Gli autori di un articolo di opinione pubblicato domenica sul Wall Street Journal hanno sottolineato la “pressione coercitiva e implacabile” esercitata dalla Casa Bianca sui gestori di social media per censurare le informazioni relative alla COVID-19 che contraddicevano la narrazione del governo e dei media mainstream.

Jenin Younes e il dottor Aaron Kheriaty hanno descritto nei dettagli le parti principali di uno scambio di e-mail tra Robert Flaherty, direttore della strategia digitale della Casa Bianca e i dirigenti di aziende di social media.

Le e-mail sono emerse il 6 gennaio nella fase di accertamento della causa Missouri contro Biden, una causa sulla libertà di parola intentata dai procuratori generali del Missouri e della Louisiana e da quattro querelanti privati rappresentati dalla New Civil Liberties Alliance.

Younes è consulente per le controversie presso la New Civil Liberties Alliance e rappresenta i querelanti privati nella causa Missouri contro Biden. Kheriaty è uno psichiatra, autore di tre libri, studioso senior presso il Brownstone Institute, collaboratore dell’Ethics and Public Policy Center (Centro per l’etica e le politiche pubbliche) ed è uno dei querelanti.

Le email sono l’ultima di una serie di prove ( rese pubbliche grazie a cause legali, richieste in base al Freedom of Information Act [Legge sulla libertà di informazione] e i “Twitter files“) emerse negli ultimi mesi, che hanno messo in luce “un regime di censura molto esteso che coinvolge la Casa Bianca, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie, il Dipartimento per la sicurezza interna, l’FBI e altre agenzie”.

Tra i tweet presi di mira figurano quelli di Robert F. Kennedy Jr., presidente e capo dell’ufficio vertenze di Children’s Health Defense, del commentatore conservatore Tucker Carlson e di altri.

Nel loro articolo, Younes e Kheriaty hanno citato il testo delle e-mail tra Flaherty e un dirigente di Facebook. Flaherty accusa Facebook di essere “uno dei principali fattori di esitazione vaccinale” e chiede di sapere cosa stia facendo la piattaforma di social media per cambiare questo stato di cose su Facebook e WhatsApp.

Facebook ha risposto con un ampio elenco di modifiche alle politiche, tra cui la “rimozione della disinformazione sui vaccini”, la “riduzione della viralità dei contenuti che scoraggiano i vaccini e che non contengono disinformazione perseguibile” e la rimozione degli account che “sensazionalizzano” ciò che ammettono essere “spesso contenuti veritieri”.

Insoddisfatto dei risultati, Flaherty ha continuato a fare pressione su Facebook:

Flaherty ha chiesto al dirigente perché ‘il post più importante sui vaccini oggi’ è quello di Tucker Carlson che ‘dice che non funzionano’: ‘Voglio sapere che aspetto ha davvero la ‘riduzione’ applicata”, ha detto. Il dirigente ha risposto: ‘Me ne occupo adesso’.

I documenti rivelano che Flaherty “nell’aprile del 2021 ha anche fatto pressione su Google, accusando YouTube (di sua proprietà) di ‘incanalare’ le persone verso l’esitazione vaccinale. Ha detto che questa preoccupazione era ‘condivisa ai più alti (e intendo i più alti) livelli della WH’ e richiedeva ‘più lavoro da fare'”.

Younes e Kheriaty hanno anche sottolineato che il presidente Biden, l’allora segretario alla stampa Jen Psaki e il chirurgo generale, Dr. Vivek Murthy, avevano giurato pubblicamente che avrebbero ritenuto le piattaforme responsabili se non avessero aumentato la censura.

Hanno scritto:

“Il 16 luglio 2021, un giornalista ha chiesto a Biden quale fosse il suo ‘messaggio alle piattaforme come Facebook’. Lui ha risposto: ‘Stanno uccidendo le persone’. In seguito Biden ha affermato che intendeva dire che erano gli utenti, non le piattaforme, a uccidere le persone. Ma i documenti dimostrano che proprio Facebook era l’obiettivo della campagna di pressione della Casa Bianca”.

Secondo Younes e Kheriaty, le e-mail recentemente scoperte stabiliscono un chiaro schema in cui la Casa Bianca, rappresentata da Flaherty, esprimeva rabbia per l’incapacità delle società di censurare in modo soddisfacente i contenuti COVID-19. Le aziende hanno cambiato le loro politiche in risposta alle sue richieste.

“Come risultato di questa azione statale incostituzionale, agli americani è stata data la falsa impressione di un ‘consenso’ scientifico su questioni di importanza cruciale riguardanti la Covid-19”, hanno scritto gli autori dell’articolo. “In tribunale è in corso la resa dei conti per la condotta illegale, ingannevole e pericolosa del governo”.