I patologi che hanno esaminato le autopsie di due adolescenti morti pochi giorni dopo aver ricevuto il vaccino anti COVID-19 della Pfizer hanno concluso che il vaccino ha causato la morte dei due adolescenti.

I tre patologi, due dei quali sono medici legali, hanno pubblicato i loro risultati il 14 febbraio in un articolo, “Reperti istologico-cardiaci dell’autopsia di due adolescenti deceduti in seguito alla seconda dose del vaccino anti COVID-19,” pubblicato online in Archives of Pathology and Laboratory Medicine.

I risultati degli autori sono conclusivi. Due adolescenti sono stati dichiarati morti nelle loro case tre e quattro giorni dopo aver ricevuto la seconda dose di vaccino anti COVID-19 Pfizer-BioNTech.

Non c’erano prove di un’infezione in corso o anteriore da COVID-19. Gli adolescenti avevano valori tossicologici negativi (cioè nessuna droga o veleno era presente nei loro corpi).

Questi ragazzi sono morti a causa del vaccino.

L’esame istopatologico del loro tessuto cardiaco ha rivelato un nuovo importante risultato: nessuno dei due cuori mostrava prove di una tipica miocardite.

Invece, gli autori hanno trovato prove di cambiamenti microscopici coerenti con una diversa forma di danno cardiaco chiamato cardiomiopatia tossica. Hanno scritto:

“Il danno miocardico visto in questi cuori post-vaccino è diverso dalla tipica miocardite e ha un aspetto più simile a una cardiomiopatia da stress (tossica) mediata dalla catecolamina“.

Gli autori hanno poi spiegato ciò che hanno osservato al microscopio:

“La loro istopatologia non dimostra una tipica miocardite … In questi due casi post-vaccinazione, ci sono aree di bande di contrazione e miociti ipereosinofili distinti dall’infiammazione.

“Questo modello di lesione è invece simile a quello che si vede nel miocardio di pazienti ai quale viene diagnosticata la cardiomiopatia tossica o ‘da stress’ Takotsubo, che è una lesione miocardica temporanea che può svilupparsi in pazienti con estremi fattori di stress fisico, chimico o talvolta emotivo.

“La cardiomiopatia da stress è un processo ischemico mediato dalla catecolamina, osservato in stati di alta catecolamina in assenza di coronaropatia o spasmo. È stata anche chiamata ‘lesione miocardica neurogena’ e ‘sindrome del cuore spezzato'”.

I patologi hanno determinato che c’era un diverso meccanismo di danno cardiaco in gioco in questi due ragazzi, distinto da un processo puramente infettivo che risulterebbe direttamente da un’infezione virale come la COVID-19.

Si tratta di una scoperta importante. Potrebbe esserci un modo per distinguere il danno cardiaco derivante da un’infezione da SARS-COV-2 dal danno cardiaco in cui il vaccino predispone il paziente alla cardiomiopatia da stress prima di contrarre la COVID-19.

Tuttavia, gli autori sono attenti a non dare per scontato che le lesioni cardiache da COVID-19 e quelle da vaccino anti COVID-19 possano sempre essere distinte al microscopio.

Spiegano che la cardiomiopatia da stress, o “sindrome del cuore spezzato”, può anche verificarsi in un raro stato iperinfiammatorio che è noto verificarsi anche durante le infezioni da COVID-19:

“Questa reazione post-vaccino può rappresentare una risposta immunitaria eccessiva e il danno miocardico è mediato da meccanismi immunitari simili a quelli descritti con la SARS-COV-2 e le tempeste di citochine della sindrome infiammatoria multisistemica (MIS-C)”.

Gli autori ammettono che questo reperto patologico può anche verificarsi come risultato della MIS-C, una complicazione nota dell’infezione da SARS-COV2.

Per saperne di più su questa condizione è necessaria una biopsia del tessuto cardiaco, o in questo caso un’autopsia. Sappiamo molto poco sulla natura della miocardite nelle persone che sono clinicamente stabili, perché su di loro non sono condotte delle biopsie del cuore e raramente si fanno autopsie su pazienti che muoiono di COVID-19.

Non esiste ancora un modo pratico per studiare le lesioni cardiache al di là della valutazione dei sintomi.

Purtroppo, i due ragazzi non avevano sintomi di miocardite (febbre, dolore al petto, palpitazioni o dispnea) prima del loro arresto cardiaco e della morte. Uno dei due ha lamentato mal di testa e disturbi gastrici che si erano risolti. L’altro non aveva sintomi.

Questo è estremamente preoccupante. Questi ragazzi avevano lesioni cardiache catastrofiche senza sintomi.

Quanti altri hanno subito un coinvolgimento cardiaco insidioso a causa della vaccinazione che non si manifesterà fino a quando non avranno un caso grave di COVID-19 o l’influenza? O forse quando si sottoporranno allo stress fisico delle gare sportive?

Questi risultati suggeriscono che un sottoinsieme significativo di morti per COVID-19 nei vaccinati potrebbe essere dovuto ai vaccini stessi.

Inoltre, solleva questa domanda: quanto è frequente questa condizione in forma latente negli individui vaccinati?

Il CDC ritiene che il rischio di miocardite indotta dal vaccino non sia significativo

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention (CDC) il rischio di miocardite e pericardite negli adolescenti che ricevono il vaccino COVID-19 è “estremamente raro” e “la maggior parte dei casi è lieve”.

Ma queste assicurazioni sono in conflitto con i dati dell’agenzia stessa.

Il Comitato consultivo sulle pratiche d’immunizzazione (ACIP) del CDC ha presentato queste informazioni inquietanti(vedi grafico qui sotto) durante la sua riunione del 23 giugno 2021, convocata specificamente per affrontare i rischi di mio/pericardite nei ragazzi dai 12 ai 15 anni che hanno ricevuto il vaccino COVID della Pfizer:

 

Diapositiva sulla miocardite

Questa diapositiva è importante per due motivi.

In primo luogo, l’incidenza di questa condizione potenzialmente letale è significativamente più alta nei vaccinati (colonna “Observed”) rispetto al tasso di fondo (colonna “Expected”), soprattutto nei maschi tra i 18 e i 24 anni.

Nella coorte maschile dai 12 ai 17 anni, il rischio di mio/pericardite è almeno 11 volte superiore al tasso di fondo.

Con più di 2 milioni di dosi somministrate al momento in cui sono stati identificati questi casi di mio/pericardite, possiamo essere sicuri che questi dati rappresentano un innegabile segnale di sicurezza.

La seconda ragione per cui questa diapositiva è importante è che il CDC sta attingendo direttamente dal Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS), un sistema specificamente progettato per monitorare i segnali di sicurezza quando i vaccini vengono somministrati alla popolazione generale.

A partire dal 15 febbraio, il CDC continua ad assicurare pubblicamente che “Le segnalazioni di eventi avversi a VAERS in seguito a vaccinazione, compresi i decessi, non significano necessariamente che un vaccino abbia causato un problema di salute”.

In sostanza, il CDC riconosce l’esistenza delle segnalazioni di decessi e altri eventi avversi dopo la vaccinazione in VAERS ma [sostiene] che questi non comprendono alcun rischio perché la causalità non è stata verificata.

Allora perché l’ACIP ha scelto di accettare il VAERS come fonte legittima di informazioni sulla mio/pericardite nei suoi calcoli?

Il CDC ha rilasciato le sue conclusioni subito dopo la riunione dell’ACIP:

“I fatti sono chiari: questo è un effetto collaterale estremamente raro, e solo un numero estremamente piccolo di persone ne soffre dopo la vaccinazione. È importante notare che per i giovani interessati, la maggior parte dei casi sono lievi, e gli individui si riprendono spesso da soli o con un trattamento minimo”.

Ma come fanno a sapere questo?

Un mese dopo questa confortante dichiarazione del CDC, la Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti ha ammesso in questa lettera alla Pfizer che l’agenzia non era in grado di valutare adeguatamente il rischio di miocardite del prodotto della Pfizer:

“Abbiamo determinato che un’analisi degli eventi avversi spontanei post-commercializzazione segnalati ai sensi della sezione 505(k)(1) del FDCA [Federal Food, Drug and Cosmetic Act] non sarà sufficiente per valutare i rischi gravi noti di miocardite e pericardite e per identificare un rischio grave inatteso di miocardite subclinica.

“Inoltre, il sistema di farmacovigilanza che la FDA è tenuta a mantenere ai sensi della sezione 505(k)(3) del FDCA non è sufficiente per valutare questi rischi gravi.

Commentando la lettera della FDA, la dottoressa Meryl Nass ha detto: “La FDA sta dicendo che né un’analisi dei dati del VAERS né di qualsiasi altro database finanziato dai contribuenti potrà fornire una valutazione sufficiente del rischio di questo prodotto”.

“Questo è ridicolo”, ha detto Nass, aggiungendo:

“Tutti questi dati, più il software, più un team di analisti, e la FDA dice che non può valutare il rischio di miocardite, nonostante si siano identificati migliaia di casi?

“Inoltre, non detto, ma implicito da parte della FDA, è che se la FDA è incapace di valutare il rischio di miocardite nonostante le migliaia di casi riportati, non è né sarà mai in grado di valutare gli altri gravi eventi avversi che sono stati segnalati in relazione ai vaccini anti COVID”.

Se la FDA non è in grado di eseguire un’adeguata sorveglianza dei segnali di sicurezza intorno alla miocardite indotta dai vaccini, chi può farlo?

La FDA assegna questo compito poco invidiabile ma essenziale alla stessa Pfizer (di nuovo, dalla lettera della FDA alla Pfizer):

“Pertanto, sulla base di dati scientifici appropriati, abbiamo stabilito che siete tenuti a condurre i seguenti studi…”

La miocardite è davvero “estremamente rara” dopo la vaccinazione anti COVID-19?

Alla data del 4 febbraio, il VAERS riporta 495 casi di miopericardite in ragazzi dai 12 ai 17 anni. I dati VAERS mostrano che al 10 febbraio, c’erano 2.239 casi segnalati di miocardite in persone sotto i 30 anni.

Tuttavia, uno studio ampiamente citato sponsorizzato dal CDC (Lazarus et al) ha concluso che l’incidenza degli eventi avversi è da 10 a 100 volte superiore a quella riportata al VAERS.

Calcoli più recenti stimano che gli eventi avversi sono sotto-riportati di un fattore di circa 41.

Da queste stime, possiamo concludere che ci possono essere stati circa 20.000 casi di miocardite nei ragazzi dai 12 ai 17 anni da quando il vaccino anti COVID-19 della Pfizer ha ricevuto l’autorizzazione all’uso di emergenza e ne è cominciata la somministrazione a questo gruppo di età.

I dati VAERS dell’11 giugno 2021 della tabella qui sopra mostrano 132 casi di mio/pericardite osservati su 2.039.000 dosi somministrate a maschi dai 12 ai 17 anni. Si tratta di circa 6,5 casi su 100.000 dosi.

Questo studio di Hong Kong ha trovato che l’incidenza di mio/pericardite dopo due dosi con il vaccino Comirnaty della Pfizer era di 37 su 100.000. Questa incidenza corrisponde quasi esattamente ai risultati di questo studio che ha utilizzato il sistema Vaccine Safety DataLink (VSD) (37,7 su 100.000 ragazzi di 12-17 anni hanno sofferto di mio/pericardite dopo la seconda dose). Questa è un’ulteriore prova di quanto nel sistema VAERS sia significativo il ruolo della sottostima.

Il più di questi adolescenti “si riprenderanno da soli”? Quante altre persone vaccinate soffrono di vari gradi di sindrome da “cuore spezzato” che rimane asintomatica, non diagnosticata e non segnalata?

Questi nuovi risultati indicano che nessuno può rispondere a queste domande in questo momento – specialmente non il CDC e la FDA.

Se la FDA ha ammesso di non poter valutare il rischio di miocardite usando i sistemi di sorveglianza esistenti, come può allora il CDC assicurarci che il rischio è abbastanza basso da consentire di procedere con una campagna di vaccinazione che ora include bambini dai 5 agli 11 anni?

La FDA ha delegato la responsabilità di controllare la sicurezza di questi vaccini ai produttori di vaccini.

Il CDC sta usando i dati VAERS nelle proprie analisi mentre esorta il pubblico a non tener conto di tutti gli eventi avversi, inclusi i decessi, che appaiono nello stesso database.

Qui non c’è nessuna regolamentazione. Le nostre agenzie di regolamentazione sono diventate portavoce della stessa industria che hanno il compito di sorvegliare.