La società madre di Facebook ha un nuovo nome: metaverso.

E secondo Mark Zuckerberg, l’azienda ha anche una nuova missione: quella di divenire “il successore dell’internet mobile” e un “ambiente virtuale dove possiamo socializzare, fare shopping e lavorare”.

Ma la giornalista e commentatrice politica Emily Jashinsky ha una visione diversa del metaverso di Zuckerberg.

“Una delle società più potenti della storia dell’umanità sta progettando di intrappolarci nella realtà virtuale”, ha detto Jashinsky.

Jashinsky ha detto agli spettatori di The Hill’s “Rising” (quotidiano americano di notizie e opinione politica sul web):

“Zuckerberg si sta rapidamente posizionando per essere il padrone di casa più grande del mondo, e sta usando lo stesso linguaggio utopico che aveva usato quindici anni fa per convincere tutti che Facebook sarebbe stato per sempre una forza globale”.

Jashinsky ha detto che la differenza tra adesso e allora è che “adesso sappiamo che esercita il suo potere per renderci più arrabbiati, più soli, più stupidi, meno sani e più dipendenti”.

“È stato messo alla prova e ha fallito”, ha detto.

A luglio, Zuckerberg ha spiegato i suoi piani per il metaverso in quella che Jashinsky ha definito una “intervista profondamente inquietante” con The Verge .

Nell’intervista, Zuckerberg ha detto di aver immaginato un futuro in cui tutti sfoggiano occhiali da vista configurati con la tecnologia della realtà virtuale, che permettono alle persone di partecipare via internet “in modo più naturale”.

Ha descritto il metaverso come “un ambiente persistente e sincrono dove possiamo stare insieme, che penso probabilmente assomiglierà a una sorta di ibrido tra le piattaforme sociali che vediamo oggi ma un ambiente nel quale si è incarnati nello stesso”.

Jashinsky ha detto che lo stesso mese in cui The Verge ha pubblicato la sua intervista con Zuckerberg, il CEO (Amministratore Delegato) di Facebook, Sheryl Sandberg, ha detto al New York Times che la speranza di Facebook è che un giorno, “le persone ospiteranno servizi religiosi in spazi di realtà virtuale” e “useranno la realtà incrementata come strumento educativo per insegnare ai loro figli la storia della loro fede”.

Sandberg ha detto al The Times: “Le organizzazioni religiose e i social media sono un’accoppiata naturale perché fondamentalmente entrambi riguardano una connessione tra le parti”.

Jashinsky ha detto che il metaverso sta “velando la sua nuova tecnologia con lo stesso linguaggio con cui ci è stato proposto Facebook”.

Ha spiegato come Facebook sia stato originariamente descritto come una “tecnologia astratta e confusa che ci connetterà, e come tale connessione sarà meravigliosa”.

“Ora sappiamo che questa presunzione era ingenua e distruttiva”, ha detto Jashinsky. “Il piano oligarchico di trasferire sempre più delle nostre vite sulle loro piattaforme dovrebbe essere considerato niente meno che un obrobrio a cui intervenire con emergenza”.

“Il culto è solo un aspetto della vita quotidiana che meta vuole sostituire con la realtà virtuale”, ha detto Jashinsky. “Il loro controllo sui prossimi spazi virtuali darà loro un maggiore controllo sull’esperienza umana e sulla nostra cultura”.

Jashinsky ha detto ai telespettatori che le piattaforme come il metaverso “si stanno in sostanza cinicamente posizionando come fulcri immobiliari del futuro perché vogliono costituire il padrone globale di ogni [virtual reality] chiesa, palestra e spazio [dedicato a uso] per uffici”.

Secondo il “partner strategico” del World Economic Forum, Cognizant, il futuro del lavoro e del gioco si svolgerà infatti nel “più sicuro” mondo virtuale.

Cognizant sostiene che nel 2025, “dopo il virus”, le case verranno adattate con appositi uffici e spazi di lavoro che saranno anche luoghi dove “socializzare virtualmente”.

La multinazionale della tecnologia ha suggerito che questi luoghi verranno dotati di telecamere, insonorizzazione e illuminazione. La società ha chiamato queste stanze di realtà virtuale “i nuovi pub” dove si potrà “socializzare in maniera sicura”.

Jashinsky ha detto che Zuckerberg vuole normalizzare il culto della realtà virtuale, di lavorare, di socializzare e di giocare “perché più tempo trascorriamo nel metaverso, più soldi fa e più controllo ha”.

“Zuckerberg ha trascorso quindici anni dimostrando di essere un pessimo amministratore di denaro e potere — abbiamo fatto l’esperimento e Facebook ha fallito”, ha sostenuto.

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