I Centers for Disease Control and Prevention (CDC) hanno rilasciato oggi nuovi dati che mostrano un totale di 1.151.450 segnalazioni di eventi avversi a seguito dei vaccini contro il COVID-19 sono state trasmesse durante il periodo tra il 14 dicembre 2020 e il 25 febbraio 2022 al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS). Il VAERS è il sistema principale, finanziato dal governo, per la segnalazione degli eventi avversi da vaccino negli Stati Uniti.

I dati includevano un totale di 24.827 segnalazioni di decessi– un aumento di 425 rispetto alla settimana precedente – e 200.331 segnalazioni di gravi danni, incluso i decessi, durante lo stesso periodo di tempo – in aumento di 4.128 rispetto alla settimana precedente.

Escludendo le “segnalazioni provenienti da fonti straniere” negli Stati Uniti sono stati segnalati al VAERS, 774.373 reazioni avverse, tra cui 11.312 decessi e 74.257 gravi danni, nel periodo tra il 14 dicembre 2020 e il 25 febbraio 2022.

Le segnalazioni provenienti da fonti estere sono segnalazioni che le filiali estere inviano ai produttori di vaccini statunitensi. Secondo le normative della Food and Drug Administration (FDA, Agenzia federale per il Controllo degli Alimenti e dei Medicinali degli Stati Uniti) se un produttore viene informato di una segnalazione proveniente da una fonte estera che descrive una reazione avversa che non solo è grave ma non appare sull’etichettatura del prodotto, il produttore è tenuto a inviare la segnalazione al VAERS.

Dei 11.312 decessi statunitensi riportati a partire dal 25 febbraio, 18% si sono verificati entro 24 ore dalla vaccinazione, 22% entro 48 ore dalla vaccinazione e 60% si sono verificati in persone che hanno avuto un inizio dei sintomi entro 48 ore dalla vaccinazione.

Negli Stati Uniti, al 25 febbraio sono state somministrate 552 milioni di dosi di vaccino anti COVID-19, tra cui 325 milioni di dosi della Pfizer, 208 milioni di dosi della Moderna e 18 milioni di dosi della Johnson & Johnson (J&J).

Dai dati segnalati al VAERS del 2/25/22.

Ogni venerdì, il VAERS pubblica le segnalazioni degli eventi avversi causati dai vaccini a partire da una data specifica. Le segnalazioni inviate al VAERS richiedono ulteriori indagini prima che si possa confermare una relazione causale. Storicamente, è stato dimostrato che il VAERS riporta solo l’1% degli effettivi eventi avversi da vaccino.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 25 febbraio 2022 per i bambini dai 5 agli 11 anni dimostrano:

8.817 eventi avversi, tra cui 200 classificati come gravi e 4 decessi riportati.

La morte più recente riguarda un bambino di 8 anni (VAERS I.D. 2109625) del Mississippi che è morto 7 giorni dopo la somministrazione della seconda dose di vaccino anti COVID-19 della Pfizer che venne trovato blu e senza vita a casa.

È stato portato all’ospedale con codice RCP (Rianimazione Cardio Polmonare) in corso. Più volte è stata rilevata una pulsazione ma il bambino alla fine è deceduto in terapia intensiva. Il medico che ha compilato la segnalazione ha riferito che il bambino era deceduto a causa di una sindrome infiammatoria multisistemica. Non aveva il virus del COVID-19.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 25 febbraio 2022 per i bambini dai 12 ai 17 anni dimostrano:

La morte più recente riguarda una ragazza di 13 anni (VAERS I.D. 2115839) dello stato del Wisconsin la cui salute era già gravemente compromessa e che aveva ricevuto due dosi di vaccino anti COVID-19 della Pfizer. Anche se la causa del decesso non è stata chiarita, sembrerebbe che la ragazza soffrisse di significativi problemi di salute, difficoltà respiratorie e problemi cardiaci.

  • 69 segnalazioni di anafilassi tra ragazzi dai 12 ai 17 anni in cui la reazione è stata pericolosa per la vita, ha richiesto un trattamento o ha portato al decesso – con il 96% dei casi
    attribuiti al vaccino Pfizer.
  • 648 segnalazioni di miocardite e pericardite tra cui 631 casi attribuiti al vaccino della Pfizer.
  • 159 segnalazioni di disturbi della coagulazione del sangue, con tutti i casi attribuiti al vaccino Pfizer.

I dati VAERS degli Stati Uniti dal 14 dicembre 2020 al 25 febbraio 2022, per tutti i gruppi di età combinati, dimostrano:

Il vaccino Pfizer è efficace solo al 12% nei bambini dai 5 agli 11 anni, secondo gli studi effettuati.

Uno studio pubblicato lunedì ha mostrato che l’efficacia del vaccino Pfizer anti COVID-19 nei bambini dai 5 agli 11 anni fosse solo del 12% dopo un periodo di osservazione di sette settimane. Eppure, gli autori dello studio raccomandano ancora il vaccino per quel gruppo di età, affermando che sia protettivo contro le malattie gravi.

Hanno anche proposto che la dose raccomandata per i bambini dai 5 agli 11 anni sia troppo bassa, suggerendo che una dose più alta potrebbe risolvere il problema.

Alcuni scienziati del CDC e della FDA hanno fatto pressione affinché i dati fossero resi pubblici prima di una riunione della FDA, prevista per il 15 febbraio, per rivedere la richiesta della Pfizer per l’autorizzazione all’uso di emergenza di un regime di tre dosi del suo vaccino per neonati e bambini dai 6 mesi ai 5 anni – ma i risultati dello studio sono stati resi pubblici solo questa settimana.

La FDA, l’11 febbraio, ha bruscamente rinviato la riunione per riconsiderare la richiesta d’autorizzazione per stato d’emergenza della Pfizer per i neonati e i bambini sotto i 5 anni, affermando che la Pfizer non aveva abbastanza dati sull’efficacia di una terza dose per quel gruppo di età.

In un articolo pubblicato il 1° marzo, il dottor Madhava Setty, redattore scientifico senior del Defender, ha esaminato i dati dello studio e ha sottolineato due difetti nelle conclusioni degli autori: 1) che i vaccini prevengano malattie gravi in questo gruppo di età, e 2) che aumentare la dose possa essere appropriato.

Il giudice spiana la strada alla causa del whistleblower della Pfizer

Una causa depositata da un whistleblower che sostiene che si sia verificata una frode durante i test del vaccino anti COVID-19 della Pfizer sta proseguendo dopo che un giudice del tribunale distrettuale ha registrato la denuncia che comprende 400 pagine di reperti medici.

Brook Jackson nel gennaio 2021 ha citato in giudizio la casa farmaceutica Pfizer e due imprenditori che hanno lavorato sugli studi clinici del vaccino anti COVID-19: Ventavia Research Group e ICON PLC.

Jackson ha lavorato per Ventavia per un breve periodo nel 2020, prima di essere licenziata dopo aver depositato una denuncia alla FDA su presunte indiscrezioni che ha osservato durante i test del vaccino.

Ha anche dato a The BMJ un cache di documenti aziendali interni, foto e registrazioni che evidenziano i presunti illeciti di Ventavia.

Jackson ha presentato la denuncia al tribunale distrettuale degli Stati Uniti, distretto orientale del Texas, divisione di Beaumont, in base al False Claims Act.

La causa include diverse accuse di frode e ritorsione da parte di Ventavia e Pfizer. La denuncia è rimasta sigillata fino al 10 febbraio, quando il giudice del tribunale distrettuale degli Stati Uniti, Michael Truncale, ne ha ordinato il rilascio.

Il marito della donna morta per il vaccino della J&J parla

Il marito di una donna dell’Oregon morta l’anno scorso per un disturbo della coagulazione del sangue – due settimane dopo aver ricevuto il vaccino anti COVID-19 della J&J – ha parlato pubblicamente questa settimana della morte della moglie.

Stan Thomas ha detto a NBC News che sta lottando per assicurare che il sacrificio di sua moglie non sia dimenticato.

Monica Melkonian, 52 anni, ha ricevuto l’inezione del vacciono J&J in una clinica di vaccinazione il 7 aprile 2021 – lo stesso giorno in cui i CDC e la FDA hanno temporaneamente messo in pausa le vaccinazioni per indagare sulle segnalazioni di un raro disturbo della coagulazione del sangue chiamato trombocitopenia indotta dal vaccino.

I sintomi più rilevanti riportati da Melkonian includevano un mal di testa persistente e un dolore dietro l’occhio sinistro poco prima di subire una crisi epilettica, un ictus e infine la morte per queste condizioni.

Fino ad oggi, gli Stati Uniti hanno confermato solo nove morti a causa della VITT causata dal vaccino J&J e 54 casi di condizioni di coagulazione del sangue tra i destinatari del vaccino J&J, nonostante migliaia di casi riportati al VAERS.

Le dosi di richiamo causano più danni del previsto in Israele

Molti israeliani stanno sperimentando danni e reazioni avverse dopo le dosi di richiamo anti COVID-19 di quanto il sistema di segnalazione passiva del paese dimostri, secondo un sondaggio condotto dal Ministero della Salute israeliano (MOH).

Il MOH ha condotto un’indagine attiva su chi ha ricevuto dosi di richiamo del vaccino per raccogliere dati sugli eventi avversi associati, poi ha confrontato i dati dell’indagine con quelli disponibili nel sistema di segnalazione passiva del paese.

Su 4.000 persone che hanno partecipato al sondaggio, i risultati hanno dimostrato che sei delle 2.049 persone interpellate sono state ricoverate in ospedale dopo la dose di richiamo, e un numero significativo di persone ha riportato un peggioramento delle loro condizioni di salute sottostanti.

Come ricavato dalle milioni di dosi di richiamo che sono state somministrate, sono avvenute 270.000 ospedalizzazioni per 92 milioni di dosi di richiamo somministrate negli Stati Uniti e 13.000 ospedalizzazioni per 4,5 milioni dosi di richiamo somministrate in Israele.

L’indagine del MOH ha anche rilevato segnalazioni di reazioni allergiche, irregolarità mestruali, lesioni neurologiche, reazioni al sito di iniezione ed eventi avversi generalizzati.

Children’s Health Defense incoraggia chiunque abbia avuto una reazione avversa, a qualsiasi vaccino, a fare una segnalazione seguendo questi tre punti.