L’ottava parte dei “Twitter files”, pubblicata martedì, ha rivelato un altro livello di collusione tra Twitter ed elementi dell’establishment governativo e militare statunitense, tra cui il fatto che Twitter ha protetto numerosi account e alias creati dall’esercito americano per la diffusione della propaganda in Medio Oriente e altrove.

L’ultima tranche di documenti “Twitter files“, pubblicata dal giornalista Lee Fang di The Intercept, ha rivelato che Twitter ha consapevolmente violato le sue stesse politiche interne e le dichiarazioni pubbliche che vietavano ogni forma di propaganda sostenuta dal governo.

Gli account creati dal Pentagono e dalle forze armate statunitensi avevano lo scopo di influenzare l’opinione pubblica di diversi Paesi.

I documenti sono stati resi pubblici in concomitanza con l’annuncio di Elon Musk, in un tweet, che “si dimetterà da amministratore delegato non appena” troverà “qualcuno abbastanza sprovveduto da accettare quel lavoro”. L’annuncio ha fatto seguito ai risultati del 19 dicembre di un sondaggio online condotto da Musk, in cui la maggioranza degli intervistati ha votato per le sue dimissioni da capo di Twitter.

Inoltre gli ultimi documenti vanno ad aggiungersi alle rivelazioni della settima parte dei “Twitter files”, che indicano che l’FBI ha pagato direttamente dei dipendenti di Twitter per dare seguito alle richieste di censura presentate dalla stessa FBI alla piattaforma.

Twitter ha messo in una “whitelist” vari account di propaganda militare segreta degli USA

Secondo Fang, per anni Twitter “ha promesso di bloccare tutti gli sforzi di disinformazione e propaganda sostenuti dallo Stato, senza mai fare un’eccezione esplicita per gli Stati Uniti”. Twitter si era già impegnato in tal senso in occasione della testimonianza davanti alla Commissione Intelligence della Camera degli Stati Uniti nel 2020.

Fang ha twittato:

Fang ha chiarito che gli è stato “concesso l’accesso a Twitter per alcuni giorni”, che non ha “firmato/acconsentito a nulla” e che “Twitter non ha avuto alcun ruolo in tutto ciò che ho fatto o scritto”.

“Le rivelazioni sono sepolte negli archivi delle e-mail e degli strumenti interni di Twitter”, ha detto, aggiungendo che le sue richieste “sono state poi soddisfatte per mio conto da un avvocato”.

Nonostante le affermazioni di Twitter di aver compiuto “sforzi concertati per individuare e contrastare le campagne di propaganda segrete sostenute dal governo”, l’azienda “dietro le quinte… ha fornito l’approvazione diretta e la protezione interna alla rete di account e alias online delle forze armate statunitensi”, ha scritto Fang per The Intercept.

Tra questi, Twitter “ha inserito in una whitelist [il contrario di una lista nera, NdT] una serie di account su richiesta del governo”, ha dichiarato Fang. “Il Pentagono ha utilizzato questo network, che comprende portali di notizie e meme generati dal governo statunitense, nel tentativo di plasmare l’opinione pubblica in Yemen, Siria, Iraq, Kuwait e altrove”.

“Nonostante si sapesse che gli account di propaganda del Pentagono utilizzavano identità segrete, Twitter non ne ha sospesi molti per circa 2 anni o più. Alcuni sono ancora attivi“, ha twittato Fang.

Ciò è avvenuto nonostante le azioni intraprese da Twitter contro tipi simili di account gestiti da altri governi.

“Nel 2018, ad esempio, Twitter ha annunciato la sospensione di massa degli account legati agli sforzi di propaganda del governo russo. Due anni dopo, la società si è vantata di aver chiuso quasi 1.000 account per legami con l’esercito thailandese“.

“Ma le regole sulla manipolazione delle piattaforme, a quanto pare, non sono state applicate agli sforzi militari americani”, ha aggiunto The Intercept.

L’assistenza diretta fornita da Twitter al Pentagono e alle forze armate statunitensi “risale ad almeno cinque anni fa”.

Secondo The Intercept:

“Il 26 luglio 2017, Nathaniel Kahler, che all’epoca lavorava come funzionario per il Comando centrale degli Stati Uniti – noto anche come CENTCOM, una divisione del Dipartimento della Difesa – ha inviato un’e-mail a un rappresentante di Twitter, membro del team di politica pubblica dell’azienda, con la richiesta di approvare la verifica di un account e di mettere nella “whitelist” un elenco di account in lingua araba “che usiamo per amplificare determinati messaggi”.

Abbiamo alcuni account che non vengono indicizzati sugli hashtag – forse sono stati segnalati come bot”, ha scritto Kahler. Alcuni di questi avevano costruito un vero e proprio seguito e speriamo di recuperarli”. Kahler ha aggiunto di essere felice di fornire ulteriori documenti dal suo ufficio o dal SOCOM, l’acronimo del Comando per le operazioni speciali degli Stati Uniti”.

A tal fine, Kahler ha inviato a Twitter un file che elencava 52 account in totale, chiedendo che fosse riservato il “servizio prioritario” a tali account, ovvero che fossero su una whitelist o risultassero verificati. Questo “servizio prioritario” significava che gli account erano “esenti da segnalazioni di spam/abuso” e avrebbero avuto “più visibilità/probabilità di fare tendenza sugli hashtag“.

Questo è avvenuto anche se i precedenti rilasci di “Twitter files” hanno rivelato che per altre categorie di utenti di Twitter – tra cui l’ex presidente Donald Trump – i dirigenti dell’azienda hanno fatto presto a trovare pretesti per imporre sospensioni o divieti permanenti.

Nelle e-mail interne di Twitter del 2020, lo stesso elenco di 52 account è stato ricircolato, insieme a un elenco di 157 ulteriori account del Pentagono con uno scopo simile.

Secondo The Intercept, Twitter ha dato seguito a questa richiesta, riferendo che, secondo i registri interni dell’azienda, “lo stesso giorno in cui il CENTCOM ha inviato la sua richiesta, i membri del team di integrità del sito di Twitter sono entrati in un sistema interno dell’azienda utilizzato per gestire la capacità di espansione di vari utenti e hanno applicato un tag di esenzione speciale agli account”.

Queste rivelazioni sembrano confermare la sensazione di alcuni utenti di Twitter che alcuni account fossero immuni da segnalazioni per una serie di violazioni delle policy.

Questi account, secondo Fang, “twittavano frequentemente sulle priorità militari degli Stati Uniti in Medio Oriente, tra cui la promozione di messaggi anti-Iran, la promozione della guerra nello Yemen sostenuta dall’Arabia Saudita e dagli Stati Uniti, gli attacchi ‘accurati’ dei droni statunitensi che sostenevano di colpire solo i terroristi”, nonché “narrazioni contro la Russia, la Cina e altri Paesi stranieri”.

Mentre “gli account in questione all’inizio erano apertamente affiliati al governo degli Stati Uniti”, ha riferito The Intercept, il Pentagono “è sembrato poi cambiare tattica e ha iniziato a nascondere la sua affiliazione per alcuni di questi account – una mossa verso il tipo di manipolazione intenzionale della piattaforma che Twitter dichiarava pubblicamente di contrastare”.

Questa rete segreta di propaganda è stata confermata in un rapporto dello Stanford Internet Observatory dell’agosto 2022, che ha rilevato che le operazioni erano attive su Twitter, Facebook, Telegram e altre piattaforme e che utilizzavano “portali di notizie false e immagini e meme profondamente falsi contro gli avversari stranieri degli Stati Uniti”.

Le e-mail interne di Twitter del 2020 hanno mostrato che “dirigenti di alto livello di Twitter erano ben consapevoli della vasta rete di account falsi e di propaganda occulta del DoD [Department of Defense’s] (Dipartimento della Difesa) e non hanno sospeso gli account”.

Tra questi dirigenti c’era Jim Baker, ex avvocato dell’FBI che all’epoca era vice consigliere generale di Twitter. In un’e-mail del luglio 2020, Baker ha scritto che il Pentagono aveva utilizzato “una tecnica scadente” nella creazione di questi account falsi e che stava cercando strategie per non rivelare il fatto che gli account erano collegati al Dipartimento della Difesa o al governo degli Stati Uniti.

Nello stesso anno, secondo The Intercept, “Dei dirigenti di Facebook e Twitter sono stati invitati dai principali avvocati del Pentagono a partecipare a riunioni a porte chiuse in una struttura per informazioni sensibili compartimentate [SCIF].[acronimo di sensitive compartmented information facility].. utilizzata per riunioni molto delicate”.

Fang ha twittato:

Quando alcuni di questi account sono stati finalmente sospesi e vari media hanno riportato la notizia, “Twitter è stato presentato come un eroe imparziale per aver rimosso ‘una rete di falsi account utente che promuovevano posizioni politiche pro-occidentali'”, ha scritto Fang, aggiungendo che “i media che si sono occupati della vicenda hanno scritto che Twitter applica le sue politiche in modo equo”.

Per esempio, secondo Fang, “quando il Washington Post ha riportato lo scandalo, i funzionari di Twitter si sono congratulati a vicenda perché la storia non citava nessun dipendente di Twitter e si concentrava in gran parte sul Pentagono”. Inoltre questi funzionari sapevano in anticipo della storia del Post.

Man mano che si pubblicano altri “Twitter files”, esponenti importanti del Partito Democratico minacciano la piattaforma

Le ultime rivelazioni sono arrivate dopo la pubblicazione della settima parte dei “Twitter files”, che ha fornito le prove che l’FBI ha pagato direttamente Twitter – 3,4 milioni di dollari in 17 mesi – per “rimborsare il tempo passato dal personale a trattare le richieste di censura”.

Commentando la rivelazione, la dott.ssa Meryl Nass, nota per le sue posizioni apertamente critiche sui vaccini anti COVID-19 e sulle restrizioni pandemiche, ha dichiarato: “Non solo l’esecutivo ha minacciato i social media di controllare degli account, ma li ha anche pagati per attaccare specifici account”.

Nonostante queste ultime rivelazioni, degli esponenti di spicco del Partico Democratico continuano a rilasciare dichiarazioni sia dirette che velate che prendono di mira Twitter direttamente.

In un’apparizione del 18 dicembre a “State of the Union” della CNN, il parlamentare Adam Schiff (Dem.-Calif.) ha proposto l'”immunità” alle aziende di social media se diventano “moderatori responsabili dei contenuti”.

Schiff ha detto:

“Abbiamo un grosso problema in questo momento con le società di social media e la loro incapacità di moderare i contenuti e l’esplosione dell’odio su Twitter, l’espulsione di giornalisti su Twitter.

“Non possiamo dire loro cosa dire o non dire, ma abbiamo dato loro l’immunità. Abbiamo detto: se sarete moderatori responsabili dei contenuti, vi daremo l’immunità”.

Musk ha twittato questa risposta:

I documenti di Twitter rilasciati lo stesso giorno in cui Schiff ha fatto le sue osservazioni mostravano che il suo ufficio aveva comunicato con Twitter. Schiff aveva già denunciato Twitter sotto la guida di Musk e aveva “chiesto di passare all’azione”, fornendo statistiche non supportate che sostenevano che gli “insulti” contro varie categorie di persone erano aumentati notevolmente sulla piattaforma.

La Vicepresidente Kamala Harris ha detto che si aspetta e “pretenderebbe” dai leader delle aziende tecnologiche che “lavorino con noi che ci preoccupiamo della sicurezza nazionale, che ci preoccupiamo di sostenere e proteggere la nostra democrazia”, per garantire che non ci sia “una manipolazione consentita o inosservata” che possa minacciare “la sicurezza della nostra democrazia e della nostra nazione”.

Harris ha dichiarato, nel corso della trasmissione “All Things Considered” della NPR, di essere preoccupata per la diffusione della “disinformazione” su Twitter.

Erik Sperling, direttore esecutivo di Just Foreign Policy, un’associazione senza scopo di lucro che promuove “la diplomazia, la cooperazione e lo stato di diritto”, ha espresso un’opinione diversa nelle osservazioni rilasciate a The Intercept nell’ambito del rapporto di Fang sull’ottava parte dei “Twitter files”, dichiarando:

“È molto preoccupante che il Pentagono stia lavorando per plasmare l’opinione pubblica sul ruolo delle nostre forze armate all’estero e ancora peggio se delle aziende private contribuiscono a nasconderlo.

“Il Congresso e le aziende di social media dovrebbero indagare e agire per garantire che, come minimo, i nostri cittadini siano pienamente informati quando i soldi delle loro tasse vengono spesi per dare un’immagine positiva alle nostre guerre infinite”.