Il rilascio di questo mese della documentazione relativa al vaccino anti Covid-19 di Pfizer-BioNTech da parte della Food and Drug Administration (FDA, Agenzia federale per gli alimenti e i farmaci) statunitense rivela tre ulteriori segnalazioni di decessi tra i partecipanti alla sperimentazione del vaccino e ulteriori casi in cui Pfizer ha minimizzato dei gravi eventi avversi subiti dai partecipanti, descrivendo i danni come “non correlati” al vaccino.

Delle circa 80.000 pagine rilasciate questo mese, la parte più rivelatrice è un documento “confidenziale” di 3.611 pagine senza titolo – a parte il nome del file “fa_interim_narrative_sensitive”.

Il documento contiene informazioni sui partecipanti alla sperimentazione del vaccino che sono morti, che hanno subito eventi avversi o che hanno contratto la COVID-19 durante la sperimentazione.

Tutti i partecipanti elencati nel documento hanno ricevuto la dose da 30 μg del candidato vaccino BNT162b2, al quale la FDA nell’agosto 2021 ha concesso l’ Emergency Use Authorization (Autorizzazione per Uso in Emergenza).

Il 1° luglio l’FDA ha rilasciato i documenti nell’ambito di una divulgazione frazionata ordinata dal tribunale, in seguito a una richiesta accelerata in base al Freedom of Information Act (FOIA, Legge per la libertà di informazione) presentata nell’agosto 2021.

La richiesta FOIA è stata presentata inizialmente da Public Health and Medical Professionals for Transparency, un gruppo di medici e professionisti della sanità pubblica.

Il documento descrive i decessi di tre partecipanti alla sperimentazione.

Il documento “interim narrative” contiene i rapporti su tre partecipanti alla sperimentazione che sono morti — e in tutti e tre i casi, lo sperimentatore ha escluso la possibilità che i decessi fossero collegati ai vaccini Pfizer.

Un caso riguarda una donna bianca di 56 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto C4591001 1007 10071101), che ha subito un arresto cardiaco il 18 ottobre 2021 ed è morta tre giorni dopo. Era stata vaccinata il 30 luglio 2020 e il 20 agosto 2020.

I “commenti esplicativi” che accompagnavano il rapporto sul decesso della donna affermavano che il decesso non poteva essere correlato al vaccino, a causa del tempo trascorso dalla seconda dose:

“Secondo il parere dello sperimentatore, non vi era alcuna ragionevole possibilità che l’arresto cardiaco fosse correlato all’intervento dello studio o alle procedure della sperimentazione clinica, poiché il decesso è avvenuto 2 mesi dopo la somministrazione della seconda dose”.

L’anamnesi della donna non indicava alcun problema cardiovascolare, anche se erano presenti obesità, malattia da reflusso gastroesofageo e sindrome da apnea notturna.

Il secondo rapporto riguardava la morte di un uomo bianco di 60 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto C4591001 1162 11621327), che ha ricevuto una dose di vaccino (il 10 settembre 2020) ed è morto entro tre giorni per malattia aterosclerotica.

Secondo il documento:

“Il sito della sperimentazione clinica ha ricevuto un verbale della polizia che indicava che la polizia si è recata a casa del soggetto per effettuare un controllo il 13 settembre 2020 (giorno 4) e lo ha trovato morto”.

L’anamnesi del partecipante indicava una tiroidite autoimmune in corso, obesità e depressione, nonché una precedente lesione craniocerebrale e una precedente artroplastica dell’anca.

Secondo il rapporto:

“È stato riferito che il corpo del soggetto era freddo e presentava visibili lividi. Secondo il medico legale, la probabile causa del decesso è stata la progressione della malattia aterosclerotica. I test pertinenti non erano noti. I risultati dell’autopsia non erano disponibili al momento della stesura di questo rapporto.

“Secondo il parere dello sperimentatore, non vi era alcuna ragionevole possibilità che l’arteriosclerosi fosse correlata all’intervento dello studio, a farmaci concomitanti o alle procedure della sperimentazione clinica, ma piuttosto era probabile che fosse correlata a una ipotizzabile [emphasis added] malattia già esistente. Pfizer ha concordato con la valutazione di causalità dello sperimentatore”.

In altre parole, la morte del partecipante è stata attribuita a una causa “ipotizzabile”, mentre la possibilità che fosse in qualche modo correlata al vaccino è stata scartata.

Il terzo decesso elencato nei documenti “fa_interim_narrative_sensitive” è stato inserito nella sezione del documento che elenca i rapporti dei partecipanti ritirati dalla sperimentazione, non di quelli che sono morti.

La segnalazione riguardava un uomo ispanico/latino di 72 anni negli Stati Uniti (ID unico del soggetto: C4591001 1152 11521497) che aveva ricevuto una dose di vaccino il 7 ottobre 2020.

Il soggetto ha avuto una sincope vasovagale (uno svenimento) il 26 ottobre 2020 ed è stato ricoverato in ospedale, il che gli ha fatto perdere l’appuntamento per una seconda vaccinazione prevista per il 28 ottobre 2020.

Secondo il documento:

“Il soggetto è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva. L’anamnesi familiare relativa alla sincope era sconosciuta.

“In una data non specificata, la sincope si è risolta e il soggetto è stato dimesso dall’ospedale”.

È stato rimosso dallo studio il 6 novembre 2020. Tuttavia, secondo sua sorella, il soggetto è morto per cause “sconosciute” l’11 novembre 2020.

Secondo quanto dichiarato nel documento (datato 22 novembre 2020):

“La causa della morte è stata indicata come sconosciuta. Non è stato comunicato se sia stata eseguita un’autopsia. Il certificato di morte potrebbe essere disponibile in un secondo momento”.

Tuttavia, questa mancanza di informazioni non ha impedito all’investigatore della sperimentazione clinica o a Pfizer di escludere la possibilità che il decesso del partecipante fosse correlato al vaccino. Il documento afferma:

“A giudizio dello sperimentatore, non vi era alcuna ragionevole possibilità che la sincope fosse correlata all’intervento dello studio, a farmaci concomitanti o alle procedure della sperimentazione clinica”.

“Pfizer concorda con la valutazione di causalità dello sperimentatore. Secondo Pfizer, la sincope era molto probabilmente casuale e associata a condizioni cliniche sottostanti”.

Il documento non conteneva alcuna segnalazione di decessi tra i partecipanti alla sperimentazione clinica che avevano ricevuto il placebo.

Gli investigatori attribuiscono 4 eventi avversi gravi al vaccino, Pfizer non è d’accordo

Secondo l’ultimo blocco di documenti rilasciati, gli investigatori hanno attribuito al vaccino gravi eventi avversi in quattro casi, ma Pfizer non era d’accordo con le conclusioni degli investigatori in tre dei quattro casi.

Gli incidenti sono:

Una donna bianca di 53 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1018 10181159), che ha sviluppato “dolore lombare e dolore bilaterale agli arti inferiori con parestesia radicolare” il 20 ottobre 2020, in corso alla data del documento (22 novembre 2020).

Era stata vaccinata il 14 agosto e il 4 settembre 2020.

L’anamnesi della donna non indicava dolori alla schiena o agli arti inferiori, ma solo emicranie continue e un’anamnesi che comprendeva una lussazione della spalla destra, una malattia fibrocistica del seno e carenza di vitamina D.

L’investigatore della sperimentazione e Pfizer non erano d’accordo sul fatto che l’evento avverso grave da lei subito fosse correlato alla vaccinazione. Come dichiarato nel documento:

“A parere dello sperimentatore, esisteva una ragionevole possibilità che il dolore lombare e il dolore bilaterale agli arti inferiori con parestesia radicolare fossero correlati all’intervento dello studio, ma non a farmaci concomitanti o a procedure della sperimentazione clinica.

“Pfizer non era d’accordo con la valutazione di causalità dello sperimentatore, ritenendo che non vi fossero prove sufficienti per stabilire una relazione causale con il vaccino in fase di sperimentazione, a parte un’associazione cronologica, al momento della segnalazione.

“Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, era più probabile che il dolore lombare e il dolore bilaterale agli arti inferiori con parestesia radicolare fossero associati alla nota condizione neurologica sottostante del soggetto”.

Una donna bianca di 71 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1142 11421247) ha manifestato aritmie ventricolari il 14 ottobre 2020 – lo stesso giorno in cui ha ricevuto la seconda dose di vaccino – che sono proseguite fino al 21 ottobre 2020.

La donna aveva ricevuto la prima dose il 21 settembre 2020. L’anamnesi indicava che la donna portava un pacemaker cardiaco ed era affetta da blocco atrioventricolare (completo), fibrillazione atriale e tachicardia sopraventricolare.

Anche in questo caso, l’investigatore dello studio e Pfizer non sono riusciti a stabilire se questo evento avverso fosse correlato alla vaccinazione. Il documento afferma:

“A giudizio dello sperimentatore, esisteva una ragionevole possibilità che l’aritmia ventricolare fosse correlata all’intervento dello studio, in base alla relazione temporale, poiché le aritmie sono iniziate entro 24 ore dalla dose 2, ma non erano correlate a farmaci concomitanti o alle procedure della sperimentazione clinica”.

“Pfizer non era d’accordo sulla valutazione di causalità dello sperimentatore. Inoltre, Pfizer ha commentato che non vi erano prove sufficienti per stabilire una relazione causale con la sperimentazione clinica, a parte un’associazione temporale, al momento del rapporto.

“In assenza di prove di una risposta infiammatoria all’intervento dello studio, era più probabile che l’aritmia ventricolare fosse associata alle note condizioni cardiache sottostanti del soggetto”.

Pfizer ha scartato la possibilità che il vaccino possa aver esacerbato le condizioni cardiache esistenti del soggetto.

Una donna bianca di 48 anni negli Stati Uniti (ID unico del soggetto: C4591001 1178 11781107), che ha ricevuto una dose di vaccino il 4 settembre 2020 e ha abbandonato la sperimentazione il 25 settembre 2020.

Nel frattempo, la partecipante ha sofferto di linfadenopatia dell’ascella destra con “almeno quattro linfonodi ingrossati”, una condizione che era ancora in corso alla data del documento, il 22 novembre 2020.

L’anamnesi indicava vertigini posizionali in corso, osteoartrite, eczema, cefalea sinusale, allergie stagionali e allergia al Pitocin, oltre a menorragia pregressa, fibromi uterini ed ad aver subito un’isterectomia. Inoltre, il suo indice di massa corporea (BMI) è stato indicato come 36,9.

Anche in questo caso Pfizer non era d’accordo con la valutazione dell’investigatore dello studio:

“Secondo il parere dello sperimentatore, esisteva una ragionevole possibilità che la linfoadenopatia fosse correlata all’intervento dello studio. Pfizer non era d’accordo con la valutazione di causalità dello sperimentatore”.

Una donna asiatica di 30 anni negli Stati Uniti ha subito una lesione alla spalla legata alla somministrazione del vaccino (SIRVA).

I documenti non elencavano alcun evento avverso grave verificatosi in persone al di fuori degli Stati Uniti, anche se i documenti contengono segnalazioni dalle sperimentazioni in Argentina, Brasile e Sudafrica.

Le segnalazioni di eventi avversi “non correlati” di regola escludono la possibilità che le lesioni siano correlate ai vaccini

I documenti rivelano una grande discrepanza tra il numero di eventi avversi ritenuti correlati alla vaccinazione (quattro) rispetto a quelli segnalati come “non correlati” (113 partecipanti non placebo).

I rapporti associati a ciascun incidente rivelano una tendenza costante a scartare qualsiasi possibilità che le lesioni siano correlate al vaccino, anche nei casi in cui non è stata identificata alcuna causa alternativa o in cui i pazienti non avevano rilevanti problemi di salute preesistenti.

In altri casi, la causa dell’evento avverso è stata attribuita all’evento stesso, mentre in molti altri casi le condizioni preesistenti sono peggiorate dopo la vaccinazione.

È stato segnalato anche un numero significativo di incidenti e cadute, con conseguenti lesioni.

Tra i casi in cui gli eventi avversi gravi sono stati descritti come “non correlati” alla vaccinazione, nonostante l’assenza di un’anamnesi medica rilevante, vi sono i seguenti:

Un uomo bianco di 75 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1013 10131176), vaccinato il 13 agosto e il 7 ottobre 2020, ha subito 13 eventi avversi tra il 29 agosto e il 16 settembre 2020, molti dei quali erano irrisolti alla data del documento del 22 novembre 2020.

Questi eventi avversi comprendevano insufficienza cardiaca congestizia, insufficienza respiratoria ipossica acuta, insufficienza renale acuta, polmonite da aspirazione, anemia, ipopotassiemia, iponatriemia, leucopenia, sepsi, ostruzione dell’intestino tenue e lieve ipertrofia ventricolare sinistra concentrica.

Il partecipante era affetto da malattia da reflusso gastroesofageo, ernia iatale, ipercolesterolemia, ipertensione e costipazione, oltre a precedenti interventi chirurgici all’intestino tenue e al ginocchio.

Il rapporto attribuiva gli eventi avversi del paziente alla sua precedente storia chirurgica. Nel documento si legge:

“Secondo il parere dello sperimentatore, non vi era alcuna ragionevole possibilità che le aderenze addominali, l’ostruzione dell’intestino tenue, l’aspirazione di polmonite e l’insufficienza respiratoria acuta fossero correlate all’intervento dello studio, a farmaci concomitanti o alle procedure della sperimentazione clinica, ma erano piuttosto probabilmente da correlare agli interventi chirurgici subiti in precedenza dal soggetto”.

“Pfizer concorda con la valutazione di causalità dello sperimentatore”.

Una donna bianca di 73 anni negli Stati Uniti (ID unico del soggetto: C4591001 1079 10791246) ha subito un “incidente cerebrovascolare” (ictus) e ha mostrato un’afasia espressiva il 22 ottobre 2020. Era stata vaccinata il 4 e il 25 settembre 2020.

L’anamnesi riportava osteoartrite, allergie stagionali e postmenopausa. Tuttavia, l’ictus e l’afasia sono stati considerati “non correlati” al vaccino, sebbene non sia stata indicata alcuna causa. Al contrario, il documento riportava la dicitura “in attesa di documentazione medica” per quanto riguarda la causa degli eventi avversi.

Una donna bianca di 66 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1021 10211190) è stata colpita da un ictus il 2 novembre 2020, con sintomi in corso alla data del documento, il 22 novembre 2020. Era stata vaccinata il 10 settembre e il 1° ottobre 2020.

L’anamnesi indicava una malattia da reflusso gastroesofageo in corso, allergie stagionali e postmenopausa, oltre a un IMC di 28,5.

L’ictus è stato liquidato come “non correlato” al vaccino, sebbene non sia stata indicata alcuna causa alternativa.

Un uomo bianco di 68 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1092 10921015) ha avuto un’aritmia da fibrillazione atriale e troponina elevata il 26 agosto 2020. La prima dose gli era stata somministrata il 19 agosto 2020 e la seconda solo il 6 ottobre 2020, in quanto era necessaria “l’autorizzazione del cardiologo”.

L’anamnesi non indicava in modo specifico patologie cardiache. Invece, indicava un carcinoma basocellulare in corso sul naso, oltre a ipersensibilità, allergie stagionali, miopia, dislipidemia, ipertensione, cheratosi attinica e malattia da reflusso gastroesofageo.

Sebbene l’investigatore dello studio abbia scritto, in riferimento alla causa delle lesioni, che “le cartelle cliniche sono [are] in fase di revisione, non è possibile rispondere in questo momento”, il rapporto scartava la possibilità che gli eventi avversi fossero correlati al vaccino.

– Un uomo nero di 45 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1156 11561006) con diabete di tipo 1 in corso ha subito una trombosi venosa profonda e un’embolia polmonare il 31 agosto 2020. Aveva ricevuto una dose di vaccino, il 20 agosto 2020, ed è stato rimosso dallo studio l’8 settembre 2020, “perché non soddisfaceva più i criteri di eleggibilità”.

Entrambi gli eventi avversi sono stati considerati “non correlati” alla vaccinazione e sono stati invece indicati come “correlati all’anamnesi di diabete mellito di tipo 1”.

– Un maschio bianco di 67 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1178 11781015) ha subito diversi eventi avversi il 10-11 ottobre 2020, tra cui ectasia dell’aorta ascendente, disfunzione diastolica del ventricolo sinistro e amnesia globale transitoria. Queste condizioni erano in corso alla data del documento del 4 dicembre 2020. Era stato vaccinato il 25 agosto e il 15 settembre 2020.

La cartella clinica del paziente indicava depressione, disturbo da deficit di attenzione e iperattività, ipertensione, insonnia e dolore al collo.

Sebbene la causa degli eventi avversi sia stata ritenuta “non correlata” alla vaccinazione, lo studio ha indicato come causa, definendola “probabile” l’ipertensione.

Una donna ispanica/latina di 58 anni dell’Argentina (ID unico del soggetto: C4591001 1231 12313674) ha subito eventi avversi tra cui enfisema panlobulare, polmonite e sialadenite sottomascellare sinistra a partire dal 29 settembre 2020. Le prime due condizioni sono state indicate come persistenti alla data del documento del 4 dicembre 2020.

Era stata vaccinata il 24 agosto e il 13 settembre 2020. La sua cartella clinica indicava che soffriva della Sindrome di Sjogren e di insonnia.

La causa di questi eventi avversi è stata ritenuta “non correlata” ai vaccini, anche se per i primi due eventi avversi la causa dichiarata è stata indicata come “sconosciuta”, mentre per il terzo la causa indicata era la sindrome di Sjogren.

A una donna ispano/latina di 56 anni dell’Argentina (ID unico del soggetto: C4591001 1231 12314001) è stata diagnosticata una sindrome coronarica acuta l’8 novembre 2020, ancora in corso alla data del documento del 4 dicembre 2020. Era stata vaccinata il 25 agosto e il 15 settembre 2020.

La sua anamnesi consisteva in ipotiroidismo, rinite allergica e asma, ma non in problemi coronarici.

Tuttavia, secondo il ricercatore dello studio, la sua condizione è stata giudicata come “non correlata” alla vaccinazione, sebbene la causa sia stata indicata come “sconosciuta”.

“Causa sconosciuta”, ma non c’è verso che sia colpa del vaccino

In altri esempi, agli eventi avversi non è stata assegnata una causa specifica o anche solo una causa “probabile”, ma gli investigatori hanno scartato la possibilità che i vaccini abbiano causato le lesioni.

Per esempio:

Un maschio ispanico/latino di 34 anni del Brasile (ID unico del soggetto: C4591001 1226 12261745) ha sviluppato un tumore a cellule di Leydig nel testicolo sinistro il 23 settembre 2020. Ha ricevuto la prima dose di vaccino il 16 settembre 2020 e la seconda dose il 7 ottobre 2020.

L’anamnesi riportava solo una rinite allergica in corso.

L’investigatore dello studio ha affermato che l’evento avverso non era “correlato” alla vaccinazione, ma la causa è stata indicata come “sconosciuta”.

A una donna ispanica/latina di 19 anni del Brasile (ID univoco del soggetto: C4591001 1231 12311281) senza indicazioni di anamnesi medica è stata diagnosticata un’appendicite acuta e un prolungamento dell’intervallo QT – una condizione cardiaca – il 18 settembre 2020. Era stata vaccinata il 15 agosto e il 4 settembre 2020.

Queste condizioni sono state ritenute “non correlate” alla vaccinazione, anche se le cause sono state indicate come “sconosciute”.

A una donna ispanica/latina di 41 anni dell’Argentina (ID unico del soggetto: C4591001 1231 12311315) è stata diagnosticata un’anemia e un melanoma maligno il 25 settembre 2020, con sintomi persistenti alla data del documento del 4 dicembre 2020.

Era stata vaccinata il 15 agosto e il 3 settembre 2020.

Gli eventi avversi sono stati indicati come “non correlati” alla vaccinazione, ma dovuti a una “probabile relazione con [un] tumore vaginale in fase di studio”.

A un maschio ispanico/latino di 44 anni dell’Argentina (ID unico del soggetto: C4591001 1231 12312854) è stata diagnosticata un’aritmia sopraventricolare il 17 settembre 2020. Aveva ricevuto le due dosi di vaccino il 21 agosto e l’11 settembre 2020.

La sua anamnesi riportava solo una sindrome da apnea notturna in corso e un IMC di 50,4.

Secondo l’investigatore dello studio, l’aritmia non era “correlata” ai vaccini, ma “probabilmente” corrispondeva “a una linea intraventricolare accessoria”.

A un uomo brasiliano di 56 anni di razza mista (ID unico del soggetto: C4591001 1241 12411825) è stata diagnosticata una pielonefrite acuta il 2 novembre 2020 e un’anemia ipocromica due giorni dopo. Entrambe le condizioni erano ancora in corso alla data del documento del 4 dicembre 2020.

Il partecipante era stato vaccinato il 17 settembre e l’8 ottobre 2020. L’anamnesi riportava un’ipertensione in corso.

Secondo il ricercatore dello studio, questi eventi avversi non erano “correlati” alla vaccinazione. La pielonefrite acuta era invece dovuta a una “possibile” infezione batterica delle vie urinarie, mentre la causa dell’anemia ipocromica era “da chiarire”.

Il peggioramento di condizioni preesistenti era “non correlato” al vaccino

In altri casi, i partecipanti hanno registrato un peggioramento di condizioni preesistenti. Tuttavia, in tutti i casi, non è stata determinata alcuna relazione con il vaccino anti COVID-19.

Per esempio:

Un uomo bianco di 72 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1092 10921187) ha avuto un’insufficienza cardiaca congestizia il 1° ottobre 2020. Ha ricevuto la prima dose di vaccino il 15 settembre 2020 e la seconda dose il 6 ottobre 2020.

L’anamnesi del partecipante comprendeva malattia coronarica in corso, fibrillazione atriale, diabete di tipo 2, asma, obesità, dislipidemia, ipertensione, insonnia e allergie stagionali. Inoltre, in precedenza gli era stato installato un defibrillatore.

La causa dell’evento avverso è stata indicata semplicemente come “progressione della malattia cardiovascolare” non correlata al vaccino. Non è stata presa in considerazione la possibilità che il vaccino abbia potenzialmente precipitato il peggioramento della sua condizione cardiaca.

Una donna bianca di 73 anni negli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1111 11111095) è stata segnalata come affetta da un “disturbo mentale non diagnosticato” il 25 settembre 2020, ancora in corso alla data del documento del 4 dicembre 2020. Era stata vaccinata l’11 agosto e il 1° settembre 2020.

L’anamnesi della partecipante non indicava alcun disturbo o condizione mentale pregressa. Tuttavia, la causa dell’evento avverso è stata indicata dall’indicatore dello studio come “non correlata” alla vaccinazione e dovuta semplicemente a “instabilità mentale”.

– Un uomo bianco di 58 anni degli Stati Uniti. (ID univoco del soggetto: C4591001 1109 11091387), che ha subito un peggioramento dell’osteoartrite del ginocchio destro il 14 ottobre 2020 e successivamente ha avuto una trombosi venosa profonda il 20 ottobre 2020, ancora in corso alla data del documento del 4 dicembre 2020.

L’anamnesi del partecipante indicava osteoartrite in corso, ipercolesterolemia in corso, ipotiroidismo, sindrome da apnea notturna, rosacea e prostata ingrossata. È stato elencato anche un precedente intervento al ginocchio.

Entrambi gli eventi avversi sono stati considerati “non correlati” alla vaccinazione e attribuiti invece al precedente intervento al ginocchio e alla “storia medica pregressa” del paziente.

Una donna bianca di 70 anni degli Stati Uniti (ID unico del soggetto: C4591001 1127 11271023) ha avuto un peggioramento dell’asma il 1° ottobre 2020. In seguito ha sviluppato un carcinoma duttale invasivo maligno al seno sinistro, il 5 novembre 2020. Entrambi i casi erano ancora in corso alla data del documento del 4 dicembre 2020.

Aveva ricevuto le due dosi di vaccino il 30 luglio e il 18 agosto 2020. L’anamnesi, oltre all’asma in corso, indicava anche un’infezione ricorrente delle vie urinarie e una bronchite in corso, allergie stagionali, miopia, emicrania, ipotiroidismo, ipertensione, insonnia, iperlipidemia, osteoartrite, sordità bilaterale e postmenopausa.

Secondo il documento, entrambi gli eventi avversi non erano “correlati” alla vaccinazione e sono stati invece attribuiti rispettivamente a un'”allergia” e a una “neoplasia”.

Segnalazioni di eventi avversi multipli ignorate

Altri esempi includono casi in cui i pazienti hanno subito molteplici eventi avversi, molti dei quali sono stati completamente ignorati dalle valutazioni degli investigatori dello studio.

Questi includono:

Un maschio bianco di 61 anni degli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1114 1114108), che ha subito 10 lesioni da vaccino a partire dal 12 settembre 2020, dopo aver ricevuto la prima dose il 24 agosto 2020 e la seconda il 30 settembre 2020.

Gli eventi avversi riscontrati comprendono lesioni renali acute, fibrillazione atriale, dolore toracico, ipertrofia ventricolare sinistra, rigurgito della valvola mitrale, dolore bilaterale alla mano, ipertensione polmonare, avulsione cutanea del dito sinistro, infezione da stafilococco e rigurgito tricuspidale. Molte di queste condizioni erano ancora in corso alla data del documento, il 4 dicembre 2020.

L’anamnesi del paziente indicava una neuropatia periferica in corso, diabete di tipo 2, ansia, depressione, asma, infezione da stafilococco, ipertensione, iperlipidemia e la precedente amputazione di una gamba.

Secondo l’investigatore dello studio, “l’infezione da stafilococco” non era “correlata” al vaccino, ma era invece collegata all’ipertensione del paziente, a cause muscoloscheletriche e a una “infezione”. In questa valutazione non è stata fatta alcuna menzione delle probabili cause degli altri eventi avversi.

Alcuni eventi avversi “causati” da… l’evento avverso

In altri casi ancora, la “causa” degli eventi avversi dei partecipanti è stata indicata come uguale all’evento avverso stesso.

Gli esempi includono:

Un uomo bianco di 68 anni degli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1095 10951204), a cui è stato diagnosticato un cancro alla vescica il 2 novembre 2020. Era stato vaccinato il 2 e il 21 settembre 2020.

Secondo il documento, l’anamnesi del partecipante comprendeva ipertensione, iperplasia prostatica benigna, ipercolesterolemia, angina pectoris, inserimento di stent coronarico, malattia coronarica, disfunzione erettile e osteoartrite.

Tuttavia, la causa del tumore alla vescica è stata attribuita come “cancro” e ritenuta “non correlata” alla vaccinazione e “molto probabilmente coincidente e associata alle condizioni cliniche sottostanti”.

Un uomo bianco di 48 anni degli Stati Uniti (ID unico del soggetto: C4591001 1124 11241106) ha subito un infarto miocardico acuto il 27 settembre 2020. In precedenza aveva ricevuto due dosi di vaccino, il 26 agosto e il 16 settembre 2020.

L’anamnesi indicava colesterolo alto, malattia da reflusso gastroesofageo e mal di schiena.

Secondo il ricercatore dello studio, l’evento avverso subito dal partecipante non era “correlato” alla vaccinazione, ma piuttosto “correlato al rischio cardiovascolare”, senza ulteriori precisazioni.

– A una donna bianca di 73 anni negli Stati Uniti (ID soggetto unico: C4591001 1223 12231159) è stata riscontrata una massa pancreatica il 5 novembre 2020. Era stata vaccinata il 10 settembre e il 1° ottobre 2020.

La sua cartella clinica indicava osteoartrite in corso, menopausa, malattia da reflusso gastroesofageo, ipertensione, dislipidemia, ipotiroidismo, disfunzione della tuba di Eustachio, profilassi, sindrome dell’intestino irritabile, osteoporosi e ipergammaglobulinemia monoclonale benigna.

La causa dell’evento avverso, che è stato indicato come “non correlato” alla vaccinazione, è stata descritta come “nuovo sviluppo di massa pancreatica” senza alcuna elaborazione sui fattori che possono averne causato la comparsa.

“Causa sconosciuta”, ma non c’è verso che la colpa sia del vaccino

In altri esempi, agli eventi avversi non è stata assegnata alcuna causa specifica o solo una causa “probabile”, anche se è stata scartata la possibilità che fossero correlati alla vaccinazione.

Per esempio:

Un maschio ispanico/latino di 34 anni del Brasile (ID unico del soggetto: C4591001 1226 12261745) ha sviluppato un tumore a cellule di Leydig nel testicolo sinistro il 23 settembre 2020. Ha ricevuto la prima dose di vaccino il 16 settembre 2020 e la seconda dose il 7 ottobre 2020.

L’anamnesi riportava solo una rinite allergica in corso.

Mentre l’investigatore dello studio ha affermato che l’evento avverso non era “correlato” alla vaccinazione, la causa è stata indicata come “sconosciuta”.

A una donna ispanica/latina di 19 anni proveniente dal Brasile (ID univoco del soggetto: C4591001 1231 12311281) senza anamnesi medica indicata è stata diagnosticata un’appendicite acuta e un prolungamento dell’intervallo QT – una condizione cardiaca – il 18 settembre 2020. Era stata vaccinata il 15 agosto e il 4 settembre 2020.

Queste condizioni sono state ritenute “non correlate” alla vaccinazione, anche se le cause sono state indicate come “sconosciute”.

A una donna ispanica/latina di 41 anni dell’Argentina (ID unico del soggetto: C4591001 1231 12311315) è stata diagnosticata un’anemia e un melanoma maligno il 25 settembre 2020, con sintomi persistenti alla data del documento del 4 dicembre 2020.

Era stata vaccinata il 15 agosto e il 3 settembre 2020.

Gli eventi avversi sono stati indicati come “non correlati” alla vaccinazione, ma dovuti a una “probabile relazione con [un] tumore vaginale in fase di studio”.

A un maschio ispanico/latino di 44 anni dell’Argentina (ID unico del soggetto: C4591001 1231 12312854) è stata diagnosticata un’aritmia sopraventricolare il 17 settembre 2020. Aveva ricevuto le due dosi di vaccino il 21 agosto e l’11 settembre 2020.

La sua anamnesi riportava solo una sindrome da apnea notturna in corso e un IMC di 50,4.

Secondo il ricercatore dello studio, l’aritmia non era “correlata” ai vaccini, ma corrispondeva “probabilmente” a una linea intraventricolare accessoria.

A un uomo di razza mista di 56 anni del Brasile (ID soggetto unico: C4591001 1241 12411825) è stata diagnosticata una pielonefrite acuta il 2 novembre 2020 e un’anemia ipocromica due giorni dopo. Entrambe le condizioni era ancora in corso alla data del documento del 4 dicembre 2020.

Il partecipante era stato vaccinato il 17 settembre e l’8 ottobre 2020. L’anamnesi riportava un’ipertensione in corso.

Secondo l’investigatore dello studio, questi eventi avversi non erano “correlati” alla vaccinazione. La pielonefrite acuta era invece dovuta a una “possibile” infezione batterica delle vie urinarie, mentre la causa dell’anemia ipocromica era “da chiarire”.

Altre spiegazioni per le lesioni da vaccino dei partecipanti includono:

Un uomo bianco di 78 anni degli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1097 10971011), che ha sofferto di polmonite tra il 20 settembre e il 5 ottobre 2020. In precedenza aveva ricevuto due dosi di vaccino, il 20 agosto e il 9 settembre 2020.

Secondo il documento, la causa della polmonite non era “correlata” ai vaccini. Invece, la causa elencata era: “il paziente [patient] ha contratto la polmonite da qualche parte”.

Un uomo bianco di 84 anni degli Stati Uniti (ID univoco del soggetto: C4591001 1097 10971084) il 7 ottobre 2020 ha contratto una polmonite, i cui sintomi erano ancora in corso alla data del documento, 4 dicembre 2020. Era stato vaccinato il 1° settembre e il 23 settembre 2020.

Come per il paziente precedente, la causa della polmonite del partecipante è stata indicata come “non correlata” alla vaccinazione. Il commento esplicativo riportava invece che “Il paziente [patient] ha contratto una polmonite da fonte sconosciuta”.

Negli altri Paesi sono stati segnalati pochissimi eventi avversi gravi e nessun decesso, anche se l’Argentina, ad esempio, ha ospitato la più ampia sperimentazione del vaccino Pfizer del 2020.

Il 1 agosto verrà rilasciato il prossimo blocco di 80.000 pagine di documenti della FDA relativi all’autorizzazione del vaccino.