Secondo un rapporto del Senato pubblicato oggi, la COVID-19 è probabilmente il risultato di una fuoriuscita accidentale da un laboratorio di Wuhan, in Cina, che ha innescato l’inizio della pandemia nel 2019, prima rispetto a quanto dichiarato dai funzionari del governo cinese.

Il rapporto ha rilevato che si erano verificate molteplici violazioni della biosicurezza all’inizio del 2019 presso l’Istituto di virologia di Wuhan (WIV), dove ricercatori cinesi e statunitensi stavano conducendo ricerche sul guadagno di funzione (o gain-of-function).

Il rapporto ha anche documentato gli sforzi dell’esercito cinese per sviluppare un vaccino anti COVID-19 nel laboratorio, alcune settimane prima che la Cina ammettesse che il virus era emerso per la prima volta a Wuhan.

Il Senatore e medico Roger Marshall (Rep.-Kansas), il membro della Comitato del Senato per la la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni che ha reso pubblico il rapporto – ha dichiarato in un comunicato stampa:

“Una preponderanza di prove in questo rapporto suggerisce che ci sono state due distinte fughe accidentali dal laboratorio risalenti all’autunno del 2019 a Wuhan, in Cina, con prove significative a sostegno del fatto che il virus della COVID-19 era un virus creato e modificato in laboratorio”.

Il rapporto di 300 pagine,”Muddy Waters: The Origins of COVID-19 Report” (Acque fangose: rapporto sulle origini della COVID-19), contiene più di 1.500 citazioni a sostegno delle sue conclusioni. Il rapporto è stato redatto su richiesta di Richard Burr (Rep. – North Carolina), leader di minoranza del Comitato per la salute, l’istruzione, il lavoro e le pensioni.

Questa notizia arriva dopo che il direttore dell’FBI Christopher Wray il 1° marzo ha confermato che l’FBI ritiene da tempo che il virus della COVID-19 provenga da un laboratorio del governo cinese.

I problemi di biosicurezza nel laboratorio di Wuhan hanno raggiunto un picco nell’estate e nell’autunno del 2019

Il rapporto documenta gli esperimenti legati ai coronavirus su animali, esperimenti condotti presso il WIV nel 2018 e nel 2019.

Ha rilevato che dall’inizio della pandemia ci sono stati “tre incidenti di laboratorio che hanno coinvolto il SARS-CoV-2”.

“È chiaro che la convergenza di sofisticate ricerche sui coronavirus, le richieste governative di scoperte scientifiche e i problemi di biosicurezza presso il WIV sembrano aver raggiunto il culmine alla fine dell’estate o all’inizio dell’autunno 2019”, hanno dichiarato gli investigatori del Senato.

Hanno poi aggiunto:

“Da giugno ad agosto 2019, la direzione del WIV ha pubblicato diversi rapporti in cui si esprimevano preoccupazioni per le carenze in materia di biosicurezza dovute alla limitata disponibilità di attrezzature e di personale addestrato.

“Molteplici enti medici e di sanità pubblica del governo della RPC [Repubblica Popolare Cinese] hanno iniziato a procurarsi strumenti per il rilevamento di agenti patogeni e a condurre esercitazioni in preparazione di focolai di malattie infettive”.

Nel novembre 2019, la sezione del Partito Comunista Cinese (PCC) del WIV ha riconosciuto i problemi del laboratorio, pubblicando un articolo che delineava tre sfide – o “tre mancanze” – che i ricercatori del WIV dovevano affrontare, tra cui: “mancanza di attrezzatura e standard tecnologici, mancanza di un team di progettazione e costruzione e mancanza di esperienza nella gestione o nella manutenzione” di un laboratorio di alto livello.

Secondo il rapporto, “il WIV ha ospitato una sessione speciale di formazione sulla biosicurezza e la sicurezza per la dirigenza” nel novembre 2019, con un alto funzionario dell’Accademia cinese delle scienze per la biosicurezza venuto da Pechino per trasmettere “importanti” istruzioni della dirigenza del governo cinese sulla “complessa e grave situazione” in cui versa il lavoro sulla biosicurezza.

Ciò è avvenuto lo stesso giorno in cui il laboratorio di Wuhan ha ordinato “un inceneritore ad aria compressa per risolvere un problema o un guasto di un’autoclave di sicurezza biologica presso il campus originario del WIV in centro”, si legge nel rapporto.

“La necessità di installare un inceneritore ad aria compressa allo scarico dell’autoclave dopo la filtrazione HEPA di serie suggerisce una certa preoccupazione per il rischio di fuga di aerosol infettivi”, hanno affermato gli autori del rapporto.

L’organizzazione non governativa contro le malattie infettive EcoHealth Alliance, diretta da Peter Daszak, ha finanziato ampiamente il laboratorio di Wuhan. Nonostante ciò, i funzionari statunitensi non hanno apparentemente mai visitato il WIV, secondo il Daily Caller.

“Nessuno di EcoHealth aveva esperienza diretta del WIV. Daszak non c’era mai stato. Lui stesso dice: “Non ho mai avuto bisogno di guardare i dati, mi hanno dato quello che mi serviva vedere””, ha dichiarato Marshall al Daily Caller, aggiungendo:

“Se finanziamo qualcosa, non sono sicuro che ci debbano essere tutti i giorni, ma dovremmo avere scienziati americani laggiù”.

I ricercatori militari cinesi lavorano sui vaccini anti COVID prima del dicembre 2019

Il rapporto ha citato prove che suggeriscono che i ricercatori dell’esercito cinese hanno iniziato a lavorare su due vaccini anti COVID-19 prima del dicembre 2019.

“Il professore dell’Esercito Popolare di Liberazione (PLA, acronimo di People’s Liberation Army) Zhou Yusen, direttore del 5° Istituto dell’Accademia delle Scienze Mediche Militari (AMMS, acronimo di Academy of Military Medical Sciences), ha lavorato con il WIV, e forse anche presso il WIV, in modo episodico, per diversi anni prima della pandemia”, si legge nel rapporto, che aggiunge:

“Zhou o i ricercatori dell’AMMS potrebbero aver lavorato al WIV non più tardi dell’autunno 2019, conducendo ricerche per un articolo di cui Zhou è stato coautore insieme a due ricercatori del WIV, Shi Zhengli e Chen Jing, su un noto effetto negativo dei vaccini e dei trattamenti anticorpali legati alla SARS”.

“C’è motivo di credere che Zhou fosse impegnato nella ricerca sul vaccino animale contro il coronavirus legato alla SARS con i ricercatori del WIV a partire dall’estate o dall’inizio dell’autunno del 2019”, hanno aggiunto, notando che Zhou ha presentato uno dei primi brevetti per il vaccino anti COVID-19 il 24 febbraio 2020.

Il brevetto includeva “dati sierologici derivati da topi e provenienti da esperimenti relativi al vaccino”, che secondo gli esperti – “consultati nel corso di questa indagine” – non avrebbero potuto essere completati se il team di Zhou non avesse iniziato a lavorare allo sviluppo del vaccino prima dello scoppio della pandemia di COVID-19, avvenuto a fine dicembre 2019.

Tuttavia, secondo il rapporto, le prove sono circostanziali e richiedono ulteriori indagini da parte del governo statunitense.

In una dichiarazione, Burr ha affermato che il rapporto “è credibile e degno di essere incluso nello sforzo internazionale di determinare le modalità di inizio della pandemia, in modo da poter prendere provvedimenti per prevenire, o mitigare, future pandemie”, ha riportato Bloomberg.

I senatori introducono una legge per bloccare la ricerca statunitense sul guadagno di funzione e responsabilizzare i funzionari cinesi

Sebbene il rapporto sia stato redatto dai repubblicani, nel maggio 2021 il Senato ha approvato un emendamento bipartisan proposto dai senatori Marshall e Kirsten Gillibrand (Dem.-N.Y.) che chiedeva un’indagine trasparente sull’origine della pandemia di COVID-19.

Nell’ottobre 2021, il senatore Marshall ha presentato la legge sulla responsabilità del Politburo del PCC per imporre sanzioni ai due più alti funzionari della sanità cinese che avrebbero avuto legami precoci con la diffusione della COVID-19 e avrebbero offuscato le informazioni utili.

Lo stesso mese, Marshall ha presentato la legge sulla moratoria della ricerca virale gain-of-function, che mira a bloccare tutte le sovvenzioni federali per la ricerca alle università e ad altre organizzazioni che conducono ricerche sul guadagno di funzione su potenziali patogeni pandemici.

Nel dicembre 2021, i senatori Marshall, Chuck Grassley (Rep.-Iowa), Jim Inhofe (Rep.-Oklahoma), Marsha Blackburn (Rep.-Tennessee) e Joni Ernst (Rep.-Iowa) hanno introdotto il National BioSecurity Improvement Act (Legge per migliorare la biosicurezza nazionale) per garantire che la ricerca finanziata a livello federale su agenti patogeni potenzialmente pericolosi non metta in pericolo la sicurezza nazionale.

Il nuovo rapporto giunge in concomitanza con la recente firma della legge del 2023 sulle origini del virus della COVID-19 da parte del Presidente Biden. In apparenza richiede che il governo degli Stati Uniti declassifichi tutti i documenti relativi alla COVID-19.

Ma gli esperti intervistati da The Defender hanno avvertito che, contrariamente a quanto è stato detto al pubblico, la legislazione limita i tipi di documenti che il governo deve declassificare, sollevando dubbi sul reale intento della legge.

Il disegno di legge richiede la declassificazione solo dei documenti relativi all’Istituto di virologia di Wuhan, in Cina, e potrebbe essere finalizzato a ridurre la colpevolezza di attori statunitensi e privati nella potenziale fuga – o nello sviluppo – del virus della COVID-19, dando tutta la colpa alla Cina e all’Istituto di virologia di Wuhan, secondo quanto dichiarato dagli esperti.