N.d.R.: Di seguito la postfazione a “The Real Anthony Fauci: Bill Gates, Big Pharma, and the Global War on Democracy and Public Health”, il nuovo bestseller dal rapido successo di Robert F. Kennedy Jr., presidente e principale consulente legale di Children’s Health Defense.

Ciò che ho descritto nei capitoli precedenti può sembrare opprimente e deprimente. La campagna di vaccinazione obbligatoria e altre azioni crudeli del dottor Fauci e dei suoi accoliti potrebbero sembrare “troppo imponenti per poter fallire”. Ma questo dipende dai cittadini del nostro paese.

Possiamo inchinarci e obbedire — farci somministrare le vaccinazioni, indossare le coperture per il viso, mostrare i nostri passaporti digitali su richiesta, sottoporci a tutti i test e fare il saluto militare ai guardiani dello stato di biosorveglianza.

Oppure possiamo dire di no. Abbiamo una scelta e non è troppo tardi.

Il COVID-19 non è il problema; è un problema, un problema in gran parte risolvibile con la terapia precoce e l’utilizzo di farmaci che sono sicuri, efficaci e poco costosi.

Il problema è la corruzione sistemica all’interno del complesso medico-industriale che è attualmente supportata, in ogni momento, dai mezzi di comunicazione di massa. Con un colpo di stato, questa organizzazione criminale è riuscita ad appropriarsi di miliardi di dollari dei contribuenti, ha inghiottito migliaia di miliardi appartenenti alla classe media globale e ha creato il pretesto per una imponente iniziativa propagandistica, di censura e di controllo in tutto il mondo.

Oltre alla cattura di enti di regolamentazione statale (dall’inglese regulatory capture, n.d.r.), questa organizzazione criminale ha dato il via a una guerra globale contro la libertà e la democrazia. Il drammaturgo e saggista C. J. Hopkins descrive fin troppo bene questo momento:

“Non c’è niente di discreto in questo processo. Smantellare una “realtà” e sostituirla con un’altra è un mestiere brutale. Le società si abituano alle loro “realtà quotidiane”. Non le abbandoniamo né volentieri né facilmente. Normalmente, ciò che è necessario per indurci a farlo è una crisi, una guerra, uno stato di emergenza, o… sapete, una pandemia globale letale.

“Durante la transizione dalla vecchia “realtà” alla nuova “realtà”, la società viene lacerata. Mentre la vecchia “realtà” viene smantellata, la nuova realtà non è ancora al suo posto. Sembra una follia e, in un certo senso, lo è. Per un certo periodo, mentre le due “realtà” lottano per il dominio, la società è divisa in due. Essendo la “realtà” quella che è (cioè monolitica), questa è una lotta all’ultimo sangue. Alla fine, solo una “realtà” può prevalere.

“Questo è il momento decisivo per il movimento totalitario. Ha bisogno di negare la vecchia “realtà” per implementare la nuova, e non può farlo con la ragione e i fatti, quindi deve farlo con la paura e la forza bruta. Ha bisogno di terrorizzare la maggioranza della società facendola cadere in uno stato di insensata isteria di massa che può essere rivolta contro coloro che resistono alla nuova “realtà”.

“Non si tratta di persuadere o convincere la gente ad accettare la nuova ‘realtà’. È più simile a come si guida una mandria di bestiame. La spaventi abbastanza per farla muovere, poi la dirigi ovunque tu vuoi che vada. Il bestiame non sa e non capisce dove sta andando. Sta semplicemente reagendo a uno stimolo fisico. I fatti e la ragione non c’entrano niente”.

Mentre osserviamo la sopraffazione senza precedenti della nostra Costituzione negli ultimi due anni, vale la pena soffermarsi a ricordare l’epidemia di vaiolo che bloccò l’esercito di Washington durante la Rivoluzione e il contagio di malaria che abbatté l’esercito dello stato della Virginia.

Sebbene entrambi avessero messo in guardia i legislatori sui potenziali letali e dirompenti delle epidemie di malattie infettive, i legislatori scelsero comunque di non includere alcuna eccezione riservata alle pandemie all’interno della Costituzione degli Stati Uniti.

Eppure oggi, la pandemia viene usata per creare una serie di nuove eccezioni alla nostra Costituzione. Ci viene fornita una sola logica per spiegare tutto quello che sta succedendo: il COVID-19.

Solo per un breve momento, distogliamo lo sguardo dal motivo apparente per cui sembra le cose stiano accadendo e concentriamoci invece su ciò che sta di fatto succedendo.

Concentriamoci su coloro che controllano le leve del potere, diffamano i dissidenti e puniscono ogni tentativo di quesito, scetticismo e dibattito. Come tutti i tiranni della storia, essi mettono al bando i libri, mettono a tacere gli artisti, condannano gli scrittori i poeti e gli intellettuali che mettono in discussione le nuove ortodossie.

Hanno vietato i raduni e costretto i cittadini a indossare mascherine che incutono paura e dividono le comunità e hanno atomizzato ogni senso di solidarietà impedendo quella sottile ed eloquente comunicazione non verbale per la quale Dio e l’evoluzione hanno dotato gli umani di ben quarantadue muscoli facciali.

Prevedibilmente, la pandemia è diventata un pretesto per espandere la tirannia in tutto il mondo — implementando modifiche che nulla hanno a che vedere con un virus. L’Ungheria ha preso provvedimenti più severi riguardo la libertà di parola e ha vietato ogni “promozione dell’omosessualità”. La Cina ha serrato le saracinesche dell’ultima testata pro-democrazia di Hong Kong e ha imprigionato i suoi dirigenti, redattori e giornalisti.

In Bielorussia, il presidente Lukashenko ha represso le proteste con arresti di massa e ha persino dirottato un aereo passeggeri per arrestare un giornalista dissidente. La Cambogia ha abolito il diritto al giusto processo e arrestato gli oppositori politici. Il governo della Polonia ha abolito i diritti delle donne e dei gay e ha, di fatto, vietato l’aborto.

Il primo ministro indiano ha arrestato dei giornalisti e ha ordinato a Twitter di rimuovere i post critici.

Il presidente della Russia, Vladimir Putin, ha usato la pandemia come (un altro) pretesto per imprigionare potenti oppositori e vietare raduni di massa.

E le cose non sono andate diversamente all’interno delle democrazie: la Francia ha richiesto che i propri cittadini fossero in possesso di una dichiarazione firmata per potersi spostare oltre un chilometro da casa. L’Australia è stata più liberale, permettendo ai cittadini di avventurarsi fino a 5 chilometri da casa — d’altronde, l’Australia ha anche costruito diversi centri d’internamento. La Gran Bretagna ha vietato ai suoi cittadini di viaggiare all’estero.

Molte cose simili sono successe negli Stati Uniti come la legge approvata dal Senato di New York che consente la detenzione forzata e indefinita dei residenti ritenuti una minaccia alla “sanità pubblica”. Ma per l’America, la più grande vittima dell’emergente tirannia è la libertà di parola.

Il termine ormai popolare di “disinformazione” è arrivato a significare qualsiasi espressione che si discosta dall’ortodossia ufficiale. I social media e le società di mezzi d’informazione e di stampa servono come stenografo e difensore di qualsiasi posizione pronunciata dal governo.

Il fallimento intenzionale di una qualsiasi inchiesta giornalistica, della curiosità e dell’investigazione, dell’incapacità di sondare, di porre domande difficili (o qualsiasi domanda) a coloro che sono al potere — ha permesso la follia e la tristezza del 2020 e del 2021.

C’è una rete di intrighi in corso, ma ne citerò uno semplice: l’industria farmaceutica è la più grande inserzionista dei notiziari e delle emittenti televisive. Il suo budget pubblicitario annuale di 9,6 miliardi di dollari compra ben più che pubblicità — compra l’obbedienza. (Nel 2014, l’allora presidente della società mediatica Fox News, Roger Ailes, mi disse che avrebbe licenziato qualsiasi conduttore del suo notiziario che mi avesse permesso di parlare della sicurezza dei vaccini durante la messa in onda. “Il nostro notiziario”, ha spiegato, “ottiene fino al 70% delle entrate pubblicitarie dalle case farmaceutiche internazionali durante gli anni non elettorali”).

So che il ruolo che hanno i mezzi di comunicazione di massa non rappresenta una novità per voi, quindi citerò solo un esempio:

Gli obblighi vaccinali sono apparentemente basati sull’idea che i vaccini impediscano la trasmissione del COVID-19. Se non impediscono la trasmissione, se sia i vaccinati sia i non vaccinati possono diffondere il virus, allora non c’è alcuna differenza rilevante tra i due gruppi — se non che un gruppo non sta rispettando i comandi del governo.

Costringere un’intera popolazione ad accettare un intervento medico arbitrario e rischioso è l’azione più intrusiva e avvilente mai imposta dal governo degli Stati Uniti e magari da qualsiasi governo.

Ed è basata su una bugia.

Il direttore dei Centers for Disease Control and Prevention (CDC, Centri per il Controllo e per la Prevenzione delle Malattie), il Dr. Fauci e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono tutti stati costretti a riconoscere, sebbene a malincuore, che i vaccini non sono in grado di fermare la trasmissione del virus.

Quando la direttrice della sanità pubblica israeliana si è rivolta al comitato consultivo della Food and Drug Administration degli Stati Uniti (FDA, Agenzia federale statunitense per il controllo degli Alimenti e dei Medicinali), non ha lasciato alcun dubbio sull’incapacità dei vaccini di fermare la trasmissione del virus, o di fermare la malattia o la morte. Descrivendo la situazione di Israele al 17 settembre 2021, ha detto:

“Il sessanta per cento delle persone in condizioni gravi e critiche erano, ehm, erano immunizzate, doppiamente immunizzate, completamente vaccinate. Il quarantacinque per cento delle persone che sono morte in questa quarta ondata erano doppiamente vaccinate”.

Ciononostante, tre settimane dopo, il 7 ottobre 2021 — solo pochi giorni prima che questo libro andasse in stampa — il presidente degli Stati Uniti ha annunciato che si stava assicurando che gli operatori sanitari fossero vaccinati, “perché se doveste aver bisogno di farvi curare in una struttura sanitaria dovreste avere la certezza che le persone che forniscono l’assistenza sanitaria siano protette dal COVID-19 e non ve lo possano trasmettere”.

Il presidente ha appena detto agli americani che essere vaccinati fornisce la “certezza” che le persone vaccinate sono “protette dal COVID-19 e non possono trasmetterlo a voi”.

Non una sola domanda è stata posta al presidente su questa sorprendente incoerenza, sull’evidente falsità di tale affermazione — quel discorso è un esempio lampante di ciò che sta accadendo.

Un’immagine televisiva di un leader incontestato che pronuncia dichiarazioni false per ingannare e controllare la popolazione — questo è il mondo del tristemente profetico romanzo di George Orwell, “1984”.

È un segno di speranza che a metà del 2021, il libro di Orwell, vecchio di 70 anni, sia diventato improvvisamente un bestseller tra i primi venti negli Stati Uniti.

Questa consapevolezza, questo elementare buonsenso, ci ricorda che le democrazie possono riaffermare il controllo legislativo sui dittatori disonesti — che siano sindaci, governatori, presidenti o primi ministri.

Un sistema legislativo razionale può riuscire a impedire e bloccare tutti quei finanziamenti che sostengono poche persone e ne danneggiano tante. Si possono avviare indagini, stimolare procedimenti penali e ripristinare le libertà.

Anche senza l’impegno del governo, è la gente comune che può salvarci dalla tirannia.

Possiamo dire no all’obbligo vaccinale per accedere al luogo di lavoro, no all’obbligo di test e di mascherina per il diritto alla scuola dei bambini, no alla censura delle piattaforme di social media, no all’acquisto di prodotti da società che sono responsabili del fallimento delle piccole e medie imprese e che vogliono avere il controllo su di noi.

Queste azioni non sono facili, ma vivere con le conseguenze dell’inazione sarebbe molto più difficile. Facendo appello al nostro coraggio morale, possiamo fermare questa marcia verso uno stato di polizia globale.

Mentre scrivevo questo libro, ho riletto il maestoso discorso “I Have a Dream” di Martin Luther King, Jr. tenutosi al Lincoln Memorial nel 1963. Il reverendo King ci raggiunge attraverso tutti questi anni:

“Ma ci rifiutiamo di credere che la banca della giustizia sia in bancarotta. Ci rifiutiamo di credere che non ci siano fondi sufficienti nei grandi caveau delle opportunità di questa nazione. E così, siamo venuti ad incassare questo assegno, un assegno che ci darà su richiesta le ricchezze della libertà e la sicurezza della giustizia. Siamo anche venuti in questo luogo consacrato per ricordare all’America la feroce urgenza di Adesso. Questo non è il momento per dedicarsi al lusso di rinfrescarsi o di prendere la tranquillizzante droga del gradualismo. Ora è il momento di rendere reali le promesse della democrazia”.

Unitevi a noi per riappropriarci della nostra democrazia e della nostra libertà. Ci vediamo sulle barricate.