Il mese scorso Israele ha lanciato la quarta dose anti COVID, nonostante i rapporti secondo cui una quarta dose potrebbe effettivamente danneggiare il sistema immunitario e i dati che dimostrano che dosi maggiori rendono le persone più suscettibili a contrarre il virus.

Diverse settimane dall’inizio della campagna di vaccinazione con il richiamo, Israele sta assistendo a un aumento dei casi di Omicron tra segnalazioni che suggeriscono che anche gli israeliani vaccinati quattro volte stanno prendendo il virus.

In un’intervista con Unherd, il professor Cyrille Cohen, capo del dipartimento di immunologia alla Bar Ilan University di Israele e membro del comitato consultivo per i vaccini COVID per il governo israeliano, ha parlato del sistema dei passaporti vaccinali di Israele, dei problemi di efficacia del vaccino anti COVID e degli errori che, a suo dire, hanno fatto gli scienziati del governo durante la pandemia.

Cohen, indicato da Unherd come una delle “massime autorità” israeliane sui vaccini anti COVID, ha spiegato come i vaccinati e i non vaccinati “virtualmente” trasmettano il virus allo stesso tasso, e che per questo il Green Pass, il passaporto vaccinale israeliano, non è rilevante.

“Non credo che abbia senso mantenere il Green Pass”, ha detto Cohen.

Ha anche ammesso che l’obiettivo della politica del Green Pass di Israele non era tanto di prevenire l’infezione e la malattia, quanto di costringere la gente a vaccinarsi.

Ha detto Cohen:

“Il Green Pass non è necessario. E non è un segreto, ma non serve necessariamente per prevenire la trasmissione. Serve anche per incoraggiare la gente a vaccinarsi. E non voglio entrare negli aspetti politici del Green Pass, ma questa è una realtà”.

Cohen ha detto che chiudere le scuole è stato uno dei più grandi errori fatti dal suo governo durante la pandemia.

“Non avremmo mai dovuto toccare l’istruzione… questo avrà ripercussioni in futuro”, ha detto.

Si ipotizza che Israele continui ad aggiungere richiami senza dati a sostegno perché Israele è un “laboratorio” per i vaccini anti COVID, in particolare per quelli Pfizer.

Pfizer ha un contratto esclusivo (con molte sezioni secretate) con Israele, il che ha portato alcuni a suggerire che ci sia un incentivo finanziario o contrattuale per continuare ad aggiungere booster al programma vaccinale COVID.

Il dottor Robert Malone, uno dei primi sviluppatori della tecnologia dei vaccini mRNA, ha fatto eco a questo durante un’intervista con il podcaster americano Joe Rogan:

“In questi giorni il nome del paese è in realtà ‘Pfizreal’. Non è più Israele. Il governo ha un accordo finanziario con Pfizer e hanno solo il vaccino Pfizer”.

L’anno scorso, un dirigente della Pfizer ha definito Israele come “una sorta di laboratorio” per i vaccini anti COVID.

Guardate qui l’intervista: