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27-10-2023 News

COVID

Come Pfizer ha nascosto alle autorità di regolamentazione quasi l’80% dei decessi della sperimentazione del vaccino anti COVID

Secondo un’analisi dei dati della sperimentazione clinica del vaccino anti COVID-19 di Pfizer-BioNTech pubblicata questo mese sull’International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research, i produttori del vaccino hanno nascosto alle autorità di regolamentazione i dati sulla mortalità per ottenere l’autorizzazione all’uso di emergenza.

pfizer covid vaccine hid deaths feature

Pfizer-BioNTech hanno ritardato la segnalazione dei decessi associati al vaccino tra i partecipanti allo studio clinico BNT162b2 fino a dopo il rilascio dell’autorizzazione all’uso di emergenza (EUA [acronimo di Emergency Use Authorization]) per il prodotto da parte della Food and Drug Administration statunitense (FDA, Agenzia federale per gli alimenti e i farmaci).

I produttori del vaccino non hanno inoltre fornito dati su un gran numero di soggetti che hanno abbandonato lo studio.

Insieme, queste strategie hanno tenuto all’oscuro le autorità di regolamentazione e il pubblico di un aumento di 3,7 volte dei decessi per cause cardiache tra i soggetti che avevano ricevuto il vaccino, secondo l’analisi dell’International Journal of Vaccine Theory, Practice, and Research.

Gli autori dell’articolo l’hanno descritto come un'”analisi forense”, secondo la definizione del National Institute for Standards and Technology degli Stati Uniti: “l’uso di metodi o competenze scientifiche per indagare su crimini o esaminare prove che potrebbero essere presentate in un tribunale”.

Cosa mostra l’analisi

La Dott.ssa Corinne Michels, illustre professoressa di biologia presso il Queens College di New York, ora in pensione, ha guidato il Team investigativo del DailyClout sui documenti Pfizer/BioNTech in quello che, secondo gli autori, è stato il primo esame indipendente dei dati originali dello studio clinico Pfizer-BioNTech COVID-19 mRNA (BNT162b2).

Gli investigatori hanno esaminato ciascuno dei 38 decessi verificatisi tra il 27 luglio 2020, l’inizio della fase 2/3 dello studio sul vaccino di Pfizer-BioNTech, e il 13 marzo 2021, data di conclusione, culminata nel rapporto intermedio di 6 mesi di Pfizer-BioNTech.

Questa fase di sperimentazione ha coinvolto 44.060 soggetti. Metà ha ricevuto una dose di BNT162b2, metà un placebo costituito da una soluzione salina sterile inattiva.

Lo studio era insolito perché alla 20a settimana dopo il rilascio dell’EUA per il vaccino da parte dell’FDA, i soggetti dello studio nel gruppo placebo sono stati autorizzati a passare al gruppo vaccinato e a ricevere la prima iniezione di BNT162b2.

Il passaggio dal gruppo placebo al gruppo vaccinato – o “unblinding” [rimozione della fase in cieco] – avviene normalmente quando il beneficio del farmaco è così evidente che non trattare i soggetti sarebbe immorale. Per esempio, gli sperimentatori potrebbero prendere in considerazione la possibilità di terminare la fase in cieco di uno studio sul cancro se a un certo punto tutti i pazienti non trattati peggiorassero o morissero, a fronte di un miglioramento di tutti i pazienti trattati.

Le condizioni per l’unblinding possono essere specificate nel disegno dello studio, ma di solito comportano il contributo o la revisione da parte di un comitato di dentologia medica.

Dei 20.794 soggetti placebo non in cieco dello studio Pfizer, 19.685 hanno ricevuto almeno una dose di BNT162b2.

Normalmente, la decisione di eliminare la fase in cieco in una sperimentazione vaccinale si basa sulla sicurezza e sull’efficacia del prodotto nel raggiungere determinati endpoint o obiettivi. Gli endpoint per un farmaco che previene le infezioni virali potrebbero essere un test positivo o una malattia COVID-19 auto-riferita (i numeri dei “casi” che hanno guidato gran parte della politica COVID-19), una malattia che richiede l’ospedalizzazione o la morte.

Ma, forse inaspettatamente, dopo 33 settimane i dati non hanno rivelato alcuna differenza significativa tra i decessi nei gruppi vaccinati e placebo per la parte iniziale dello studio, controllata con placebo per 20 settimane.

Dopo la 20a settimana, dopo che la maggior parte dei soggetti ex placebo aveva ricevuto il vaccino, i decessi tra i soggetti del gruppo vaccino sono continuati senza sosta.

Gli autori hanno rivelato “incongruenze” tra i dati presentati nella relazione intermedia a 6 mesi di Pfizer-BioNTech e le successive pubblicazioni degli amministratori del sito di sperimentazione di Pfizer-BioNTech:

“Soprattutto, abbiamo trovato prove di un aumento di oltre 3,7 volte del numero di decessi dovuti a eventi cardiaci nei soggetti vaccinati con BNT162b2 rispetto a quelli che avevano ricevuto solo il placebo”.

Ciò significa che il 79% dei decessi rilevanti non è stato registrato in tempo per essere incluso nei documenti normativi di Pfizer.

Non includendo rilevanti decessi dei soggetti nel case report, Pfizer ha oscurato i segnali di eventi avversi cardiaci, consentendo alla EUA di procedere senza contestazioni.

Come ha fatto Pfizer ad aggirare gli obblighi legali ed etici?

I dati di Pfizer-BioNTech, ottenuti grazie a una causa in base al Freedom of Information Act (Legge per la libertà di informazione), hanno rivelato quattro decessi in più nel gruppo del vaccino e uno in più nel gruppo del placebo, ma Pfizer non ha incluso questi dati nella documentazione presentata alla FDA, nonostante fosse un esplicito requisito di progettazione dello studio.

Questi dati, e le loro differenze rispetto a quanto riportato da Pfizer-BioNTech nelle loro domande per l’autorizzazione, sono riassunti nella Tabella 3 dello studio di Michels.

Un caso riguardava una donna di 63 anni che è morta 41 giorni dopo l’iniezione, ma il cui decesso è entrato nel pool di dati solo 37 giorni dopo. Un altro caso riguarda una donna di 58 anni il cui decesso, avvenuto 72 giorni dopo la vaccinazione, non è stato segnalato per 26 giorni.

Se Pfizer-BioNTech avesse rispettato l’obbligo legale ed etico di segnalare tutti gli eventi avversi gravi, i suoi dati avrebbero mostrato la parità di decessi nei gruppi placebo e vaccino, il che non avrebbe mostrato alcun chiaro beneficio per il vaccino.

Come hanno potuto eludere questi obblighi?

In primo luogo, hanno potuto nascondersi dietro il Public Readiness and Emergency Preparedness (PREP) Act [Legge sulla preparazione alle emergenze pubbliche] del 2005, che ha fornito ai produttori di vaccini uno scudo dalla responsabilità quasi impenetrabile per le “contromisure mediche” in risposta a qualsiasi “emergenza di salute pubblica”.

In secondo luogo, poiché la COVID-19 è stata considerata un’emergenza sanitaria nazionale, le autorità di regolamentazione hanno abbandonato il ben consolidato processo di approvazione, incentrato sul paziente e basato sulla sicurezza, che richiede anni di test preclinici sugli animali, e Pfizer-BioNTech ha prevedibilmente accettato.

La tempistica delle segnalazioni di decessi solleva interrogativi

Michels ha anche sollevato questioni riguardanti le segnalazioni di decessi in totale e la loro tempistica.

Poiché il totale dei decessi di entrambi i gruppi di studio, 38, appariva “sorprendentemente basso” agli autori dello studio – in particolare durante una pandemia – essi hanno intrapreso una propria analisi basata sulle aspettative di mortalità della popolazione all’epoca.

Assumendo che i tassi di mortalità aggiustati per età dei soggetti dello studio fossero simili a quelli della popolazione generale, hanno stimato che dal 27 luglio 2020 al 13 marzo 2021 sarebbero dovuti morire 222 soggetti. Il numero riportato, 38, è solo il 18% del numero previsto.

Michels ha spiegato questo dato con l’elevato numero, il 4,2%, di “soggetti abbandonati”. Tra questi, i più preoccupanti erano i soggetti “persi nella fase di follow-up”, ovvero i soggetti che hanno saltato le visite programmate o altre attività richieste.

Pfizer-BioNTech hanno cercato di contattare questi soggetti per telefono, posta certificata o tramite il loro contatto di emergenza, ma nonostante gli sforzi compiuti non sono riusciti a trovare spiegazioni per i 395 soggetti scomparsi dalla sperimentazione.

Gli autori hanno scritto:

“Questi numeri non sono insignificanti e potrebbero facilmente spiegare il basso numero di decessi riportati in questo periodo di sicurezza dello studio. Data l’importanza di conoscere lo stato di ciascun soggetto dello studio, si sarebbe dovuto fare uno sforzo maggiore per rintracciare questi individui.

“Inoltre, Pfizer/BioNTech era responsabile della supervisione dei siti di sperimentazione. I siti che presentavano un numero eccessivo di casi persi nel follow-up avrebbero dovuto essere valutati per le loro prestazioni”.

Michels era anche preoccupata per il fatto che alcuni centri di sperimentazione avevano molti soggetti abbandonati, mentre altri non ne avevano o ne avevano pochi.

Novantasei dei 153 siti di studio (63%) hanno riportato 0 o 1 soggetto perso al follow-up e 34 (22%) hanno riportato 2-5 abbandoni. Ma quattro siti hanno riportato più di 20 soggetti persi nel follow-up, pari a circa il 5% di tutti i soggetti dello studio.

Poiché i produttori di vaccini erano responsabili della supervisione dei siti di sperimentazione, gli autori hanno scritto: “I siti con un numero eccessivo di soggetti persi nel follow-up avrebbero dovuto essere valutati per le loro prestazioni”.

Infine, sulla base dei dati, sembra che Pfizer-BioNTech non si siano affrettati ad inserire le segnalazioni di decessi prima della scadenza per la domanda di EUA, in particolare per il gruppo BNT162b2.

Dei 38 decessi segnalati, solo un caso è stato aggiunto il giorno stesso del decesso del soggetto. I ritardi di oltre 20 e 30 giorni erano comuni.

Per uno dei decessi ci sono voluti 72 giorni prima che fosse inserito nel database e tutti sono stati inseriti come avvenuti nel giorno di riferimento, non nella data effettiva della morte.

Degli otto soggetti del gruppo vaccino che avrebbero dovuto essere segnalati entro il 10 dicembre 2020, termine ultimo per la richiesta di EUA, il ritardo medio nella segnalazione è stato di 17,5 giorni per i soggetti del gruppo vaccino, a fronte di soli 5,9 giorni per i decessi tra i soggetti del gruppo placebo.

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