Secondo Steve Kirsch, direttore esecutivo della Vaccine Safety Research Foundation, Google ha negato il permesso di utilizzare la sua piattaforma Google Surveys per pubblicare un breve sondaggio sulle esperienze delle persone con la COVID-19 e la miocardite.

Mercoledì Kirsch ha segnalato il rifiuto, informando i lettori del suo post su Substack:

“È chiaro che non vogliono che nessuno sappia la verità. L’unica verità che vogliono farvi sapere è quella che vi dice il governo”.

Kirsch ha detto che il suo team ha preparato un sondaggio con due domande e Google le ha rifiutate entrambe. Ecco cosa hanno cercato di chiedere Kirsch e il suo team:

1. Qualcuno nel suo nucleo familiare (lei compreso/a):

a. Ha avuto la COVID

b. Non è in grado di lavorare a causa di un’infezione da COVID

c. Ė morto di COVID

2. Qualcuno del suo nucleo familiare (Lei compreso/a):

a. Ha fatto il vaccino anti COVID

b. Ha avuto una diagnosi di miocardite dopo aver ricevuto il vaccino anti COVID

c. Ė morto a causa del vaccino anti COVID

“A quanto pare, Google non permette di fare domande relative a… COVID o ai vaccini. Wow. Solo wow”, ha detto Kirsch.

Kirsch, imprenditore tecnologico, filantropo e fondatore del COVID-19 Early Treatment Fund, (Fondo per le cure precoci anti COVID-19), ha incluso uno screenshot della spiegazione di Google Surveys sul motivo per cui non ha permesso il sondaggio.

Secondo Google Surveys, le domande del sondaggio del team erano problematiche perché:

“I sondaggi che richiedono informazioni relative a determinati argomenti medici o che descrivono in modo vivido un determinato argomento medico sono un’opzione da scartare.

“In questo scenario dobbiamo riservarci il diritto di consentire o meno le indagini con questi argomenti a nostra esclusiva discrezione”.

Google Surveys ha inoltre dichiarato che le domande devono essere rimosse perché sulla sua piattaforma non sono ammesse domande con “contenuti offensivi, osceni, raccapriccianti, sconvolgenti o di cattivo gusto”.

Le domande su COVID e miocardite sono state ritenute “offensive”.

Google consente di raccogliere i dati del sondaggio sulla COVID-19 sulla sua piattaforma Google Health.

Google Health – la cui missione dichiarata è “aiutare tutti, ovunque, a essere più sani attraverso prodotti e servizi che collegano e danno significato alle informazioni sulla salute” – vanta un “COVID-19 Open Data Repository (Arxhivio di dati pubblici sulla COVID-19).

Secondo il sito web di Google Health, il loro archivio di dati è “una delle raccolte più complete di informazioni aggiornate sulla COVID-19 per aiutare i professionisti della salute pubblica, i ricercatori, i responsabili politici e altri ad analizzare, comprendere e gestire il virus”.

Google afferma che i dati provengono “da fonti autorevoli, raccolti automaticamente e da volontari e collaboratori, e vengono aggiornati almeno una volta al giorno”.

Secondo il sito web:

“Aggreghiamo i dati da centinaia di fonti di dati per garantire una rappresentazione globale.

    • Fonti autorevoli (governative, sanitarie, universitarie)
    • Fonti generali (media, pubblicazioni)
    • Crowdsourcing (volontari, collaboratori)”

Google Health afferma inoltre: “Accogliamo con piacere i vostri contributi”.

Secondo Google, la sua iniziativa Google Health aiuta “ricercatori e scienziati a far progredire la scienza della salute pubblica” e fornisce “ai ricercatori set di dati e strumenti che possono utilizzare per scoprire nuove intuizioni a sostegno della salute pubblica”.

Kirsch ha suggerito che Google non ha permesso al suo team di condurre il sondaggio perché metteva in dubbio la narrazione ufficiale del governo sulla COVID-19.

Kirsch ha detto:

“Sappiamo già da altre indagini che abbiamo condotto che i vaccini non sono sicuri. Vietare tali sondaggi è un pericolo per la società”.

“Non vedo l’ora che arrivi il giorno in cui sentirò un dirigente di Google ammettere: ‘È stato un errore censurare queste informazioni e rendere difficile per il pubblico apprendere la verità su quanto siano poco sicuri questi vaccini'”.

“Arriverà mai quel giorno? Probabilmente no”.