membri dell’esercito americano durante gli attacchi dell’esercito del Mahdi tra il 2005 e il 2009 e affermazioni di dolore e sofferenza presentate da parte dei loro familiari e parenti.

Uno dei fattori principali della causa riguarda le tangenti e bustarelle che le cinque aziende citate nella causa avrebbero fornito ai terroristi che controllavano il ministero della sanità iracheno tra il 2005 e il 2011.

La causa sostiene che le cinque aziende hanno ottenuto contratti con il ministero attraverso i pagamenti illeciti, che sono stati poi utilizzati per favoreggiare gli attacchi terroristici contro gli americani.

L’argomento centrale Nella causa originale si afferma che le case farmaceutiche dovevano essere consapevoli del fatto che il ministero della sanità iracheno operava come un’organizzazione terroristica de facto, e tale conoscenza avrebbe dovuto indurre le cinque case farmaceutiche ad assicurarsi che qualsiasi contratto stipulato con il ministero fosse strutturato in modo da rispecchiare tali conoscenze per prevenire e proteggersi da ogni possibile corruzione e uso improprio dei fondi.

Questo punto è cruciale poiché è illegale, secondo la legge degli Stati Uniti, finanziare consapevolmente gruppi terroristici.

Dopo il disastro dell’invasione americana dell’Iraq nel 2003, il budget di approvvigionamento per il ministero della sanità iracheno è salito alle stelle, da 16 milioni di dollari nel 2003 a circa 1 miliardo di dollari nel 2004, grazie all’assistenza finanziaria degli Stati Uniti.

È stato nel 2004, secondo la causa, che l’Esercito del Mahdi prese il controllo del ministero della salute iracheno, in un momento in cui varie fazioni politiche del paese prendevano il controllo dei ministeri governativi mentre gli Stati Uniti trasferivano il potere nuovamente agli iracheni.

Una volta preso il controllo del ministero, l’esercito del Mahdi lo ha presumibilmente usato come veicolo per il finanziamento di atti terroristici, usando agenti locali per consegnare ricompense in denaro ai terroristi sul posto e vendendo forniture mediche “in nero” sul mercato nero, per finanziare ulteriormente le operazioni terroristiche.

In effetti, molti dei funzionari impiegati al ministero all’epoca, si dice nella causa, fossero membri di alto livello dell’esercito del Mahdi. Questo gruppo ha mantenuto roccaforti in alcune parti della capitale irachena, Baghdad e nel sud del paese, contendendo il controllo di città come Bassora e Amara.

L’Esercito del Mahdi, a sua volta, era fedele a Moktada al-Sadr, una figura politica descritta dal New York Times come un religioso “agitatore” che operava squadroni della morte contro i sunniti iracheni e gli americani.

Il gruppo emerse nel 2003, in seguito al rovesciamento di Saddam Hussein, operando come garante della sicurezza nei quartieri dominati da al-Sadr. Nel 2004, l’esercito del Mahdi lottò contro le forze statunitensi a Najaf e Sadr City.

Secondo la causa, le case farmaceutiche hanno sostenuto finanziariamente l’esercito del Mahdi in due modi. Un modo era costituito attraverso le tangenti che venivano pagate sotto forma di “sconti”— che venivano offerti dalle case farmaceutiche non attraverso la riduzione dei prezzi ma attraverso la fornitura di beni medici “gratuiti”, spesso equivalente al 20% del valore totale del contratto.

Queste tangenti, sostiene la causa, ammontavano a milioni di dollari all’anno. Si nota che questa forma di corruzione è comune in Medio Oriente perché, a differenza dei trasferimenti diretti di denaro, le società possono rivendicare questi beni “gratuiti” come donazioni di beneficenza, nel caso in cui tali transazioni vengano scoperte.

Un altro presunto mezzo di sostegno finanziario da parte delle cinque case farmaceutiche era l’assunzione di intermediari locali per registrare le loro società, ricevere l’approvazione del governo per l’uso dei loro prodotti a livello nazionale e negoziare i contratti.

La causa descrive i pagamenti fatti a questi intermediari come “tangenti sottilmente cammuffate”.

Tra il 2004 e il 2013, le società in questione avrebbero anche gestito un “fondo illecito”, con il pretesto di pagare l’assistenza post-vendita e altri servizi relativi ai prodotti da essi venduti.

Questi servizi erano “illusori” e i fondi andavano invece nelle tasche di funzionari corrotti del ministero della sanità e di agenti locali, afferma l’accusa.

I prodotti che sarebbero stati venduti al ministero della sanità iracheno durante questo periodo includono macchinario per elettrocardiogramma della GE; cateteri della Johnson & Johnson e farmaci anti-epilessia; Depo-Provera, un’iniezione anticoncezionale prodotta dalla Pfizer; Seroquel, un farmaco anti-psicotico prodotto dalla AstraZeneca; e Herceptin, un farmaco per il cancro al seno prodotto dalla Roche.

Come risultato delle “commissioni” e dei beni “gratuiti” forniti ai membri dell’Esercito del Mahdi, la milizia divenne nota tra i funzionari statunitensi come “Pill Army (l’Esercito delle Pillole)”, poiché i suoi combattenti spesso ricevevano farmaci da prescrizione come medicinali. Questi farmaci potevano poi essere rivenduti.

Una bozza di relazione dell’agosto 2007 preparata dall’ambasciata degli Stati Uniti a Baghdad accusava il ministero della sanità iracheno di “operare un programma di derivazione farmaceutica” e di operare “apertamente sotto il controllo dell’esercito del Mahdi”.

I soldi della Pharma hanno finanziato atti violenti contro gli americani

La causa sostiene che le tangenti hanno facilitato l’acquisizione di armi da parte dell’esercito del Mahdi, così come l’addestramento e il supporto logistico.

In effetti, la causa sostiene che il ministero della sanità iracheno e l’esercito del Mahdi erano, all’epoca, essenzialmente intercambiabili e alla fine del 2004, il ministero era troppo pericoloso affinché gli americani potessero accederci e che “funzionava più come un apparato terroristico che come un’organizzazione sanitaria”, con tanto di quartier generale e ospedali, tappezzati di manifesti di al-Sadr con slogan che dichiarano “morte all’America”.

Ospedali e ambulanze sarebbero stati utilizzati come parte degli atti terroristici perpetrati dall’esercito del Mahdi, mentre il ministero avrebbe impiegato circa 15.000 uomini armati che erano conosciuti come il “Facilities Protection Service (Servizio di Protezione delle Strutture)”, utilizzando gli approvvigionamenti del ministero, come veicoli e uniformi, per il terrorismo e altre attività criminali, compresi i rapimenti.

Numerosi incidenti di questo tipo sono dettagliati nella causa.

Nell’aprile 2006, per esempio, le forze armate statunitensi arrestarono sette guardie del corpo dell’allora ministro della sanità Ali al-Shemari dopo che un funzionario sunnita della sanità entrò nel ministero con il pretesto di essere intervistato per un posto ministeriale, per non essere mai più visto.

Anche I rapimenti di massa effettuati ripetutamente a Baghdad nel 2006 – 2007 vennero attribuiti al “Facilities Protection Service”, le vittime venivano spesso condotte al seminterrato del ministero della sanità per essere torturate e, a volte, uccise.

Il viceministro della sanità dell’epoca, Hakim al-Zamili, fu arrestato dalle truppe statunitensi, accusato della scomparsa di un altro viceministro, Ammar al-Saffar, il cui corpo non venne mai localizzato.

Un verbale della società di intelligence globale Stratfor ha accusato al-Zamili di “vendere servizi e attrezzature sanitarie in cambio di milioni di dollari per poi farli transitare in modo illecito attraverso le milizie sciite”.

In altri incidenti, sono stati sparati mortai contro le forze statunitensi, e contro i quartieri sunniti, direttamente dal tetto del ministero della Sanità.

La violenza proveniente dal ministero della sanità era tale che un cablogramma del Dipartimento di Stato del 2006 disponibile su WikiLeaks lo descriveva come “The Ministry of Weapons Transportation (Il Ministero del Trasporto delle Armi)”.

Nel reintegrare la causa, i giudici del D.C. Circuit (tribunale distrettuale del distretto della Columbia) hanno notato:

“L’accusa descrive come Jaysh al-Mahdi controllava il ministero e lo usava come un quartier generale per terroristi.

“Accettando queste affermazioni, i rapporti degli imputati con il ministero della sanità equivalevano a trattare direttamente con l’organizzazione terroristica. Il ministero non era quindi un intermediario indipendente che ha rotto la catena di causalità ma una facciata per Jaysh al-Mahdi”.

Le case farmaceutiche dovranno rispondere alla causa ripristinata

La causa è stata depositata in seguito a un’indagine degli studi legali Sparciano & Andreson and Kellogg, Hasen, Todd, Figel & Frederick di Washington, D.C.

Nella causa, gli studi legali sostengono che le cinque società nominate erano consapevoli che le loro pratiche commerciali erano inappropriate e potenzialmente illegali, sulla base di accordi raggiunti in precedenza per accuse in cui tattiche identiche e anche alcuni degli stessi intermediari, erano stati utilizzati da parte del programma oil-for-food (petrolio-per-cibo), sponsorizzato dalle Nazioni Unite, prima dell’invasione dell’Iraq del 2003.

Dopo il ripristino della causa, le società in questione hanno rilasciato una dichiarazione congiunta che nega qualsiasi atto illecito.

Nel 2018, il DOJ (Department of Justice, Dipartimento di Giustizia) ha avviato un’indagine a parte contro le società farmaceutiche, che è emersa quando AstraZeneca ha menzionato la causa durante un security filing (documenti depositati alla SEC, Security and Exchange Commission degli Stati Uniti) nel 2018

Anche la Pfizer, la Roche e la Johnson & Johnson hanno ammesso l’indagine nei documenti SEC di quell’anno.

Non è chiaro quale sia lo stato attuale dell’indagine del DOJ, o perché la causa sia stata reintegrata un anno e mezzo dopo il suo rigetto iniziale.

Risoluzioni amichevoli di controversie o il raggiungimento di accordi in casi di presunta corruzione all’estero non rappresentano delle novità per almeno alcune delle società citate nella causa.

Per esempio, nel 2011, la Johnson & Johnson ha accettato un accordo da 70 milioni di dollari derivante da accuse civili e penali che le sue filiali avevano pagato tangenti a funzionari in paesi come Grecia, Polonia e Romania e come parte del programma “oil-for-food” in Iraq.

E nel 2010, la GE ha pagato una liquidazione superiore a 23 milioni di dollari per risolvere le accuse mosse dalla U.S. Securities and Exchange Commission, secondo cui la casa farmaceutica aveva pagato tangenti nel programma “oil-for-food”.