Sono in corso diversi nuovi studi finanziati dal governo e dall’industria per sviluppare vaccini a mRNA per il bestiame, che fanno parte della massiccia espansione dell’industria dei vaccini per gli animali da allevamento che si prevede avrà un valore di 26,12 miliardi di dollari entro il 2030.

I ricercatori della Iowa State University stanno portando avanti un progetto finanziato dal Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti per sviluppare una tecnologia vaccinale a mRNA per prevenire il virus respiratorio sinciziale (RSV) dei bovini.

L’azienda farmaceutica Zoetis ha sviluppato un vaccino anti COVID-19 a mRNA per animali che è stato somministrato agli animali negli zoo di tutto il Paese.

I ricercatori del Servizio statunitense per i pesci e gli animali selvatici (U.S. Fish and Wildlife Service) hanno sperimentato la vaccinazione anti COVID-19 in furetti dai piedi neri allevati in cattività. Hanno anche sperimentato il distanziamento sociale e la quarantena sui furetti.

I “vaccini di terza generazione“, che comprendono vaccini a DNA, RNA e vettori virali ricombinanti, non vengono somministrati solo al bestiame, ma vengono sviluppati anche per gli animali da compagnia e gli animali selvatici.

Lo scorso anno, uno studio a revisione paritaria pubblicato sulla rivista Viruses ha riportato: “Il successo dell’applicazione di vaccini anti COVID-19 a mRNA ha ulteriormente convalidato la piattaforma e aperto le porte al potenziale dei vaccini a mRNA nella prevenzione delle malattie infettive, soprattutto in campo veterinario”.

Citando il bisogno di biosicurezza, nel settembre 2022 il governo del Nuovo Galles del Sud (NSW, acronimo di New South Wales) ha accelerato la realizzazione dei primi vaccini a mRNA per l’afta epizootica e la malattia Lumpy Skin Disease (dermatite nodulare contagiosa dei bovini), in un accordo quinquennale multimilionario con l’azienda biotecnologica statunitense Tiba Biotech.

Annunciando l’accordo, il vicepremier e ministro per le regioni del NSW Paul Toole ha dichiarato:

“Ho scritto ai produttori di vaccini affinché accettino la mia sfida di sviluppare entrambi i vaccini in modo che siano pronti per l’uso e la produzione nel NSW entro il 1° agosto dell’anno prossimo”.

“La COVID-19 ci ha dimostrato che si devono esplorare tutte le possibili strade per lo sviluppo di vaccini e non lasceremo nulla di intentato”.

Dugald Saunders, ministro dell’Agricoltura del NSW, ha sottolineato l’importanza di “proteggere il settore zootecnico [del NSW] [NSW’s] ” e ha affermato che l’accordo con Tiba Biotech per la creazione di vaccini a mRNA “cambierà le carte in tavola per il settore”.

Ma degli esperti hanno espresso preoccupazioni. La dottoressa W. Jean Dodds, veterinaria olistica, ha dichiarato a The Defender in un’e-mail:

“Al momento non si sa abbastanza, se i vaccini a mRNA possano generare effetti a lungo termine sulla riproduzione o sulla durata di vita del bestiame.

“Poiché il bestiame entra a far parte della catena alimentare umana e animale, dobbiamo essere sicuri che questo tipo di vaccino non possa indurre cambiamenti cellulari o molecolari anomali nell’animale”.

La buona salute inizia dalla biosicurezza

Secondo un rapporto pubblicato lo scorso anno da Grand View Research, si prevede che il mercato dei vaccini per animali crescerà a un tasso annuo composto del 9,3%, perché “la crescente incidenza di malattie zoonotiche di origine alimentare e l’aumento degli allevamenti stanno incrementando la domanda di vaccini”.

Il documento sottolinea il potenziale della piattaforma mRNA per il trattamento di malattie come la peste suina africana, il virus della sindrome riproduttiva e respiratoria dei suini, il virus della diarrea epidemica dei suini, il virus dell’afta epizootica, il virus della diarrea virale dei bovini, il virus della Lumpy Skin Disease, il virus della leucemia bovina e il virus della peste dei piccoli ruminanti.

Un recente libro bianco, “The Future of Livestock Vaccines” (Il futuro dei vaccini per il bestiame), redatto dai ricercatori della Livestock Research Innovation Corporation, Ontario, Canada, riassume il cambiamento di mentalità sui vaccini per animali:

“Le nuove tecnologie (ad esempio, mRNA, intelligenza artificiale) avranno un impatto drammatico sulla disponibilità e sull’efficacia dei vaccini a disposizione dei produttori. …

“L’attuale pandemia di COVID-19 ci ha lasciato molte lezioni, tra cui il fatto che il processo di sviluppo, produzione di massa e approvazione dei vaccini potrebbe essere abbreviato da diversi anni (o decenni) a 8-9 mesi”.

“La buona salute inizia con la biosicurezza”, hanno dichiarato gli autori.

Lo Stato dello Iowa si allea con la Merck – con l’aiuto del governo degli Stati Uniti

L’anno scorso la Iowa State University e la Merck hanno annunciato un’alleanza strategica di quattro anni per la ricerca di “tecnologie emergenti” per la salute degli animali.

Il loro progetto di ricerca congiunto per lo sviluppo di una tecnologia vaccinale a mRNA per prevenire l’RSV bovino, come detto, è finanziato in parte dal governo statunitense.

Lo studio mira a sviluppare una nuova piattaforma mRNA che sia efficiente dal punto di vista dei costi e termostabile, al fine di “aprire la porta alla vaccinazione degli animali da allevamento con questa tecnologia”.

Il progetto mira a sviluppare la piattaforma per un vaccino contro l’RSV bovino “come prova di principio per lo sviluppo di vaccini contro questo patogeno, ma anche come piattaforma tecnologica per altri vaccini”.

Nel 2018, Merck Animal Health ha introdotto la tecnologia Sequivity, “una piattaforma rivoluzionaria per i vaccini per suini”, secondo il suo sito web, per personalizzare i vaccini per vari virus suini utilizzando la tecnologia delle particelle di RNA.

La tecnologia consiste nel creare sequenze geniche elettroniche per una determinata malattia, sintetizzarle in RNA, inserirle nella piattaforma e iniettarle nell’animale. L’RNA fornisce le istruzioni alle cellule immunitarie per tradurre la sequenza in proteine, che agiscono come antigeni.

Gli scienziati della Merck hanno sviluppato la tecnologia in collaborazione con il College of Veterinary Medicine della Iowa State University.

La Fondazione Gates tra i finanziatori di vaccini per il bestiame

Per decenni, le aziende di allevamento di bestiame di tipo industriale, note come CAFO (acronimo di concentrated animal feedlot operations), hanno usato gli antibiotici per evitare che le infezioni batteriche si diffondessero negli spazi dell’azienda densamente popolati di animali. Gli antibiotici fanno anche crescere gli animali più velocemente.

Dopo anni di crescente preoccupazione da parte del pubblico per l’uso degli antibiotici nella produzione di carne – in particolare per i residui di antibiotici rilasciati e il loro ruolo nello sviluppo di superbatteri resistenti ai farmaci – nel 2017 l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato una serie di linee guida e di buone pratiche sull’utilizzo di antimicrobici importanti dal punto di vista medico negli animali allevati per l’alimentazione..

Nello stesso anno, la Food and Drug Administration statunitense (FDA, Agenzia federale per gli alimenti e i farmaci) ha avviato misure di regolamentazione per impedire l’uso di antibiotici per la crescita del bestiame e ha richiesto agli allevatori che volevano usare degli antibiotici di procurarseli dai veterinari.

La FDA ha finalizzato tale guida nel 2021.

Nel tentativo di ridurre l’uso degli antibiotici pubblicamente contestati e di affrontare il problema delle infezioni virali comuni negli allevamenti industriali, i produttori di carne si sono rivolti ai vaccini.

“I vaccini e altri prodotti alternativi possono contribuire a ridurre al minimo la necessità di antibiotici prevenendo e controllando le malattie infettive nelle popolazioni animali e sono fondamentali per il futuro successo dell’allevamento animale”, si legge in un articolo del 2018 pubblicato su Veterinary Research.

I vaccini per animali richiedono in genere un livello di controllo inferiore rispetto ai vaccini per gli esseri umani.

Secondo un rapporto di Bloomberg del 2016, i leader del settore come Elanco, Eli Lilly, Merck Animal Health e Zoetis hanno iniziato a spostare miliardi di dollari di investimenti in ricerca dagli antibiotici ai vaccini in anticipo rispetto alle misure normative della FDA del 2017.

Gli esperti avevano previsto che le nuove norme avrebbero fatto esplodere il mercato dei vaccini.

Un rapporto di Acumen del 2022 ha mostrato che altre importanti aziende farmaceutiche, tra cui Ceva, Boehringer Ingelheim International GmbH, Neogen Corporation, Intas Pharmaceuticals, Zoetis, Biogénesis Bagó e Pfizer stanno investendo pesantemente nel settore dei vaccini per animali.

“Il futuro della nostra azienda è fortemente basato sullo sviluppo di vaccini”, ha dichiarato a Bloomberg il dottor Rick Sibbel, veterinario che ha diretto i servizi tecnici di Merck per bovini, pollame e suini.

Il Dipartimento per lo Sviluppo Internazionale del Regno Unito ha collaborato con la Bill & Melinda Gates Foundation per finanziare vaccini per il bestiame in tutto il mondo, ha twittato il dipartimento nel 2018:

Questa partnership ha incluso una sovvenzione di 40 milioni di dollari nel 2017 per sviluppare nuovi vaccini per il bestiame. I finanziamenti della Fondazione Gates al CGIAR, “partnership di ricerca globale per un futuro sicuro dal punto di vista alimentare, dedicata alla trasformazione dei sistemi alimentari, terrestri e idrici in una situazione di crisi climatica”, continuano a concentrarsi sul passaggio degli allevatori dall’uso di antibiotici all’uso di vaccini.