Incoraggiati dai media ad equiparare le iniezioni di COVID-19 con la “fuga dal lungo assedio della malattia COVID-19″, circa la metà degli adulti statunitensi (54%) ha ora accettato almeno una dose di vaccino.

Tuttavia, secondo l’ ultimo sondaggio di CBS News, almeno quattro americani su 10 rimangono nelle categorie “forse” o “no grazie”.

Anche se alcuni media e funzionari medici e della sanità pubblica deridono i non inoculati come bifolchi ignoranti, le obiezioni dei cosiddetti “detrattori del vaccino” sono tutt’altro che uniformi o frivole.

Segnalazioni di “rare” trombosi e altri gravi eventi avversi stanno emergendo quasi quotidianamente. Al 26 aprile, 3.848 decessi post-vaccino sono stati segnalati al Vaccine Adverse Event Reporting System (VAERS).

Di fronte ad una recalcitranza diffusa, alcuni funzionari sanitari come Francis Collins, direttore dei National Institutes of Health (NIH), hanno aumentato la loro offensiva di pubbliche relazioni, compresa la minaccia di obblighi vaccinali COVID.

Questo non è sorprendente dato che proviene da un’agenzia sanitaria come il NIH, finanziato dall’industria farmaceutica e con numerosi conflitti d’interesse. Ma perché dei guru della finanza come Jerome Powell, presidente della Federal Reserve degli Stati Uniti – un ricco avvocato e banchiere d’investimento – fanno anche loro, pesantemente, dei vaccini COVID il centro delle loro pubbliche previsioni?

In una recente intervista a 60 Minutes, Powell è tornato più e più volte sulle iniezioni anti COVID, cercando di dimostrare che la ripresa economica dipende dal fatto che tutti si vaccinino.

La preoccupazione di Powell per i vaccini COVID ha poco senso – a meno che non si riconosca la crescente convergenza dei settori finanziario, tecnologico, biofarmaceutico e militare-intelligence, nonché il “coordinamento globale delle politiche” che viene progettata dalle banche centrali private.

Programmi pilota che uniscono identità digitale biometrica, vaccinazione e sistemi di pagamento “in una unica piattaforma coesiva“, più l’aggressiva spinta mondiale verso i “passaporti vaccinali” che renderebbero l’accesso ad imprese ed eventi subordinato alla prova della vaccinazione, forniscono un ulteriore indizio della visione finale dei banchieri: un sistema totalitariobasato sulla sorveglianza che usa le nuove tecnologie per centralizzare i flussi economici – compreso il controllo delle capacità di transazione a livello individuale.

Vaccini come sistemi operativi

Per comprendere gli obiettivi dei banchieri centrali, è importante riconoscere che la malattia COVID ha fornito un pretesto per dispiegare delle biotecnologie vaccinali che fremevano per entrare in scena e che differiscono sostanzialmente dalle già problematiche tecniche di laboratorio utilizzate per creare le precedenti generazioni di vaccini.

Questo paradigma vaccinale del 21° secolo attinge agli emergenti campi del biocomputing e della biologia sintetica, con quest’ultima allegramente definita come riprogettazione del codice genetico di un organismo per “scopi utili“.

Abbagliati dalle infinite prospettive aperte da queste tecnologie, i sostenitori immaginano un futuro roseo pieno di “vaccini intelligentiprogrammabili” – intrugli che permetterebbero ai biologi sintetici di diventare i burattinai della biologia umana.

Da nessuna parte questa intenzione è più evidente che nella descrizione data da Moderna della sua piattaforma tecnologica di RNA messaggero (mRNA). Moderna si riferisce apertamente alla sua tecnologia come a un “sistema operativo … progettato in modo da poter essere collegato e giocare in modo intercambiabile (plug and play), con diversi programmi”. L’azienda suggerisce persino di considerare come “app” le sequenze uniche di mRNA che sviluppa per i vaccini.

Le reazioni poco entusiaste del pubblico a questo linguaggio spassionato hanno spinto Reuters, a febbraio, a pubblicare un fact check in cui si afferma che Moderna si riferisce ai sistemi operativi solo “in senso metaforico, non letterale”.

Tuttavia, in un discorso TEDx del 2017, la dichiarazione dal tono serio di Tal Zaqs, responsabile medico capo di Moderna, secondo cui “stiamo effettivamente hackerando il software della vita” suonava tutt’altro che “metaforica”. Affermando che le istruzioni genetiche trasmesse dall’RNA sono “informazioni critiche che determinano ciò che farà effettivamente una cellula”, Zaqs ha caratterizzato la missione della sua azienda come quella di introdurre o cambiare “linee di codice” ai fini di una “terapia dell’informazione”.

Altri scienziati impegnati nelle “modifiche dell’mRNA” sono d’accordo. Tuttavia, pur descrivendo l’approccio come “potente”, “dinamico” e “versatile”, questi scienziati ammettono che “molti aspetti . . . rimangono sfuggenti”.

Infatti, nonostante le affermazioni arroganti di Zaqs e di altri scienziati secondo cui questa manipolazione genetica non avrebbe aspetti negativi, i rischi a lungo termine sono in gran parte sconosciuti.

Nome del gioco: centralizzazione e controllo

I produttori di vaccini e farmaci hanno interpretato le decisioni della Food and Drug Administration (FDA) degli Stati Uniti di concedere l’autorizzazione d’uso di emergenza ai vaccini COVID Moderna e Pfizer come un segnale che la FDA “è aperta a un uso più ampio di questa tecnologia [mRNA] precedentemente non provata”.

Di conseguenza, le aziende focalizzate sull’mRNA stanno attirando miliardi di nuovi capitali. Reuters ha riferito che almeno 150 vaccini e terapie a base di mRNA sono attualmente in sviluppo a livello globale.

Per quanto possano essere contenti di accumulare ulteriori finanziamenti e prestigio, questi attori medico-farmaceutici sono lontani dall’essere gli unici beneficiari del lancio delle nuove tecnologie. Tornando alle mire centralizzatrici dei banchieri centrali del mondo, lo scrittore britannico David O’Hagan ha detto: “La combinazione di biocomputing all’interno del corpo e la tecnologia esterna basata sul silicone è fondamentale per l’attuazione del transumanesimo, un nuovo sistema economico e di controllo completo basato sui dati”.

O’Hagan cita l’ex investment banker Catherine Austin Fitts, che ha avvertito dall’inizio della pandemia che i vaccini COVID sono l’equivalente di “sistemi operativi umani”.

Lanciati insieme a tecnologie di sorveglianza correlate – compresi i dispositivi di tracciamento digitale, i passaporti dei vaccini, le interfacce cervello-macchina e il 5G su tutto il pianeta – Fitts vede i vaccini come una componente del piano dei banchieri centrali per stabilire una griglia di controllo globale.

Affrontando il tema dei passaporti vaccinali, Naomi Wolf, autrice e CEO di una società tecnologica, ha messo in guardia sul fatto che la loro attuazione significherebbe “letteralmente la fine della libertà umana in Occidente”.

Nel quadro del sistema operativo, è anche chiaro che i vaccini non sono una questione di “una o due [or two] e basta“. Il CEO di Pfizer ha già detto non solo che una terza iniezione COVID sarà “probabilmente” necessaria entro 12 mesi dalle due iniezioni iniziali, ma che i vaccini annuali per il coronavirus sono una possibilità distinta.

I contratti del governo degli Stati Uniti (assegnati congiuntamente dal Dipartimento della Salute e dei Servizi Umani e dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti) per la produzione mensile di fino a 330 milioni di siringhe preriempite fanno presagire dei piani ancora più frequenti per “aggiornamenti” del sistema operativo.

Gli individui non vaccinati – negli Stati Uniti e nel mondo – hanno probabilmente molte e varie ragioni per voler evitare le iniezioni COVID. Riconoscere che i vaccini hanno poco a che fare con la medicina o la salute e molto di più con la centralizzazione e il controllo è un passo importante per respingere le restrizioni che soffocano la libertà e la visione dei banchieri centrali di un onnipotente interruttore on-off che controlla la partecipazione di ogni persona al sistema finanziario e alla società in generale.