Il mese scorso, funzionari e organizzazioni bancarie internazionali di alto livello si sono riuniti in Israele per una simulazione di un’operazione militare il cui scopo era quello di servire come esercitazione durante il collasso del sistema finanziario globale

La simulazione di operazione militare rievocava “L’Evento 201” — un’esercitazione militare di simulazione di una pandemia globale che ebbe luogo poco prima che il COVID-19 entrasse a far parte della scena mondiale.

L’iniziativa “Collective Stenght (Forza collettiva)” si è tenuta per 10 giorni, a partire dal 9 dicembre 2021, presso il Ministero delle Finanze israeliano a Gerusalemme. Inizialmente progettata per tenersi al World Expo di Dubai, è stata trasferita a Gerusalemme a causa delle preoccupazioni per la variante Omicron.

Israele ha ospitato una rappresentanza di uomini d’affari provenienti da dieci paesi diversi compresi funzionari del Tesoro e banchieri centrali provenienti da dieci paesi compresi gli Stati Uniti d’America, l’Austria, la Germania, L’Italia, i Paesi Bassi, la Svizzera, il regno di Thailandia e gli Emirati Arabi Uniti.

Hanno partecipato anche rappresentanti di organizzazioni sovranazionali, come il Fondo Monetario Internazionale (FMI), la Banca Mondiale e la Bank for International Settlements (BIS, Banca per i Regolamenti Internazionali).

Descritto come una simulazionedi un’operazione militare, l’esercitazione ha cercato di replicare la risposta a vari ipotetici attacchi informatici su larga scala al sistema finanziario globale, compresa la fuga di dati finanziari sensibili sul “Dark Web (rete oscura)“, attacchi informatici mirati al sistema globale dei cambi e successivi assalti agli sportelli e relativo caos di mercato alimentato da “notizie false”.

Tuttavia, il tema principale di “Collective Strength” appare non tanto la simulazione di tali attacchi informatici ma, come il nome dell’iniziativa implica, il rafforzamento della cooperazione globale nella sicurezza informatica e nel settore finanziario.

Come riportato dall’agenzia di stampa, Reuters, i partecipanti alla simulazione hanno discusso varie risposte multilaterali a un’ipotetica crisi finanziaria globale.

Le soluzioni politiche proposte includevano periodi di rimborso del debito con periodi di moratoria, accordi SWAP/REPO, festività nazionali coordinate e il delinking (dissociamento/separamento) coordinato dalle principali valute.

L’idea del delinking simulato delle principali valute ha suscitato qualche perplessità soprattutto a causa della sua tempistica — lo stesso giorno i partecipanti si erano riuniti per lanciare il “Collective Strength,” Sono circolate alcune notizie secondo cui l’amministrazione Biden stava considerando di rimuovere la Russia dal sistema di messaggistica ellettronico di pagamento utilizzato dalle banche e dalle istitutzioni bancarie di tutto il mondo noto come SWIFT, abbreviazione di: The Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication.

Questa misura farebbe parte di un pacchetto di sanzioni economiche che gli Stati Uniti potrebbero imporre contro la Russia se dovesse attaccasse l’Ucraina.

Tuttavia, ciò che solleva ancora più questioni è la lista dei partecipanti alla simulazione “Collective Strength”, che include: il FMI, la Banca Mondiale, e indirettamente, il World Economic Forum (WEF).

Erano stati il WEF, insieme alla Bill & Melinda Gates Foundation e alla Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, a gestire la simulazione “dell’ Event 201” nell’ottobre 2019.

Come precedentemente riportato da The Defender, il WEF ha anche sostenuto lo sviluppo di strumenti finanziari, come carte di credito e di debito in grado di monitorare l’impronta carbonica di ciascuno di noi su frequenza individuale.

Un riepilogo generale pubblicato nel novembre 2020 dal gruppo di esperti del Carnegie Endowment for International Peace, in collaborazione con il WEF, ha fornito un resoconto di esattamente il tipo di scenario simulato da parte del “Collective Strength”.

Gli autori del resoconto, Tim Maurer e Arthur Nelson, hanno descritto un mondo il cui il sistema finanziario sta subendo “una trasformazione digitale senza precedenti… accelerata dalla pandemia del coronavirus”.

In un tale mondo, gli autori affermano che, “la sicurezza informatica è più importante che mai”.

Descrivendo la protezione del sistema finanziario globale come una “sfida organizzativa”, il rapporto ha sottolineato che non vi è un chiaro attore globale incaricato di proteggere il sistema finanziario globale o la sua infrastruttura digitale.

Il riepilogo generale è arrivato al punto di descrivere un distacco tra il mondo della finanza quello della la sicurezza nazionale e delle comunità diplomatiche”.

Le soluzioni identificate da Maurer e Nelson comprendevano:

  • La necessità di una maggiore chiarezza riguardo ai ruoli e alle responsabilità
  • Il rafforzamento della la cooperazione internazionale
  • La riduzione della la frammentazione — delle società dei paesi — e una crescente internalizzazione tra le istituzioni finanziarie ‘silo’ che tendono ad operare indipendentemente evitando la condivisione di informazioni.
  • lo sviluppo di un modus operandi che possa poi essere utilizzato in non meglio precisati “altri” settori.

Ma quali “altri” settori?

Questa serie di raccomandazioni è stata classificata dagli autori nel loro resoconto sotto “Trasformazione Digitale: Salvaguardia dell’Inclusione Finanziaria”.

Una di queste raccomandazioni recita come segue:

“Il G20 dovrebbe evidenziare che la sicurezza informatica deve essere progettata nelle tecnologie utilizzate per far progredire l’inclusione finanziaria fin dall’inizio, piuttosto che essere inclusa in un secondo momento”.

La tecnologia che viene “utilizzata per avanzare l’inclusione finanziaria dal principio” sembrerebbe includere “passaporti sanitari” e relativi “portafogli digitali”.

Sembra anche essere allineata con gli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite — in particolare, l’obiettivo 16.9, che esige di provvedere ad entrare in possesso di un’identità legale digitale per tutti, compresi i neonati, entro il 2030.

L’obiettivo 16.9 ricorda anche l’insistenza dell’Unione Europea sul fatto che il suo passaporto vaccinale, il cosiddetto “Green Pass”, utilizzato in numerosi paesi europei per impedire ai non vaccinati e a coloro che hanno conseguito l’immunità naturale da esposizione al virus di accedere a ogni i tipo di luogo pubblico e privato, protegge la vita privata delle persone.

In un ulteriore collegamento tra due questioni distinte — la sicurezza del sistema finanziario globale e la sanità pubblica — la coalizione per i vaccini, GAVI ha fatto richiesta di maggior “innovazioni che sfruttino le nuove tecnologie per modernizzare il processo di identificazione e registrazione dei bambini che hanno maggiormente bisogno di vaccini salvavita”.

Tuttavia, l’uso di queste tecnologie non si fermerebbe alla registrazione delle vaccinazioni infantili. GAVI ha descritto gli usi potenziali di queste “nuove tecnologie” come comprendenti “l’accesso ad altre prestazioni di servizi”, compresi quelli definiti in senso piuttosto ampio come “servizi finanziari”.

Gli autori del riepilogo generale del Carnegie Endowment hanno rispecchiato le loro proposte in un articolo della primavera 2021 che appare sul sito del FMI, anche se le questioni di “inclusione finanziaria” sono omesse.

Mentre i due autori del rapporto Carnegie e i partecipanti all’iniziativa “Collective Strength”, sottolineano la necessità del sistema finanziario e dei suoi dati digitali per maggior protezione, non è chiaro come una continua trasformazione verso un ambiente completamente digitale e basato sul cloud possa davvero essere considerato sicuro.

Si consideri, per esempio, il seguente commento di Micha Weis, responsabile informatico finanziario presso il ministero delle finanze israeliano, in riferimento al “Collective Strength”: “gli attaccanti sono 10 passi davanti al difensore”.

Tali parole non offrono molto conforto a coloro che sono già diffidenti nei confronti di “FinTech”, o della crescente vicinanza tra “Big Tech” e “Big Finance”.

Analogamente, ancora un’altra “simulazione” di una catastrofe globale su larga scala e distruttiva, per alcuni, riporterà alla memoria “L’Evento 201” e ciò che ne è seguito — ignominiosamente descritto il 20 marzo 2020 dall’allora Segretario di Stato americano, Mike Pompeo come un “esercitazione dal vivo”.