I sondaggi mostrano costantemente che gli americani, e le persone di tutto il mondo, sono profondamente divisi sulle principali questioni attuali: COVID-19, cambiamento climatico e quant’altro.

Le reazioni ostili in seguito al disastro COVID-19 degli ultimi tre anni si stanno diffondendo tra l’opinione pubblica, che si sta lentamente svegliando di fronte alla presa di potere e al trasferimento di ricchezza senza precedenti che hanno avuto luogo con il pretesto della pandemia.

La sinistra ambientalista è molto preoccupata per il cambiamento climatico, ma si sta sviluppando un’opposizione anche nei riguardi della politica climatica.

Ci sono persone di tutto lo spettro politico che temono una risposta autoritaria ed imposta dall’alto al cambiamento climatico, una risposta che utilizza la risposta alla COVID-19 come modello.

Ma c’è anche un desiderio palpabile di modi di vivere più sani e sostenibili.

Queste divisioni e recriminazioni avvengono in un contesto di declino degli indicatori di salute e benessere umano: inflazione, recessione incombente, diminuzione della speranza di vita e problemi di salute cronici diffusi tra adulti e bambini, man mano che le sostanze chimiche tossiche si accumulano nell’aria, nell’acqua, nel suolo, negli alimenti e nei prodotti industriali a cui le persone sono esposte ogni giorno.

A livello globale, l’indicatore più noto del benessere generale delle popolazioni, l’Indice di sviluppo umano, è in calo dal 2019. Una nuova ricerca dimostra che la qualità della vita negli Stati Uniti e nella maggior parte degli altri Paesi ha raggiunto il suo apice diversi anni prima e da allora è in costante declino.

Il grande interrogativo politico è questo: È possibile costruire una coalizione in una popolazione divisa e sofferente per combattere il nesso politico ed economico – vale a dire la fusione corrotta di potere statale e aziendale – che sta rovinando la salute delle persone e del pianeta, e al contempo sta calpestando i nostri diritti e le nostre libertà?

In realtà, ci sono ragioni per sperare che il diffuso malcontento che cresce tra gruppi eterogenei di destra e di sinistra, che possono persino considerarsi nemici giurati, possa essere forgiato in un movimento efficace.

Richiamare la sinistra ambientalista all’ideale di libertà

Il malcontento nei confronti del movimento per il clima dominato dalle corporation si fa sentire nella sinistra ambientalista negli Stati Uniti e nel mondo. Una nuova coalizione politica potrebbe essere in grado di attrarre questi ambientalisti delusi.

Le organizzazioni ambientaliste statunitensi hanno applaudito la legge sul cambiamento climatico firmata dal Presidente Biden, l’Inflation Reduction Act (Legge sulla riduzione dell’inflazione). Ma molti ambientalisti si sono resi conto che la legge ha fatto regali alle aziende per centinaia di miliardi di dollari che non si stanno traducendo in guadagni significativi per il pianeta.

È anche evidente che i membri delle élite aziendali, come Bill Gates, stanno usando la questione del clima a loro vantaggio. Gates sostiene strategie per il clima imposte dall’alto e tecnologie dubbie in cui ha investito pesantemente – cattura del carbonio, geoingegneria e agricoltura “intelligente per il clima” – che o non sono provate o sono potenzialmente dannose per l’ambiente e la salute umana.

Peggio ancora, la COVID-19 ha rivelato il marcio di un movimento per il clima che è rimasto in silenzio mentre le grandi aziende traevano profitto e i governi architettavano una riduzione delle libertà civili senza precedenti. Alcuni elementi del movimento per il clima hanno persino approvato i lockdown e le restrizioni draconiane sul comportamento personale come politiche da emulare in futuro, vedendo nell'”emergenza covid” un potenziale modello per un'”emergenza climatica“.

Un nuovo libro, “Breaking Together: A freedom-loving response to collapse”, di Dr. Jem Bendell, professore di sostenibilità presso l’Università britannica di Cumbria, evidenzia molti dei fallimenti e dei passi falsi dell’attuale movimento ambientalista.

L’autore è una presenza visibile nel movimento ambientalista britannico che ha contribuito a ispirare la crescita di Extinction Rebellion, un gruppo di sinistra sul clima generalmente considerato radicale.

Nel suo libro, Bendell sostiene che il movimento deve staccarsi dalle grandi aziende e dall’élite globalista e riorientarsi intorno all’ideale di libertà.

In passato, Bendell ha collaborato con istituzioni d’élite, partecipando a riunioni di organizzazioni come il World Economic Forum (WEF, Forum economico mondiale) di Davos, in Svizzera. Alcuni anni fa è stato persino nominato “Young Global Leader” (giovane leader globale) del WEF.

Ma in “Breaking Together”, Bendell ripudia questo tipo di istituzioni elitarie e il loro approccio dall’alto al cambiamento climatico. Scrive che “la preoccupazione per il clima viene dirottata da un mix di profittatori dell’industria e figure dittatoriali, per attuare politiche inefficaci e controproducenti, generando così una reazione negativa contro qualsiasi tipo di azione concertata”.

“In quanto fuoriuscito di Davos”, scrive Bendell, “so quanto la loro fede nel mito che il loro potere e la loro ricchezza siano un invito a plasmare il mondo li renda suscettibili di trascurare i diritti fondamentali delle persone comuni come noi”.

Bendell è stato uno dei pochi ambientalisti a criticare vigorosamente le politiche autoritarie per la COVID-19 negli ultimi anni, sopportando gli abusi dei suoi colleghi verdi che erano pienamente allineati sulle narrazioni ufficiali sulla pandemia.

Per Bendell la politica climatica ha preso una strada simile:

“Le idee e le politiche che emergono a Davos si concentrano principalmente sull’accesso a più denaro pubblico per imprese private con dubbie credenziali ecologiche e sulla creazione di infrastrutture digitali per il controllo della gente comune”.

Per Bendell, questi non sono motivi per abbandonare l’ambientalismo o trattare le preoccupazioni sul clima come una truffa, come sono ansiosi di fare molti di coloro che si oppongono ai piani globalisti per il cambiamento climatico.

“Ora che ho lasciato Davos”, scrive, “mi preoccupa l’assenza di un’alternativa ambientale alla loro agenda, un’alternativa organizzata e in grado di farsi sentire a livello globale”.

La soluzione da lui proposta è quella di far ripartire l’ambientalismo con un movimento “eco-libertario” che cerchi di proteggere sia le nostre libertà che l’ambiente dalle multinazionali, dai governi corrotti e dall’élite di Davos.

Senza un “movimento ambientalista amante della libertà”, dice, gli ambientalisti continueranno a essere poco più che “idioti desiderosi del potere autoritario”, mentre i grandi interessi delle corporation continuano a degradare il pianeta e la nostra qualità di vita continua a diventare “più [simile alla] spazzatura, in più modi”.

In “Breaking Together”, Bendell e il suo team hanno condotto un’esauriente ricerca economica e sociologica che dimostra come la qualità della vita nella maggior parte dei Paesi abbia raggiunto il suo apice intorno al 2016.

Da allora, la qualità della vita a livello globale è andata costantemente peggiorando, a causa del crollo dei sistemi di sostegno economico e sociale e del deterioramento delle condizioni ambientali – un processo a lungo termine che Bendell definisce una sorta di lento “collasso” sistemico.

Bendell ritiene che solo un movimento popolare che si concentri sulla liberazione dalle istituzioni, dalle politiche e dalle ideologie fallimentari dell’élite industriale globale, cercando al contempo di guarire i danni che essa ha causato al pianeta, possa fornire una qualche risposta.

Il libro di Bendell indica che potrebbero esserci altri ambientalisti di sinistra delusi che aspettano di essere richiamati a un “ambientalismo che ama la libertà”: una versione dell’ambientalismo che non è sotto il controllo degli interessi delle corporation e che riconosce la libertà politica come ideale universale.

La destra antiglobalista/anti-lockdown/liberista e un nuovo approccio positivo all’ambiente

Se parti della sinistra ambientalista possono essere richiamate alla causa della libertà, che dire dell’altra parte dell’equazione? I movimenti anti-globalismo, anti-lockdown e a favore della libertà terapeutica – che provengono in gran parte dalla destra politica – possono apprezzare l’importanza di una nuova agenda ambientale positiva?

In questi ambienti c’è un profondo scetticismo nei confronti del cambiamento climatico. Ma c’è anche una crescente consapevolezza che la stessa industria alimentare (Big Food), l’industria farmaceutica (Big Pharma) e l’industria chimica (Big Chemical) che ci hanno propinato i loro prodotti industriali scarsamente testati stanno anche avvelenando la nostra aria e la nostra acqua – si veda il recente deragliamento di un treno e la fuoriuscita di sostanze tossiche in Ohio – e il nostro cibo.

È ampiamente riconosciuto che le multinazionali del cibo e membri dell’élite come Gates stanno sfruttando il problema del cambiamento climatico per promuovere una serie di “soluzioni” industriali ad alta tecnologia, come la carne finta, le proteine degli insetti, gli alimenti di fabbrica ultra-lavorati e l’ingegneria genetica, che non fanno altro che rendere il sistema alimentare più malsano ed ecologicamente più dannoso.

I sostenitori dell’agricoltura sostenibile come Joel Salatin, che spiegano lucidamente le pratiche malsane e antiecologiche del sistema alimentare industriale, vengono presi sul serio da persone di questi movimenti che prima del COVID avrebbero potuto liquidare queste argomentazioni ecologiche come improbabili sciocchezze.

Prima di morire, Ronnie Cummins dell’Organic Consumers Association ha scritto dell’ “alleanza politica emergente tra populisti di destra e di sinistra” e del potenziale di entrambe le parti di unirsi sulla scia del COVID per opporsi ai sistemi alimentari industriali malsani e insostenibili e sostenere la produzione alimentare locale, agroecologica e rigenerativa.

Questa alleanza, ha detto Cummins, “sta ponendo le basi per una nuova maggioranza populista di base che trascende i vecchi confini di sinistra, destra e verde, liberale e conservatore, rurale e urbano”.

Dopo i lockdown del 2020, molte persone in questi movimenti hanno riconosciuto i pericoli della “cattura normativa” delle agenzie governative da parte dell’industria: il “complesso censura-industria” tra imprese Big Tech e agenzie governative di sicurezza, e l’asservimento da parte di Big Pharma di agenzie di salute pubblica come la Food and Drug Administration (FDA, l’Agenzia federale per gli alimenti e i farmaci), i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie e l’Istituto nazionale delle allergie e delle malattie infettive.

I sostenitori del libero mercato, che negli anni passati non si erano preoccupati troppo della cattura normativa da parte delle aziende – ad esempio dell’Agenzia per la Protezione dell’Ambiente (EPA, acronimo di Environmental Protection Agency) – nel 2020 hanno improvvisamente imparato che le agenzie governative vincolate possono trasformarsi rapidamente in nemici della libertà e del governo democratico.

I cittadini di tutto lo spettro politico riconoscono ora il pericoloso livello di potere esercitato dalle aziende sulle burocrazie governative.

Jeffrey Tucker del Brownstone Institute, economista del libero mercato e principale oppositore dei lockdown da COVID-19, ha detto questo sul cambiamento di prospettiva che i lockdown hanno provocato in molte persone:

“Quasi nessuno di quelli che conosco ha esattamente la stessa visione politica e ideologica oggi rispetto a cinque anni fa. La realtà dei lockdown e il tremendo crollo sociale e culturale che ne è seguito hanno cambiato molti modi di vedere.

“Potrei scrivere un intero articolo sui miei cambiamenti. Non avevo idea, per esempio, del crudo potere politico di Big Tech e Big Pharma e di quale enorme minaccia rappresentino per i diritti, le libertà e il governo costituzionale”.

Nella sovrapposizione tra le versioni di sinistra e di destra della rivolta popolare contro la fusione corrotta tra potere statale e della grande industria, messa a nudo dai clamorosi abusi dell’era COVID-19, potrebbe esserci spazio per inaspettate alleanze politiche per costruire un movimento di ampia base che si rivolga a segmenti significativi dell’elettorato.

Principi di un’agenda ambientale amante della libertà per le persone, non per le élite

Sebbene entrambe le parti non possano sicuramente essere d’accordo su tutto, una coalizione efficace tra sinistra e destra, determinata a perseguire un’agenda ambientale orientata alla libertà, potrebbe essere in grado di raggiungere un accordo praticabile su diversi punti chiave, tra cui:

1. Asservimento degli enti regolatori. Il controllo delle agenzie governative da parte delle industrie, dall’EPA alla FDA, è alla base dei nostri problemi.

2. Rifiuto del modello COVID-19. Il modello di governance tecno-autoritaria instaurato durante la pandemia non può essere il modello per il cambiamento climatico. I nostri problemi ambientali non possono essere risolti con restrizioni draconiane sul comportamento personale, con la censura, con la sorveglianza, con il profitto delle imprese e con gli imbrogli high-tech promossi da personaggi come Gates e il WEF.

3. Concentrarsi su alimenti sani e sull’agricoltura rigenerativa. Esiste un’urgente necessità, riconosciuta da persone di tutto lo spettro politico, di sostituire i sistemi alimentari industriali malsani ed ecologicamente distruttivi. Al posto delle colture geneticamente modificate e “intelligenti dal punto di vista climatico”, dei cibi di fabbrica, delle proteine degli insetti e della carne finta, abbiamo bisogno di un investimento massiccio in metodi rigenerativi e agroecologici, compresa la produzione alimentare locale e le aziende agricole a conduzione familiare.

4. Un messaggio ambientale che unisce. Oltre all’agricoltura rigenerativa, si auspica che una coalizione di destra e di sinistra possa concordare sulla necessità di ridurre l’inquinamento chimico e da plastica, promuovere aria e acqua pulite, preservare i beni comuni (fiumi, oceani, foreste, fauna selvatica), conservare le risorse naturali e sforzarsi di raggiungere modi di vita più sani e sostenibili.

Un messaggio ambientale unificante e autentico potrebbe rompere l’impasse del dibattito pro/anti-cambiamento climatico che divide l’opinione pubblica e fa il gioco dell’élite e dei tecnocrati che riducono tutte le questioni ambientali a un’unica metrica – le emissioni “nette” di anidride carbonica – che manipolano a loro vantaggio.

5. Anteporre ai profitti la salute e il benessere umano. Sulla carta, i profitti dell’industria e l’economia statunitense e globale sono in crescita, ma in realtà il benessere umano complessivo, sia qui [negli USA] che all’estero, è diminuito negli ultimi sette o otto anni, in particolare a partire dalla pandemia di COVID-19.

I miliardari e le grandi aziende hanno guadagnato trilioni di dollari durante i lockdown, mentre venivano distrutte le basi della prosperità in tutta la società.

Una coalizione di destra e di sinistra dovrebbe poter essere d’accordo sul fatto che il vero benessere comprende cibo sano, aria e acqua pulite, un ambiente fiorente, forti legami e istituzioni sociali, e il rispetto dei diritti umani e delle libertà – cose che non possono essere facilmente misurate in termini monetari.

In un famoso discorso pronunciato nel 1968, Robert Kennedy spiegò la differenza tra la vera prosperità e i calcoli del “Prodotto Interno Lordo” che includono “l’inquinamento dell’aria” e “la distruzione delle sequoie” nei fattori della nostra ricchezza nazionale, ma non prendono in considerazione “la salute dei nostri bambini, la qualità della loro istruzione o la gioia dei loro giochi”. Questo ristretto tipo di calcolo economico, disse, “misura tutto, in breve, tranne ciò che rende la vita degna di essere vissuta”.

6. Protezione ferrea dei diritti umani e delle libertà civili. Si auspica che una coalizione di destra e di sinistra potrà concordare sull’importanza cruciale dei diritti e delle libertà individuali, come il diritto alla libertà di parola sancito dal Primo Emendamento, quale baluardo indispensabile contro lo strapotere autoritario di governi che troppo spesso rispondono a interessi economici piuttosto che al popolo.

Una popolazione privata delle libertà civili in nome di una “emergenza”, sia essa una pandemia o un cambiamento climatico, è un facile bersaglio per gli abusi dei potenti.

Sono le grandi multinazionali, le agenzie governative loro asservite e i politici loro amici che devono essere privati della libertà di imporre la loro volontà alla popolazione, non il contrario.