Nota dell’editore: questa è la seconda e ultima parte di una serie sull’iniziativa One Health. Leggi qui la prima parte.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) definisce “One Health [Una salute] come “un approccio integrato e unificante che mira a bilanciare e ottimizzare in modo sostenibile la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi”, in quanto “strettamente collegati e interdipendenti” – un concetto che in superficie sembra promuovere obiettivi nobili che collegano la salute umana e quella ambientale.

Tuttavia, alcuni scienziati ed esperti medici sono preoccupati per gli obiettivi troppo vaghi di One Health. Sostenendo che il concetto è stato “dirottato”, mettono in dubbio le intenzioni di chi è coinvolto nello sviluppo e nella diffusione globale del concetto, tra cui l’OMS, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (CDC) e la Banca Mondiale.

Gli esperti che hanno parlato con The Defender hanno sollevato dubbi anche su altri elementi del concetto di One Health, tra cui il programma di biosicurezza, il sistema di sorveglianza globale, i passaporti vaccinali e le restrizioni sul comportamento umano.

Sebbene questi obiettivi siano sostenuti da una “Teoria del cambiamento” vagamente definita, gli esperti hanno dichiarato a The Defender che i grandi interessi finanziari sono al centro dell’agenda One Health, che sembra essere strettamente legata al cambiamento climatico e alle iniziative di sviluppo sostenibile promosse dalle stesse organizzazioni globali.

Gli obiettivi di One Health includono una “acquisizione globale di tutto”

In un articolo del 1° maggio, il Dr. Joseph Mercola ha collegato il concetto di One Health, promosso dalle organizzazioni globali, alle politiche e alle restrizioni perseguite in risposta alla COVID-19, descrivendolo come un tentativo di “acquisizione globale di tutto“.

Mercola ha collegato il concetto di One Health a entità chiave che hanno sostenuto la ricerca gain-of-function (o guadagno di funzione). Secondo Mercola:

“È interessante notare che il termine ‘One Health’, adottato formalmente dall’OMS e dai ministri della salute del G20 nel 2017, è stato coniato per la prima volta dal vicepresidente esecutivo della EcoHealth Alliance, la stessa azienda che sembra aver avuto un ruolo nella creazione del SARS-CoV-2”.

Durante la conferenza del 2019 “Può One Health aiutare a prevenire la prossima pandemia?” Il Dr. Peter Daszak, presidente della EcoHealth Alliance e commissario della Commissione One Health del Lancet, ha dichiarato che le “malattie infettive emergenti” sono “una minaccia globale crescente”.

Ha inoltre sostenuto che molte di queste malattie emergenti sono “zoonotiche – si diffondono dagli animali all’uomo”.

Il Dr. Francis Boyle, professore di diritto internazionale presso l’Università dell’Illinois ed esperto di armi biologiche, autore della Legge anti-terrorismo sulle armi biologiche del 1989, ha messo in dubbio questa narrazione, dichiarando a The Defender:

“Tutte queste ‘malattie infettive emergenti’ stanno emergendo dai loro programmi di armi biologiche offensive condotti nei loro laboratori BSL4 [biosecurity level 4] e BSL3.

“Se si guarda alle persone che fanno parte del comitato consultivo dell’OMS che si occupa di ‘malattie infettive emergenti’, è proprio questo che stanno facendo: le fanno ’emergere’ dai loro laboratori”.

Un esempio è quello della dott.ssa Marion Koopmans, medico veterinario, direttrice del Centro di collaborazione dell’OMS per le malattie infettive emergenti presso l’Erasmus Medical Centre nei Paesi Bassi e membro del One Health High-Level Expert Panel (OHHLEP, Pannello di esperti di alto livello di One Health) dell’OMS.

Secondo Boyle, “l’Erasmus è il luogo in cui il lavoro sporco, offensivo della scienza mortifera del gain-of-function per la bioguerra nazista è diventato famoso sotto Fouchier, [che] ha dato il via all’intera controversia sul suo lavoro con il gain-of-function”.

Boyle si riferiva al Dr. Ron Fouchierche è anche vicedirettore del Dipartimento di viroscienze dell’Erasmus e che, secondo Science, nel 2011 ha “allarmato il mondo” dopo che lui e altri ricercatori hanno “modificato separatamente il virus mortale dell’influenza aviaria H5N1 in modo che si diffondesse tra i furetti” – un primo esempio di ricerca “gain-of-function”.

La dottoressa Meryl Nass, internista ed epidemiologa esperta di guerra biologica, membro del comitato scientifico di Children’s Health Defense, ha affermato che tali obiettivi sono tenuti deliberatamente vaghi. Nass ha fatto riferimento a un documento del CDC in cui si afferma:

“Il successo degli interventi di salute pubblica richiede la collaborazione di partner che si occupano di salute umana, animale e ambientale… Altri attori rilevanti in un approccio One Health potrebbero essere le forze dell’ordine, i responsabili politici, l’agricoltura, le comunità e persino i proprietari di animali domestici.

“Promuovendo la collaborazione tra tutti i settori, un approccio One Health può raggiungere i migliori risultati per la salute di persone, animali e piante in un ambiente condiviso”.

Nass ha scritto sul suo blog: “Prevedo che One Health sarà usata per imporre cambiamenti nel modo in cui gli esseri umani e gli animali interagiscono… molto probabilmente in base alle esigenze del WEF [World Economic Forum]/ delle elite e non ai bisogni delle persone o degli animali interessati”.

Reggie Littlejohn, fondatrice e presidente di Women’s Rights Without Frontiers [Diritti delle donne senza frontiere] e co-presidente della Task Force Stop Vaccine Passports [Fermiamo i passaporti vaccinali], ha dichiarato a The Defender: “Non è chiaro se One Health stia dando priorità alla salute umana”.

Sottolineando il linguaggio “vago” utilizzato dalle organizzazioni globali che promuovono One Health, Littlejohn ha affermato che uno degli obiettivi potrebbe essere quello di “governare la salute degli animali da allevamento oltre a quella umana”. Tramite questo strumento “potrebbero fare cose come imporre di vaccinare il bestiame”.

One Health significa “sorvegliare tutto”

Gli esperti che hanno parlato con The Defender hanno espresso preoccupazione per il programma di biosicurezza associato agli obiettivi dichiarati di One Health.

Secondo Nass, questo riflette il modo in cui l’OMS “si è trasformata in un’agenzia di biosicurezza”, aggiungendo che “a quanto pare, la giustificazione per l’assunzione, da parte del direttore generale dell’OMS, della giurisdizione dell’assistenza sanitaria durante le pandemie, ma anche potenzialmente degli ecosistemi, degli animali e delle piante, avviene tramite One Health”.

Nass ha notato che One Health “è menzionata più volte nel National Defense [Authorization] Act for Fiscal Year 2023” (NDAA, Legge della Difesa nazionale per l’anno fiscale 2023), che include 18 pagine sulla “preparazione alle pandemie” e una definizione formale dell'”approccio One Health” a pagina 952 della legge.

Anche il giornalista e ricercatore indipendente James Roguski ha sottolineato la posizione di rilievo di One Health nell’NDAA e ha osservato che, definendo formalmente il concetto all’interno della legge, esso è ora parte del Codice dei regolamenti federali.

Tuttavia, Roguski ha affermato che l’NDAA si spinge anche oltre:

“Gli Stati Uniti si sono impegnati a versare un miliardo di dollari all’anno al Fondo per le pandemie della Banca Mondiale, a sostegno dell’agenda per la sicurezza sanitaria globale. L’OMS è uno dei 14 intermediari che riceveranno e ridistribuiranno parte di quel miliardo di dollari.

“Fondamentalmente, si tratta di capitalismo, di corruzione, è un abominio dal punto di vista della salute. Diamo mucchi di denaro alle industrie farmaceutiche, costruiamo le infrastrutture in queste nazioni e, se si producono tonnellate di prodotti a livello locale, si potrà convincere il governo locale a iniettarli nelle braccia della gente o a ficcarglieli in gola.

“E nulla di tutto ciò ha dimostrato di avere alcun effetto benefico sulla salute. È un danno per la salute delle persone”.

Associato alla promozione di un programma di biosicurezza globale è lo sviluppo di un’infrastruttura di sorveglianza globale che in teoria dovrebbe proteggere la salute umana e animale e l’ambiente. Un documento dell’OMS del 3 ottobre 2022 recita:

“La comparsa del virus SARS-CoV-2 che ha causato la COVID-19 ha sottolineato la necessità di rafforzare l’approccio One Health, con una maggiore enfasi sulle connessioni con la salute degli animali e l’ambiente …

Questo approccio “utilizza i legami stretti e interdipendenti tra questi campi per creare nuovi metodi di sorveglianza e di controllo delle malattie. …

“Abbiamo ora un’opportunità senza precedenti per rafforzare la collaborazione e le politiche in queste numerose aree e ridurre il rischio di future pandemie ed epidemie, affrontando al contempo il peso delle malattie endemiche e non trasmissibili”.

“È necessaria una sorveglianza che monitori i rischi e aiuti a identificare degli schemi ricorrenti in queste numerose aree”.

A questo proposito, Littlejohn ha detto che i sostenitori di One Health parlano di “sistemi di sorveglianza interoperabili integrati”. Ha dichiarato a The Defender:

“Credo… che questi sistemi di sorveglianza delle persone, degli animali, delle piante e dell’ambiente saranno coordinati da un sistema di sorveglianza globale interoperabile e integrato.

“Chiunque sia a capo di tutto questo, l’OMS, il Partito Comunista Cinese… la Bill and Melinda Gates Foundation, che sono le persone che sembrano davvero essere a capo delle decisioni dell’OMS, queste entità saranno in grado di accedere e vedere tutte le nostre informazioni private. Questo non riguarda solo noi, ma anche gli animali e le piante”.

Il Dr. David Bell, medico di salute pubblica e consulente biotecnologico, ex direttore delle tecnologie sanitarie globali presso Intellectual Ventures Global Good Fund, ha dichiarato a The Defender che le organizzazioni globali intendono “sorvegliare tutto”. Ha detto:

“Questo significa sorvegliare tutto, sorvegliare il clima per individuare eventuali minacce, sorvegliare la popolazione animale, sorvegliare la fauna selvatica, sorvegliare il suolo per vedere se ci sono nuove tracce di virus o batteri nei sistemi fluviali, eccetera.

“Questo permette di ‘scoprire’ ciò che già sappiamo essere la natura, e poi di trasformare la natura in una minaccia potenziale o reale. Maggiore e più estesa è la sorveglianza, più sono inevitabili le “minacce” che si troveranno… perché si può sostenere che quasi ogni nuova variante di virus sia una “minaccia”.

“Questo permetterà loro di mantenere una sorta di paura costante che consente poi di introdurre controlli autoritari come le valute digitali delle banche centrali e i passaporti digitali… che permettono loro di monetizzare la popolazione umana in modo più efficace”.

Nass ha osservato che gli attori globali come l’OMS “parlano di condivisione di campioni durante una pandemia… in modo da poter provare a fare anche dei vaccini. Tuttavia, non parlano di effettuare la sorveglianza sugli esseri umani. Ma quello che hanno detto, invece, e che ha fatto capire dov’è l’inghippo, è che vogliono ottenere il consenso informato per la condivisione dei dati genomici dai Paesi, piuttosto che dai singoli individui”.

Parte di questa infrastruttura di sorveglianza includerebbe anche i passaporti vaccinali, che hanno un ruolo importante nel trattato sulle pandemie e negli emendamenti al Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) attualmente in fase di negoziazione presso l’OMS.

Secondo Littlejohn:

“Credo che abbiano creato l’infrastruttura durante la crisi della COVID-19, e che stiamo vivendo una piccola ‘pausa’ tra una pandemia e l’altra, ma quella struttura, quell’infrastruttura si chiuderà con la prossima pandemia, se non la fermiamo. Questa struttura ha a che fare con i passaporti vaccinali.

“Si potrebbe chiamare ‘carta sanitaria smart’ o ‘ID sanitaria digitale’, ma anche una patente di guida digitale obbligatoria può servire come piattaforma per un sistema di credito sociale alla cinese”. E c’è un nuovo disegno di legge in discussione al Senato proprio ora… l’Improving Digital Identity Act del 2023. [Legge per migliorare l’identità digitale] … Si tratta di un’ID nazionale obbligatoria che sarà interoperabile, coordinata, integrata e potrà servire come piattaforma per un sistema di credito sociale alla cinese… per sorvegliarci”.

Le restrizioni al comportamento umano potrebbero abbassare l’uomo al livello degli animali

Il documento dell’OMS del 3 ottobre 2022 afferma inoltre che “circa il 60% delle malattie infettive emergenti segnalate a livello globale proviene da animali, sia selvatici che domestici”, aggiungendo che “le attività umane e gli ecosistemi sotto pressione hanno creato nuove opportunità per l’emergere e la diffusione delle malattie”.

Secondo l’OMS, tali fattori di stress “includono il commercio di animali, l’agricoltura, l’allevamento, l’urbanizzazione, le industrie estrattive, i cambiamenti climatici, la frammentazione degli habitat e l’invasione delle aree selvatiche”.

“Nella misura in cui le emissioni di anidride carbonica dovute al trasporto all’interno delle città contribuiscono al cambiamento climatico, la ‘città di 15 minuti‘ sarebbe un modo per affrontare questo problema”, ha detto Littlejohn. “Il pericolo è che lo applichino con telecamere di sorveglianza ovunque per assicurarsi che non si esca dal proprio distretto senza permesso”.

In un articolo del 30 marzo, “Tua figlia per un ratto“, Bell ha citato un editoriale su One Health pubblicato su The Lancet in cui si afferma che “tutte le vite sono uguali e di uguale interesse”. In risposta, Bell ha suggerito che One Health miri ad abbassare gli esseri umani al livello degli animali.

Lo stesso articolo del Lancet descriveva One Health come “un appello all’equità ecologica, non solo all’equità sanitaria” e proponeva un “sottile ma rivoluzionario cambio di prospettiva” lontano dall'”antropocentrismo”: “Tutte le vite sono uguali e di uguale interesse”.

“Sembra che questa sarà la giustificazione per spostare le persone al di sotto del valore degli animali”, ha detto Nass in risposta; un sentimento condiviso da Boyle, che ha detto: “One Health mette in relazione l’assistenza sanitaria degli esseri umani con quella degli animali e quindi riduce l’assistenza sanitaria per gli esseri umani al livello di quella per gli animali”.

Secondo Bell, “suggerire che abbiamo il dovere, come specie su questo pianeta, di prenderci cura di tutte le specie in modo uguale e di trattarle in modo più equo [sta] diventando una sorta di religione o dogma. Sfida ciò che qualsiasi società razionale nella storia dell’umanità” ha praticato ed è “un approccio molto insolito e potenzialmente molto spaventoso”.

One Health: Segui la traccia dei soldi

L’OMS ha cercato di dare credito teorico al concetto di One Health sviluppando la cosiddetta “Teoria del cambiamento” (ToC, acronimo di Theory of Change).

Sebbene l’OMS affermi che la ToC sia stata concepita per fornire “un quadro concettuale” per “organizzazioni, agenzie e iniziative che lavorano per obiettivi simili di One Health” e una “narrazione comune di coerenza”, la teoria stessa non sembra avere una definizione chiara.

“Vogliono poter fare quello che vogliono”, ha detto Littlejohn. “Se si definisce [la ToC], allora puoi fargli rispettare quella definizione… Una delle tattiche è quella di essere davvero oscuri e incomprensibili”.

“È un termine che viene usato in questi ambienti”, ha aggiunto Bell. “È affermare l’ovvio, che se si compie una certa azione, si avrà un certo risultato. È un modo elegante per dirlo”.

Bell ha anche fatto riferimento alla “falsa credenza secondo cui gli esseri umani hanno sempre più contatti con la fauna selvatica”, la quale credenza si suppone porti a “questa minaccia di virus che passano dalla fauna selvatica agli esseri umani”.

Definendola “un’affermazione ridicola”, Bell ha detto che “quando gli esseri umani si trasferiscono negli habitat della fauna selvatica, questa non inizia a convivere con gli esseri umani. Si estingue”.

Osservando che “un tempo era molto comune” che le persone vivessero con gli animali da allevamento, Bell ha aggiunto che l’affermazione che le pandemie stiano diventando più comuni a causa dell’aumento del contatto con gli animali è di per sé “non vera”, ma è “usata per instillare la paura e per cercare di convincere le persone a sottoscrivere questa agenda di One Health, basata su una costante emergenza sanitaria”.

Nass ha affermato che i sostenitori di One Health “non hanno in realtà alcuna prova” a sostegno delle loro affermazioni, proponendo l’esempio della resistenza antimicrobica nei batteri presenti nella carne consumata dagli esseri umani, come risultato degli antibiotici somministrati al bestiame. “Questo è il gancio a cui One Health è stata appesa”, ha detto Nass.

Tuttavia, Nass ha affermato che questo problema “potrebbe essere risolto in un batter d’occhio se la Food and Drug Administration o il Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti dicessero agli agricoltori che non possono più mettere antibiotici nei mangimi, ma che possono usarli solo quando un animale si ammala”.

In un suo recente articolo, Mercola ha suggerito di seguire la traccia del denaro. “Gli interessi privati esercitano un potere immenso sull’OMS, e la maggior parte dei finanziamenti è “specifica”, cioè destinata a programmi particolari. L’OMS non può allocare questi fondi dove sono più necessari”.

Di conseguenza, questo “influenza massicciamente ciò che l’OMS fa e come lo fa”. Quindi, l’OMS è un’organizzazione che fa tutto ciò che i suoi finanziatori le dicono di fare”, citando organizzazioni come la Fondazione Gates come principali finanziatori dell’OMS.

Bell ha detto che tra i sostenitori di One Health ci sono “coloro che hanno spinto l’agenda COVID… e si sono arricchiti con essa”, tra cui “fondazioni private che vi sono coinvolte” e “grandi aziende che hanno da guadagnare dal controllo della catena alimentare e dal controllo dell’agricoltura e dei prodotti farmaceutici, eccetera”.

“Sono gli autoritari aziendali che hanno tratto profitto dalle politiche sanitarie attraverso la COVID e la risposta certamente inappropriata alla COVID”, ha aggiunto Bell. “Ed è lo stesso e non è scollegato dall’agenda dell’emergenza climatica”.

Un importante attore finanziario strettamente coinvolto nello sviluppo dell’agenda One Health è la Banca Mondiale, come indicano i documenti dell’OMS.

In occasione di una riunione dell’OHHLEP del novembre 2022, Franck Berthe, specialista senior della Banca Mondiale in materia di bestiame, ha presentato il Fondo di intermediazione finanziaria della Banca Mondiale, che “consentirà ai Paesi di prendere in prestito fondi per rafforzare il proprio sistema sanitario e promuovere l’approccio OH [One Health] “.

Secondo Nass, “l’OMS e la Banca Mondiale hanno contribuito a formare questa operazione di finanziamento per l’agenda della biosicurezza”, mentre Boyle ha dichiarato a The Defender: “Non c’è nulla di umanitario nell’OMS e in questi finanziatori che promuovono l’agenda One Health”.

Sia Nass che Bell hanno affermato che l’agenda One Health è strettamente legata agli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e all’Agenda 2030. Bell ha affermato che l’agenda One Health tenta di affrontare una presunta “minaccia esistenziale alla salute umana” che “deve essere affrontata in modo centralizzato, piuttosto che dare alle persone la possibilità di scegliere”.

One Health è strettamente legata al trattato dell’OMS sulle pandemie e agli emendamenti all’RSI.

Gli esperti che hanno parlato con The Defender hanno anche sottolineato le connessioni tra il concetto di One Health e il trattato sulle pandemie e gli emendamenti all’RSI in fase di negoziazione.

Mercola ha scritto che attraverso l’agenda One Health, che riconosce “una gamma molto ampia di aspetti della vita e dell’ambiente [che] possono avere un impatto sulla salute e quindi rientrano nel “potenziale” di causare danni”, l’OMS “sarà in grado di dichiarare il cambiamento climatico come emergenza sanitaria e quindi di obbligare ai lockdown per il clima”.

Roguski, che ha fatto approfondite ricerche sul trattato sulle pandemie e sugli emendamenti all’RSI, ha detto che negli emendamenti proposti recentemente dall’Unione europea per il trattato sulle pandemie, il termine “One Health” appare 29 volte, anche nella richiesta ai paesi di sviluppare e aggiornare regolarmente i piani di prevenzione delle pandemie tramite l’approccio One Health.

Facendo riferimento alla necessità di prevenire potenziali “situazioni pandemiche”, le proposte chiedono anche di rafforzare la sorveglianza globale della salute pubblica “utilizzando un approccio One Health”, che affronterà anche “i fattori che determinano l’emergere e il riemergere delle malattie nell’interfaccia uomo-animale-ambiente, tra cui, ma non solo, il cambiamento climatico, il cambiamento nell’uso del suolo, il commercio della fauna selvatica, la desertificazione e la resistenza antimicrobica”.

Le proposte suggeriscono anche che l’approccio One Health potrebbe essere utilizzato “per produrre prove basate sulla scienza e sostenere, facilitare e/o supervisionare l’attuazione corretta, basata sulle prove e informata sui rischi, della prevenzione e del controllo delle infezioni”, arrivando a suggerire obiettivi sul “consumo/uso di antimicrobici”.

Roguski ha dichiarato a The Defender che l’ultima bozza del trattato sulle pandemie fa riferimento a One Health 13 volte. Questo linguaggio “verrebbe usato per assumere il controllo completo delle nostre vite”, ha aggiunto Roguski.

Ad esempio, una proposta recita: “Ciascuna Parte, in conformità con la legislazione nazionale, adotta politiche e strategie, sostenute da piani di attuazione, in tutti i settori pubblici e privati e nelle agenzie pertinenti, coerenti con gli strumenti pertinenti, tra cui, ma non solo, il Regolamento sanitario internazionale, e rafforza e potenzia le funzioni di sanità pubblica per: (c) la sorveglianza (anche utilizzando un approccio One Health)”.

Tra le altre proposte si legge:

“Le Parti si impegnano a rafforzare i sistemi di sorveglianza multisettoriali, coordinati, interoperabili e integrati di One Health… per identificare e valutare i rischi e l’emergere di agenti patogeni e varianti con potenziale pandemico, al fine di ridurre al minimo gli eventi di salto di specie, le mutazioni e i rischi associati alle malattie zoonotiche tropicali trascurate e alle malattie trasmesse da vettori, con l’obiettivo di evitare che focolai su piccola scala nella fauna selvatica o negli animali domestici si trasformino in una pandemia”.

“Ciascuna Parte deve… sviluppare ed attuare un piano d’azione One Health nazionale sulla resistenza agli antimicrobici che rafforzi la gestione degli antimicrobici nei settori umano e animale, ottimizzi il consumo di antimicrobici, aumenti gli investimenti e promuova un accesso equo e conveniente a nuovi farmaci, strumenti diagnostici, vaccini e altri interventi, rafforzi la prevenzione e il controllo delle infezioni negli ambienti sanitari e le condizioni igieniche e di biosicurezza negli allevamenti, e fornisca supporto tecnico ai Paesi in via di sviluppo”.

Roguski ha detto che l’espressione “One Health” non compare direttamente nei documenti relativi alle proposte di emendamento dell’RSI, ma ha aggiunto che l’OMS “cercherà di farle prevalere entrambe”, riferendosi sia al trattato che agli emendamenti dell’RSI.

Secondo Littlejohn, l’approccio One Health e il linguaggio proposto nel trattato “danno loro il diritto di sorvegliare e potenzialmente controllare ogni aspetto della vita sulla terra”.

Notando che il trattato proposto richiede anche un “impegno a contrastare la ‘disinformazione’ e le ‘notizie false'” [disinformation, misinformation e fake news], Littlejohn ha aggiunto che “sorveglieranno i nostri social media… e se qualcuno di noi esce dalle righe contraddicendo ciò che dice l’OMS, potremmo essere censurati”.

“Questo è ciò che penso sia l’intento di quest’impegno per sistemi di sorveglianza One Health ‘coordinati, interoperabili e integrati'”, ha aggiunto Littlejohn. “Penso che questo sia il modo in cui potrebbe finire per essere utilizzata [One Health]. In definitiva, le entità globaliste, come il Forum Economico Mondiale e l’ONU, stanno usando l’OMS come mezzo per instaurare un controllo globale”.

“Il motivo per cui la salute è un buon pretesto è che le persone possono essere terrorizzate”, ha aggiunto Littlejohn. “Nella misura in cui le loro menti sono paralizzate se pensano di poter morire o di ammalarsi gravemente, sono disposti a rinunciare a libertà alle quali non sarebbero disposti a rinunciare in altri contesti”.

Roguski ha dichiarato a The Defender:

“Hanno preso molte decisioni sbagliate. Hanno dato molti consigli sbagliati [e] hanno causato molti danni a molte persone. Non si può dare a queste persone ancora più potere, autorità e controllo senza guardare a ciò che hanno fatto e dire: ‘no, non dovresti essere chi decide nulla di tutto questo'”.

A sua volta, Mercola ha scritto che “la presa di potere globalista si basa sul successo della creazione di un ciclo di feedback di sorveglianza per le varianti di virus, [sulla] dichiarazione di rischio potenziale seguita da lockdown e restrizioni, seguita dalla vaccinazione di massa delle popolazioni per ‘porre fine’ alle restrizioni pandemiche, seguita da altra sorveglianza e così via”.

Secondo Bell, One Health “fa parte di un quadro molto più ampio di ricerca di modi per smontare le idee intrinseche su cui è stata costruita la maggior parte delle società”.

“Penso che questo faccia parte di una mossa per annullare questo tipo di idee e sostituirle con una sorta di religione della paura di ciò che ci circonda e della denigrazione degli altri esseri umani, che può essere usata da persone molto avide per aumentare la loro ricchezza e il loro potere”, ha detto Bell. “Questo ha preso il controllo della sanità pubblica in larga misura”.