Nel novembre 2020 è stato pubblicato uno studio che esaminava attentamente 10 anni di dati provenienti da uno studio pediatrico dell’Oregon gestito dal Dr. Paul Thomas. Cinque giorni dopo la pubblicazione dello studio, la licenza di Thomas è stata sospesa.

Un mese dopo, la rivista ha deciso di informare gli autori che un lettore anonimo aveva espresso alcune preoccupazioni sullo studio.

I commenti di questo singolo lettore, che ha tirato a indovinare sbagliando le conclusioni, hanno portato alla decisione della rivista di ritirare l’articolo, lasciando gli autori sbigottiti.

Gli autori sapevano che le preoccupazioni espresse dal lettore erano già state affrontate durante la revisione paritaria e si aspettavano che la rivista avrebbe deciso di non ritirare l’articolo. Anche il comitato editoriale della rivista lo sapeva.

La critica si concentrava principalmente sulla questione se le grandi differenze nel numero di visite mediche richieste per specifiche condizioni di salute come anemia, gastroenterite, asma, otite e molte altre, potessero essere dovute al fatto che i genitori che non vaccinavano i figli non si erano presentati alle visite di controllo del bambino e del neonato.

Poiché la licenza di Thomas era stata sospesa, il medico doveva concentrarsi sul suo caso e cercare di evitare che la sua vita andasse in pezzi; la commissione medica continuava a rimandare l’udienza e a quel tempo non c’era stata alcuna udienza.

Di fatto, ad oggi non si è tenuta alcuna udienza.

Il Dr. James Lyons-Weiler, ha suggerito a Thomas la possibilità che la commissione medica avesse abusato del suo potere applicando una sanzione senza un giusto processo, un fatto che Thomas ha poi condiviso con il suo avvocato.

Quando l’avvocato ha scritto alla commissione medica sottolineando che Thomas aveva subito una sanzione senza un giusto processo, questa si è offerta di ripristinare la sua licenza, in attesa dell’esito di un’udienza, a condizione che non facesse più ricerca.

Questo dimostra chiaramente che l’obiettivo della commissione medica non era di garantire che i piccoli pazienti di Thomas ricevessero una buona assistenza pediatrica.

È ormai chiaro che l’unica priorità della commissione medica era di porre fine alla pratica di Thomas di attenersi al consenso informato – come richiesto dalla legge dello Stato dell’Oregon per tutte le procedure mediche – e di impedirgli di condividere qualsiasi ulteriore scoperta derivante dai 10 anni di dati raccolti dalla sua pratica.

Un nuovo studio supporta le precedenti conclusioni di Thomas

Oggi lo studio è stato risuscitato da un secondo studio, questa volta condotto da Lyons-Weiler e dal suo collaboratore medico, il Dr. Russell Blaylock.

In questo secondo studio sono state affrontate le seguenti domande:

  1. Quale gruppo di pazienti è stato più regolare nel presentarsi alle visite periodiche dei bambini, i pazienti vaccinati o quelli che avevano rifiutato i vaccini?
  2. In gruppi di pazienti abbinati in base all’utilizzo delle visite di controllo, quali esiti avversi per la salute in seguito alla vaccinazione sono risultati diversi tra i pazienti vaccinati e quelli che hanno rifiutato i vaccini?
  3. Dopo aver aggiustato per visite mediche ed età, i vaccini influenzano ancora significativamente le condizioni di salute avverse complessive in modo indipendente dalla loro interazione con le visite mediche e l’età?
  4. I pazienti più grandi dello studio pediatrico che hanno smesso di vaccinarsi hanno registrato una diminuzione degli esiti negativi sulla salute che sono stati attribuiti ai vaccini?

I risultati dello studio, che si trovano nell’articolo intitolato “Revisiting Excess Diagnoses of Illnesses and Conditions in Children Whose Parents Provide Informed Permission to Vaccinate Them” (Revisione delle diagnosi in eccesso per malattie e condizioni di salute in bambini di genitori che danno il consenso informato di vaccinarli), dimostrano che le preoccupazioni espresse dal lettore anonimo erano infondate; le famiglie non vaccinate hanno effettuato le visite di controllo con maggiore frequenza rispetto a quelle vaccinate.

Questo studio, finanziato con denaro pubblico, risponde alle prime domande.

La risposta alla seconda domanda è “i risultati variano”, ma ciò può essere dovuto alle dimensioni ridotte del campione che ne riducono la potenza (si veda lo studio per i dettagli).

Lo studio ha suddiviso i pazienti in blocchi ad alto, medio e basso utilizzo delle visite mediche e molti degli effetti avversi sulla salute sono stati osservati in misura maggiore nel gruppo di pazienti vaccinati all’interno di questi blocchi (i blocchi sono gruppi di pazienti abbinati in base all’utilizzo delle visite mediche).

Per la terza domanda, gli scienziati hanno scoperto che, dopo aver definito un modello che includeva l’utilizzo delle visite mediche e l’età, i vaccini restavano un fattore significativo che aumentava gli esiti negativi per la salute, molti dei quali erano già stati associati ai vaccini.

Inoltre, gli autori hanno stabilito che i vaccini erano ancora un elemento significativo dopo aver considerato il termine di interazione tra lo stato di vaccinazione e gli altri fattori del modello.

È importante notare che se gli autori dello studio non avessero considerato il termine di interazione, i risultati sarebbero sembrati implicare che la vaccinazione fosse negativamente predittiva di esiti negativi per la salute.

Nel modello in cui sono stati considerati i vaccini, le visite mediche per età e il termine di interazione, il numero di vaccini è risultato un predittore positivo significativo di cattiva salute nel complesso.

I termini di interazione sono solitamente ignorati dagli studi “aggiustati” per variabili. L’aggiunta di covariate nel modello senza considerare il termine di interazione con l’effetto principale – i vaccini – può mascherare un effetto significativo sui tassi di problemi di salute post-vaccinazione, fornendo un risultato fuorviante.

Vale la pena notare che l’allattamento al seno – un altro correlato delle misure dello stile di vita – non ha avuto effetti significativi né singolari né di interazione.

Blaylock ha posto la domanda finale a Lyons-Weiler, che ha condotto l’analisi dei dati.

Quando sono stati studiati i bambini più grandi e i bambini che avevano ricevuto il maggior numero di vaccini sono stati confrontati con quelli della stessa età che avevano ricevuto meno vaccini, è emerso un chiaro schema per la maggior parte degli esiti avversi per la salute: il rischio di avere un esito avverso più elevato per la salute era più alto nei bambini più grandi più vaccinati rispetto a quelli meno vaccinati, in misura maggiore di quanto ci si aspettasse data qualsiasi variazione tra i due gruppi nell’utilizzo delle visite mediche.

Ciò riflette gli effetti positivi sulla salute del cessare le vaccinazioni.

cessare le vaccinazioni
Gli effetti del cessare di vaccinarsi in base all’età. I valori di rischio relativo elevati indicano un aumento del rischio di un determinato esito sanitario nei pazienti che ricevono più vaccini nella fascia di età dei più grandi (>1.500 giorni di età). La barra nera mostra il rischio relativo di HCV tra questi gruppi come base.

Il rischio relativo di esiti avversi per la salute nei bambini più grandi che hanno continuato a vaccinarsi rispetto a quelli che hanno smesso di vaccinarsi nello studio di Thomas.

L’insieme di questi risultati indica che il metodo sviluppato da Lyons-Weiler per considerare il numero di visite nello studio medico necessarie per ottenere esiti negativi per la salute rappresenta un progresso metodologico robusto, affidabile e rigoroso per lo studio degli esiti negativi per la salute a seguito di interventi medici, comprese le vaccinazioni.

Il metodo “Incidenza relativa delle visite nello studio medico” (RIOV) si era già dimostrato più efficace.

Lyons-Weiler riferisce che questo è necessariamente così perché la misura contiene più informazioni dei semplici tassi di diagnosi.

La misura RIOV ha un range dinamico più elevato rispetto agli odds ratio (o rapporto di probabilità) e ai rischi relativi basati solo sulla diagnosi. Gli studi che si concentrano sui tassi di diagnosi utilizzano un sottoinsieme di RIOV, ma limitano il conteggio delle visite nello studio medico solo a quelle per la diagnosi iniziale.

Gli autori hanno stimato che la vaccinazione aumenta la necessità di visite mediche per gli esiti sanitari correlati al vaccino a un tasso compreso tra 2,56 e 4,98 nuove visite correlate a malattie croniche per unità di aumento della vaccinazione all’anno.

“Questo si traduce in un numero molto maggiore di malattie croniche nei bambini che si vaccinano rispetto a quelli che non si vaccinano, un carico di malattie che non viene considerato nelle valutazioni sul rapporto rischi/benefici quando si tratta di politiche e leggi sui vaccini”, ha detto Lyons-Weiler.

Il documento, che è stato sottoposto a revisione paritaria in cieco, descrive tutti i dettagli dei risultati, è ad accesso libero ed è pubblicato sulla rivista a revisione paritaria International Journal of Vaccine Theory, Research, and Practice.