Dai suoi inizi sperimentali a metà degli anni Cinquanta, il trapianto di organi si è evoluto fino a diventare ciò che la comunità medica oggi definisce disinvoltamente una procedura “standard”, anche se con tassi di fallimento ancora elevati.

Per esempio, sebbene i reni siano in cima alla lista degli organi trapiantati, un numero di trapianti di reni tra il 14 e il 21% fallisce entro cinque anni e il 15% dei candidati al trapianto di reni è in attesa di un secondo intervento.

Studi recenti hanno identificato un nuovo problema legato al rigetto di reni e di altri organi trapiantati: la vaccinazione anti COVID-19.

In uno studio, pubblicato a settembre su Transplant Infectious Disease, i ricercatori hanno registrato un rigetto acuto dell’organo entro una o due settimane dalla vaccinazione anti COVID-19 in cinque persone che avevano ricevuto un trapianto di rene, fegato o cuore da sei a 18 mesi prima.

In agosto, dei ricercatori giapponesi hanno riportato il rigetto di innesti di cornea in persone vaccinate contro la COVID-19, rigetto verificatosi da un giorno a sei settimane dopo la vaccinazione.

Gli eventi hanno attirato l’attenzione degli autori giapponesi perché gli innesti corneali hanno normalmente un’alta percentuale di successo grazie al fatto che la cornea gode dello status di organo con privilegio immunitario.

Osservando la letteratura che documenta il rigetto del trapianto in associazione ad altri vaccini come quelli contro l’influenza, l’epatite B, il tetano e la febbre gialla, gli autori giapponesi hanno espresso preoccupazione per ciò che comporta per i trapiantati “il previsto spostamento della società verso un programma di vaccinazione più frequente”.

Le preoccupazioni per l’impatto dei vaccini anti COVID-19 sulle persone con trapianti sono importanti, ma un’altra domanda pressante e non ancora affrontata si nasconde nell’ombra: cosa succede se una persona non vaccinata riceve un organo trapiantato da qualcuno che ha ricevuto uno o più iniezioni anti COVID-19?

Un anno da record

Sebbene i trapianti abbiano subito una breve battuta d’arresto nei primi giorni della pandemia, nel 2021 gli Stati Uniti hanno registrato un numero record di trapianti: più di 40.000 tra reni, cuori, fegati e altri organi.

Sebbene l’offerta non sia mai adeguata a soddisfare la domanda, i centri di trapianto sono riusciti a raggiungere il traguardo del 2021 anche grazie a un aumento del 10% rispetto al 2020 del numero di “donatori di organi deceduti” (rispetto ai donatori viventi), con 45 delle 57 organizzazioni di reperimento di organi che hanno stabilito “record storici di donatori trovati in un solo anno”.

L’aumento delle donazioni di organi da parte di donatori deceduti rappresenta una tendenza decennale, con “l’aumento del numero di decessi di giovani a causa dell’attuale epidemia di oppioidi” che già prima del 2021 si ipotizzava fosse uno dei fattori di queste morti. Tuttavia, negli anni precedenti, l’aumento è stato in media solo del 5%.

Entusiaste della maggiore disponibilità di organi, le organizzazioni di trapianti non hanno mostrato alcuna curiosità riguardo al fatto che i decessi legati all’introduzione del vaccino sperimentale anti COVID-19 potrebbero eclissare o addirittura sostituire gli organi provenienti dai decessi legati agli oppioidi, anche se si è registrato un aumento del 30% (rispetto al 2020) delle donazioni di organi da persone decedute per insufficienza cardiorespiratoria e un aumento del 15% dii organi di persone decedute tra i 50 e i 64 anni.

L’introduzione del vaccino anti COVID-19 è stata collegata all’aumento esplosivo della mortalità per tutte le cause nella popolazione in età lavorativa nel 2021, compresi i numeri senza precedenti di decessi per problemi cardiaci in giovani adulti che hanno ricevuto il vaccino anti COVID-19.

I morti per incidenti stradali sono una fonte fondamentale per la donazione di organi, quindi i centri di trapianto hanno beneficiato anche del picco di decessi per incidenti stradali del 2021 (il numero più alto in 16 anni).

Alcuni osservatori ritengono che questi potrebbero essere collegati alla perdita di coscienza al volante causata dal vaccino anti COVID-19.

Organi danneggiati?

Secondo la United Network for Organ Sharing (UNOS, Rete unita per la condivisione di organi), il rigetto del trapianto “avviene quando il sistema immunitario del ricevente riconosce l’organo del donatore come estraneo e cerca di eliminarlo”.

Il rigetto inizia come un fenomeno acuto, ma può procedere alla perdita graduale della funzione dell’organo, definita rigetto cronico.

L’UNOS afferma che “ogni trapianto presenta un certo grado di rigetto”, motivo per cui i farmaci immunosoppressivi, spesso a vita, sono una condizione sine qua non dopo il trapianto.

In agosto, il gruppo indipendente di medici e scienziati noto come ” Doctors for COVID Ethics” (Medici per l’Etica COVID) ha presentato prove inquietanti provenienti da autopsie di persone decedute dopo la vaccinazione anti COVID-19 su ciò che accade agli organi di chi ha ricevuto il vaccino a mRNA – organi che potenzialmente possono essere offerti ai destinatari di trapianti.

Hanno osservato che i vaccini a mRNA “viaggiano in tutto il corpo e si accumulano in vari organi” dove “inducono un’espressione duratura della proteina spike della SARS-CoV-2” che a sua volta induce un’infiammazione di tipo autoimmune – e l’infiammazione indotta dal vaccino “può causare gravi danni agli organi, soprattutto ai vasi sanguigni, talvolta con esito letale”.

Citando le prove degli esperimenti condotti dalla Pfizer sugli animali, hanno anche sottolineato l’accumulo particolarmente rapido del vaccino a mRNA nel fegato e hanno concluso che i vasi sanguigni, come minimo, “saranno esposti e colpiti in ogni organo e in ogni tessuto”.

Altri ricercatori hanno evidenziato “la possibilità di disfunzioni d’organo subcliniche nelle persone vaccinate”.

Per voi nessun trapianto

È ironico che i programmi di trapianto di solito raccomandino ai candidati ai trapianti di organi di “aggiornarsi” con una serie di vaccini – “tipicamente contro epatite A e B, tetano [difterite, pertosse, tetano], pneumococco, morbillo, papillomavirus umano, influenza e altri a seconda dell’area geografica e dell’età”.

Dato il potenziale, documentato dagli stessi produttori di vaccini, di causare eventi avversi dannosi per gli organi, questo consiglio era già discutibile, ma poi molti centri di trapianto hanno peggiorato la situazione aggiungendo requisiti rigorosi per la vaccinazione anti COVID-19.

Anche se i ricercatori hanno stabilito molto rapidamente che i farmaci immunosoppressivi assunti dai riceventi di trapianti garantiscono una risposta “significativamente smorzata”, al vaccino anti COVID-19, importanti sistemi sanitari come il Brigham and Women’s Hospital di Boston e la UCHealth del Colorado non hanno esitato a rimuovere, senza battere ciglio, i non vaccinati dalle loro liste d’attesa per i trapianti.

La COVID-19 Strike Force (Gruppo d’attacco COVID-19) dell’American Society of Transplant Surgeons (Società americana dei chirurghi implantologi) raccomanda la vaccinazione anti COVID-19 non solo per tutti i candidati al trapianto, ma anche per i riceventi, i loro familiari e i donatori vivi.

Sostengono virtuosamente che le decisioni di negare i trapianti ai non vaccinati si basano sul desiderio di “evitare trapianti inutili e di sprecare organi che potrebbero giovare ad altri candidati”.

Un medico dell’Università di Chicago, che ha affermato il “diritto legale di discriminare i candidati che rifiutano il vaccino anti COVID-19″, ha tuttavia definito la discriminazione “troppo severa”, chiedendosi “fino a che punto si spingerà la comunità dei medici [impiantologi] ” domandandosi “renderanno obbligatori più richiami”?

Ingenti profitti

Sebbene il trapianto di organi sia ammantato da un nobile discorso salvavita, si tratta anche di un importante fonte di profitti per la medicina moderna.

Le proiezioni globali per il periodo 2021-2028 indicano che il mercato combinato dei trapianti di organi e tessuti raddoppierà, passando da 7,24 miliardi di dollari a 14,67 miliardi di dollari – e queste cifre non tengono conto di un fiorente mercato nero di organi trafficati.

Gli analisti di mercato prevedono che la crescita sarà alimentata sia da fattori di domanda – come la crescente incidenza di malattie croniche che causano “danni catastrofici ai tessuti e agli organi” – sia da un aumento dell’offerta – compreso l’incremento degli impegni di donazione di organi dovuto alla propaganda fatta dai VIP.

Poiché l’accesso agli organi rimane l’ostacolo principale al trapianto, negli ultimi anni si è assistito a una spinta per consentire la donazione da parte di donatori “subottimali” o con “criteri estesi”, ad esempio anziani, individui con malattie del fegato grasso, donatori con tumori maligni o epatite virale o donazioni “dopo la morte cardiaca”.

Gli organi contaminati dal vaccino anti COVID-19 diventeranno solo un’altra categoria di donazione “subottimale”?

Recenti studi sul sangue dei riceventi del vaccino anti COVID-19 suggeriscono che le preoccupazioni per una fornitura di sangue contaminato si estendono probabilmente anche alla fornitura di organi e potrebbero mettere a rischio la vita dei trapiantati.

Purtroppo, quando si presenteranno, i problemi saranno probabilmente imputati al normale rigetto del trapianto, senza che nessuno si accorga del ruolo insidioso del nuovo vaccino anti COVID-19 o di futuri vaccini a mRNA.