La crescente incidenza della steatosi epatica non alcolica nei bambini è associata all’esposizione prenatale a diverse sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDCs, several endocrine-disrupting chemicals), secondo una nuova ricerca pubblicata sulla rivista medica, JAMA Network Open.

Le diagnosi di Nonalcoholic fatty liver disease sono in aumento nei bambini, colpendo dal 6% al 10% dei bambini in generale e il 34% dei bambini obesi.

È una delle malattie del fegato più comuni al mondo e può portare a condizioni pericolose per la vita, come la cirrosi (cicatrizzazione del fegato in fase avanzata) e il cancro al fegato.

“Questi dati possono fornire informazioni su strategie di prevenzione e di intervento più efficaci nelle prime fasi della vita per affrontare l’attuale epidemia di steatosi epatica non alcolica”, l’autore principale della ricerca, Vishal Midya, Ph.D., ha dichiarato a Science Daily.

La gravidanza è una fase delicata dello sviluppo del feto e gli studi sugli animali e sull’uomo dimostrano sempre più che la programmazione delle cellule che porta alla steatosi epatica non alcolica può iniziare nell’utero.

L’esposizione agli EDCs nelle prime fasi della vita può influenzare lo sviluppo del fegato e la programmazione metabolica nel feto attraverso cambiamenti ormonali ed epigenetici, portando a effetti tossici a lungo termine sul fegato.

Questi cambiamenti possono interagire con altri fattori di rischio accertati per la steatosi epatica non alcolica, come le variazioni genetiche, la dieta e l’obesità.

Si tratta del primo studio completo sul legame tra l’esposizione prenatale a un composto di distruttore di endocrino chimico (EDCs) — piuttosto che alle singole sostanze chimiche — e la malattia del fegato grasso non alcolica (NAFLD, Non-alcoholic fatty liver disease).

Questo dato è significativo perché gli EDC si trovano in un’ampia varietà di prodotti, tra cui i pesticidi, i plastificanti, i metalli tossici e molte altre sostanze chimiche utilizzate nei settori commerciali e industriali — il che significa che gli esseri umani sono esposti a combinazioni di tali sostanze, non solo a una sostanza chimica alla volta.

Gli EDC sono “sostanze presenti nell’ambiente, negli alimenti e nei prodotti di consumo che interferiscono con la biosintesi, con il metabolismo o con l’azione degli ormoni con conseguente deviazione dal normale controllo omeostatico o della riproduzione”.

In altre parole, gli EDC alterano la normale funzione degli ormoni, con un impatto significativo sulla salute e sulla riproduzione degli esseri umani e di altre specie.

Alcuni esempi di EDC includono sostanze perfluoroalchiliche (PFAS), note anche come “forever chemicals”, utilizzate nelle pentole antiaderenti e negli imballaggi alimentari, e gli polybrominated diphenyl ethers (PBDE, eteri di difenile polibromurati) utilizzati come sostanze ignifughe nei prodotti per l’infanzia e nei mobili.

Gli autori della ricerca si sono posti l’obiettivo di rispondere a questa domanda: “L’esposizione prenatale agli EDC è associata a lesioni epatiche e all’Apoptosi Epatocellulare nei bambini in età scolare?”. Hepatocellular apoptosis si riferisce alla morte delle cellule epatiche.

Hanno studiato coppie madre-bambino dal progetto Human Early-Life Exposome project, una rete collaborativa di sei studi prospettici di coorte di nascita in corso e basati sulla popolazione di sei Paesi europei: Francia, Grecia, Lituania, Norvegia, Spagna e Regno Unito.

I dati per lo studio prospettico di coorte sono stati raccolti dal 1° aprile 2003 al 26 febbraio 2016. I dati sono stati analizzati dal 1° aprile 2021 al 31 gennaio 2022.

Lo studio ha incluso 1.108 madri che hanno partorito un solo figlio e la cui età media al momento del parto era di 31 anni. Sono state escluse le madri che hanno partorito più figli.

I ricercatori hanno utilizzato campioni di sangue o di urina raccolti durante la gravidanza o dal sangue del cordone ombelicale raccolto alla nascita per determinare i livelli delle madri di ciascun gruppo chimico per i 45 EDC misurati.

Gli EDC comprendevano tre pesticidi organoclorurati, 5 policlorobifenili (PCB), 2 PBDE, tre fenoli, quattro parabeni, 10 ftalati, quattro pesticidi organofosfati, cinque PFAS e nove metalli.

La salute del fegato dei bambini è stata valutata in seguito, quando i bambini avevano tra i 6 e gli 11 anni (in media, i bambini avevano 8 anni quando sono stati valutati).

I ricercatori hanno misurato i livelli di alcuni enzimi e della citocheratina 18 generata dalla caspasi, che è un nuovo marcatore della morte delle cellule epatiche e della steatosi epatica non alcolica nei bambini.

Hanno riscontrato livelli elevati di questi biomarcatori nei bambini che erano stati maggiormente esposti agli EDC durante la gravidanza.

In particolare, l’esposizione prenatale a pesticidi organoclorurati, PBDE, PFAS e ai metalli è stata associata a un aumento del rischio di lesioni epatiche nei bambini, e l’esposizione a PBDE e PCB è stata ulteriormente associata a un aumento dei livelli di citocheratina 18.

I pesticidi organoclorurati e i PBDE sono sostanze chimiche persistenti e lipofile (amanti dei grassi) che attraversano la barriera placentare e possono alterare la programmazione metabolica del feto.

Fenoli, parabeni, ftalati e pesticidi organofosfati sono sostanze chimiche non persistenti che vengono metabolizzate ed espulse rapidamente dall’organismo, nel giro di ore o giorni.

Esistono testimonianze precedenti nei roditori che sostengono un legame tra l’esposizione perinatale al bisfenolo A (BPA) e al dietilesilftalato prenatale e i danni al fegato.

Tuttavia, in questo studio non sono state riscontrate associazioni con lesioni epatiche per le sostanze chimiche non persistenti esaminate, ad eccezione delle associazioni negative osservate per i fenoli e i ftalati ad alto peso molecolare.

I ricercatori hanno scritto che un limite dello studio è stato il potenziale errore di misurazione nella valutazione delle sostanze chimiche non persistenti, poiché sono stati utilizzati campioni di urina a campione, che potrebbero non notare le sostanze chimiche non persistenti che vengono espulse dal corpo molto rapidamente.

Un’altra limitazione dello studio è che i ricercatori non hanno misurato direttamente il danno epatico nei bambini attraverso una biopsia epatica, considered the gold standard per stabilire un legame causale con la malattia del fegato grasso non alcolica, a causa dei rischi e delle limitazioni etiche dovute all’età dei bambini. Pertanto hanno utilizzato i biomarcatori.

Come ridurre la propria esposizione personale agli EDC

“Siamo tutti quotidianamente esposti a queste sostanze chimiche attraverso il cibo che mangiamo, l’acqua che beviamo e l’uso di prodotti di consumo”, ha riferito a Science Daily Damaskini Valvi, M.D., Ph.D., uno degli autori della ricerca. “Si tratta di un grave problema di salute pubblica”.

“Questi dati dimostrano che l’esposizione precoce a diverse sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino rappresenta un fattore di rischio per la malattia del fegato grasso non alcolico in età pediatrica”, ha dichiarato Valvi.

Questa ricerca si aggiunge ai dati, ampiamente dimostrati, che le donne in gravidanza devono evitare l’esposizione agli EDC — ma come?

I 10 modi più diffusi in cui siamo esposti agli EDC includono: i prodotti per l’igiene personale; l’acqua potabile; i cibi in scatola e confezionati; i prodotti coltivati in modo convenzionale e le operazioni di alimentazione forzata di animali d’allevamento al chiuso; la carne, il pollame e i prodotti lattiero-caseari; il pesce ad alto contenuto di mercurio; gli utensili da cucina in plastica e antiaderenti; i prodotti per la pulizia; la polvere domestica; i prodotti per l’ufficio e le ricevute dei registratori di cassa.

Alcuni consigli per ridurre l’esposizione agli EDC sono: consumare alimenti biologici e frutti di mare a basso contenuto di mercurio; utilizzare pentole in vetro, ceramica o ghisa; utilizzare contenitori per la conservazione degli alimenti privi di plastica; evitare prodotti contenenti sostanze ignifughe; produrre o acquistare prodotti per la pulizia e la cura personale non tossici.

Per informazioni più approfondite su come evitare gli EDC, Environmental Working Group elenca la “Sporca Dozzina” di EDC e come evitarli. Il Dottor Joseph Mercola ha scritto dei 10 modi diffusi in cui siamo esposti e di come evitarli.

Responsabilizzare l’industria

A breve termine, i suggerimenti di cui sopra possono aiutare le persone a ridurre l’esposizione agli EDC. A lungo termine, però, le aziende che traggono profitto dagli EDC devono essere ritenute responsabili e devono smettere di generare e rilasciare queste sostanze chimiche nell’ambiente, secondo il gruppo di difesa, Beyond Pesticides.

Il messaggio generale di una serie pubblicata su The Lancet nel luglio 2020 è che “il crescente numero di testimonianze che implicano gli EDC come rischi per la salute umana supporta un’azione urgente per ridurre l’esposizione agli EDC e questo può essere ottenuto al meglio attraverso la regolamentazione”.

Nel dicembre 2021, the European Food Safety Authority (l’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha proposto di ridurre di 100.000 volte la dose giornaliera tollerabile di BPA. Questa enorme riduzione “potrebbe portare a un divieto de facto del materiale economico e durevole negli usi alimentari, come il rivestimento delle lattine di metallo”, riporta Science.

Potrebbe anche segnare un cambiamento nel modo in cui le autorità di regolamentazione europee utilizzano i risultati della ricerca per stabilire i limiti di esposizione.

Tradizionalmente, i limiti di esposizione sono stati definiti in base a grandi studi che collegano direttamente una sostanza chimica a un aumento del rischio di malattia. Secondo Science, “in questo caso, tuttavia, i valutatori del rischio hanno dato maggior peso a studi più piccoli che dimostrano che bassi livelli di BPA possono causare sottili cambiamenti che potrebbero portare a futuri problemi di salute. Questo approccio, se adottato su larga scala, potrebbe giustificare limiti di esposizione molto più bassi per altre sostanze chimiche”.

Negli Stati Uniti, l’anno scorso, diversi gruppi hanno presentato una petizione alla Food and Drug Administration affinché prenda in considerazione nuovi limiti per il BPA.

Il 2 giugno, Greenwire ha riportato che la FDA ha accettato di riconsiderare i limiti del BPA e che prenderà una decisione definitiva sulla sua sicurezza entro il 31 ottobre.